Il Dott. Emilio Aliverti, sindaco di Jerago con Orago, spiega le iniziative di supporto alla popolazione e le misure di contenimento del virus adottate nel suo piccolo comune, nonché la risposta della cittadinanza a questa situazione di emergenza. Al momento i cittadini contagiati sono 9 (2 le vittime) tra cui si conta anche don Remo Ciapparella, già ricoverato in una struttura sanitaria per ragioni diverse.

Partiamo proprio dai dati sui contagi. Com’è la situazione nel comune?
“Tutte le sere ricevo l’aggiornamento ufficiale dalla prefettura e per ora siamo arrivati a 9 casi segnalati, di cui 2  deceduti. Le altre 7 persone confermate, quasi tutte in ospedale, si trovano già da qualche tempo in terapia e spero che presto possano riprendersi del tutto”.

Come giudica la condotta dei Jeraghesi in questo periodo delicato?
“Ci sono momenti in cui effettivamente nel paese si sente un totale silenzio, a dimostrazione del fatto che la gran maggioranza dei cittadini ha capito il carattere emergenziale della situazione e ha recepito il messaggio di rimanere a casa. Ma in altri momenti, purtroppo, ci sono ancora tante persone in giro. La fortuna del nostro comune è di avere tanti negozi in centro, ma nelle attuali circostanze noto che soprattutto il sabato mattina la gente si affolla a fare la spesa. Un altro problema sono i nostri boschi, che dovremo vigilare ancora più attentamente nei prossimi giorni di festa perché, considerando anche il bel tempo, il rischio di assembramenti è troppo alto e non possiamo permetterci di sprecare il lavoro fatto finora”.

In queste settimane sono state prese molte misure a sostegno della comunità. Come si sono susseguite?
“Il nostro programma di iniziative è stato molto ampio e si è adeguato alle varie fasi della crisi. Inizialmente, quando il governo aveva stabilito le prime restrizioni e ogni giorno veniva introdotta qualche novità, ho dato priorità al contatto diretto con dirigenti scolastici e commercianti per aggiornarli su cosa si potesse fare. Prendiamo l’esempio dei bar e delle varie disposizioni su orari di apertura e modalità di servire i clienti. In generale è stato un percorso evolutivo di incertezza, durato fino alla decisione della chiusura totale. A quel punto come amministrazione pubblica ci siamo mossi in varie direzioni per venire incontro alle famiglie. Il nostro comune ha una scuola materna privata, quindi abbiamo erogato una somma importante per dimezzare le rette e abbiamo anche attinto dal nostro Fondo Solidarietà, costituito dalla rinuncia integrale allo stipendio di sindaco e assessori, prelevando 65oo euro da convertire in buoni per ogni bambino iscritto. Abbiamo anche azzerato tutti i costi dei sevizi erogati dal comune, come la mensa, il doposcuola, i canoni concessori, e posticipato il pagamento della TARI da giugno a dicembre e febbraio. Infine, abbiamo pagato immediatamente ad associazioni e scuole tutte le fatture o richieste di contributi in sospeso, affinché l’ente pubblico potesse mettere liquidità in un momento così difficile.
In seguito, con l’ulteriore evolversi della situazione abbiamo intrapreso iniziative più ampie, come la sanificazione periodica degli ambienti pubblici chiusi e il lavaggio intenso di strade, marciapiedi e aree pedonali. Oltre a queste misure per l’igiene, stiamo realizzando interventi concreti per chi ha più bisogno. A livello nazionale, il governo ha stanziato 400 milioni di risorse destinate al sostegno alimentare; il nostro comune ha ricevuto 27.800 euro, che potevamo utilizzare per creare voucher o pacchi alimentari. Abbiamo optato per questa seconda opzione perché già da tanti anni siamo attivi con il banco alimentare e distribuiamo un pacco a una decina di famiglie tutte le settimane. Grazie ai volontari della Protezione Civile e ai giovani che ci stanno offrendo il loro tempo, abbiamo organizzato questo servizio e calcoliamo di poter erogare i primi venti pacchi entro Pasqua. Si tratta di un aiuto importante perché un pacco contiene da 300 a 500 euro di spesa, a seconda della composizione del nucleo famigliare, e può quindi risolvere un grosso problema per coloro che hanno avuto un drastico calo del reddito a causa di questa emergenza.
Un’altra nostra iniziativa è stata la creazione di un programma di sostegno per gli anziani, la fascia della popolazione che non deve assolutamente uscire di casa. Per chi non può contare su una rete famigliare o di vicinato, è il comune a intervenire con la consegna a domicilio di spesa, farmaci e pasti caldi.
Infine, le mascherine, finalmente arrivate dalla Regione Lombardia. Sono 1400 circa, che stiamo distribuendo attraverso i nostri volontari. Non essendocene abbastanza per tutti, abbiamo deciso di darne una a ogni nucleo famigliare in cui il capofamiglia abbia almeno 50 anni, sperando di poter includere presto anche le famiglie più giovani. Se abbiamo atteso fino ad ora, è perché come ente pubblico ritengo che nel momento in cui distribuisco un qualche prodotto ai miei cittadini devo assicurarmi che sia di primissima qualità, quindi ho voluto che fossero mascherine certificate, difficilissime da recuperare in questi giorni. Proprio per questo motivo spero che la Regione Lombardia possa aumentare la fornitura di questo strumento con cui, a mio avviso, dovremo convivere per tanti mesi, soprattutto nei momenti di vita sociale.
Ci tengo a segnalare anche un gesto di cura che abbiamo realizzato nei confronti dei nostri defunti, facendo posare due grossi vasi davanti al cimitero di Jerago e a quello di Orago a nome di tutti i cittadini. Sempre grazie ai volontari, abbiamo anche pulito le tombe, tolto i fiori appassiti e posato ramoscelli di ulivo precedentemente benedetti dal parroco. Devo dire che tramite i social ho ricevuto un riscontro molto positivo, il che mi fa pensare che era un gesto non solo doveroso ma anche meritato”.

