L’emergenza coronavirus ha aperto scenari economici di difficile gestione per le società sportive che, oltre alle questioni interne di riduzione degli stipendi con i propri tesserati, indispensabili per far fronte alle mancate entrate dovute all’interruzione anticipata dei campionati, devono rispondere alle richieste di rimborso dei propri abbonati per le partite non disputate ma già pagate nell’abbonamento e dei tifosi che avevano acquistato il biglietto singolo di una gara poi annullata.

Una problematica, quest’ultima, che non guarda in faccia a nessuno e non fa differenze tra sport, che si tratti di calcio, basket oppure pallavolo ad esempio e società come Pallacanestro Varese e Uyba si trovano ad affrontare una problematica comune.

Per poter risolvere tale controversia, il Governo ha definito una linea di rimborso tramite voucher, modalità che rende possibile il risarcimento agli abbonati ed ai tifosi della quota singola o pari al periodo nel quale non hanno potuto usufruire dello spettacolo sportivo.

Il Decreto Cura Italia, all’articolo 88 e 88bis, comma e, definisce come per gli eventi sportivi ai quali gli abbonati non hanno potuto partecipare, causa annullamento degli stessi dovuti all’emergenza Covid-19, possono richiedere un rimborso della quota versata pari al periodo in oggetto. Lo stesso discorso vale anche per i tifosi che non disponendo di abbonamento, avevano acquistato un biglietto per una gara poi annullata causa coronavirus.

Tale forma di rimborso deve essere richiesta entro 30 giorni dall’entrata in vigore di tale decreto e verrà erogata dalla società, nella misura equivalente all’importo del titolo singolo emesso o della parte di abbonamento non usufruita, alla quale si farà richiesta di rimborso sottoforma di voucher da utilizzare entro un anno dall’emissione dello stesso.

I richiedenti voucher di rimborso, dovranno presentare la documentazione attestante la programmata partecipazione all’evento annullato.

Alessandro Burin