Ospiti di Michele e Mavillo ad Aspettando con… sono due grandi ex del Varese Calcio: Gianpietro Zecchin che ha giocato in maglia biancorossa dal 2009 al 2015 (194 gettoni e 18 reti all’attivo) e Neto Pereira, a Varese dal 2010 al 2015, dove ha collezionato 163 presenze e 72 goal.
“Gli anni a Varese sicuramente hanno segnato l’apice della mia carriera e rimarrà sempre un pezzo importante. Ho vissuto anni meravigliosi con vittorie e sconfitte, anche dolorose purtroppo. Ho scelto di viverci e quindi ha un valore questa città per me. Naturalmente andare in Serie A mi avrebbe cambiato la carriera, è il sogno di ogni ragazzo e ancora oggi c’è il rammarico di non esserci riuscito”, ricorda Neto.
Stessa riflessione per Zecchin: “Sono venuto a Varese che mi ero un po’ perso come giocatore. Quelli varesini sono stati anni che hanno significato tanto. Ora ho intrapreso una nuova avventura come mister; grazie al Mestre e al presidente che mi hanno dato questa opportunità”.
Nella tua ottica c’era già di allenare? “E’ nato tutto dall’infortunio alla caviglia e da lì ho cominciato a pensare che se non fosse guarita avrei dovuto fare qualcosa d’altro e l’estate dopo, infatti, mi sono iscritto per ottenere il patentino. Partire dall’Eccellenza con il Mestre un privilegio, ottima partenza”.
Sannino è stato uno dei mister con cui entrambi hanno avuto il piacere di lavorare: “Ogni allenatore a parer mio ti dà qualcosa. Lui nel fare gruppo è un maestro. Era un sergente di ferro e ti dava quella energia e grinta che non deve mai mancare nel calcio”, si esprime così Zecchin. Parola a Neto: “Con lui si è creato un rapporto di amicizia. È stato fondamentale e anche per la mia crescita è stato importante”.
Qual è la vostra sensazione sulla ripresa del campionato? “La speranza è quella di ripartire – dice Zecchin -. Il quando non lo so ma se anche dovessimo partire agli inizi di giugno, sarebbe giusto finire il campionato. Certo bisognerà fare una preparazione anche se abbiamo dato un programma da seguire a casa ma non è lo stesso dell’allenamento sul campo”. “Ovviamente chi gioca vuole sempre farlo ma è un momento delicato e quindi bisogna aspettare che chi ha competenza ci dica cosa bisogna fare. In questo momento non c’è il modo di riprendere, a mio avviso”, segue Neto.
Neto, che ne pensi di questo Città di Varese? “Seguo le notizie. Speriamo sia la volta buona che cambi qualcosa. La gente di Varese negli ultimi anni ha un po’ sofferto e merita di gioire col calcio. Ancora oggi quando vado in giro per le strade sento di aver fatto qualcosa di grande quando mi salutano o mi riconoscono ma a questo è sempre accompagnata la frase ‘ che fine abbiamo fatto’ ”.
Michele Marocco e Mavillo Gheller
Testo a cura di Roberta Sgarriglia