Quanto è decisivo, in simili frangenti, l’impegno di così tanti volontari?
“Sono a dir poco preziosi perché tutte le iniziative che abbiamo organizzato sono diventate possibili grazie a un lavoro lungo e faticoso. Per fare un esempio, le mascherine ci sono arrivate in pacchetti da 25, quindi andavano imbustate singolarmente, allegando anche un foglio di spiegazioni. Le abbiamo ritirate martedì mattina e abbiamo finito di insacchettarle a mezzanotte, grazie a queste persone attive sin dalle 8 per aiutarci a raggiungere l’obiettivo che ci eravamo prefissati, ovvero distribuirle nella giornata di mercoledì. Giovedì, infatti, siamo impegnati con i pacchi alimentari, quindi il lavoro deve essere coordinato in modo rigoroso per poter garantire tutte queste forme di sostegno. Sono molto contento dell’entusiasmo dei nostri volontari e sono convinto che la comunità uscirà da questa esperienza con un valore aggiunto, perché stiamo imparando ancora di più il significato del metterci a disposizione degli altri e della politica come forma di carità”.

Da Sindaco, cosa vuole dire ai suoi cittadini e in generale ai lettori del Varesotto che seguono la nostra rubrica?
“Vorrei lanciare un messaggio riguardo all’informazione, che in questo momento è fondamentale visto che le persone sono costrette a casa. È importante affidarsi solo alle fonti ufficiali, alle indicazioni dei sindaci e del presidente Fontana, senza lasciarsi prendere dal panico per via delle dicerie. Faccio l’esempio del tema dei contagiati: è vero che è importante tenersi aggiornati sul virus, ma spesso questa ricerca di informazioni diventa eccessiva e corre il rischio di imbattersi in fake news. Bisogna restare concentrati sull’obiettivo di ripartire e per farlo dobbiamo innanzitutto impedire che il virus continui a diffondersi. Quindi anch’io invito tutti a stare a casa e a rispettare le regole per poter tornare alla normalità il prima possibile. Vorrei anche aggiungere qualche parola sugli studenti: sono rimasto piacevolmente colpito dalla reazione dei ragazzi, proprio loro che più di tutti hanno voglia di socialità e di vivere gli spazi. Ora che sono costretti in una condizione sconvolgente rispetto alle loro abitudini, stanno affrontando il tutto in modo esemplare e meritano un plauso. Parlo da genitore ma mi baso anche su quanto mi viene raccontato. In un momento in cui molti cercano di fare i furbetti, i ragazzi stanno insegnando cosa significa attenersi alle regole. Seguire le lezioni online, impegnarsi e studiare in tali circostanze è un segno meritorio per queste generazioni”.

Silvia Alabardi