Sul fatto che il campionato 2019/2020 di Serie C non riprenderà più non sussistevano dubbi da tempo. Semmai ne fosse rimasto qualcuno residuo, è stato spazzato via domenica dal Ministro dello Sport Spadafora (ne abbiamo scritto ieri). E alla FIGC non resterà che ratificare una determinazione assunta da altri. Restano solo da definire le modalità di amministrazione del risultato sportivo. Onere la cui competenza spetta sempre alla federazione chiamata a pronunciarsi sulla base di una proposta avanzata dall’Assemblea di Lega Pro.

A dispetto di un quadro ormai chiaro circa il destino della stagione congelata a inizio marzo, si susseguono prese di posizione (più o meno) ignare del fatto che la parola fine sia già stata scritta. Magari non nella forma, certamente nella sostanza. Nel dacci oggi la nostra dichiarazione quotidiana, il numero uno della terza serie Ghirelli si espresso ieri ai microfoni di Toscana TV.
Parole che rischiano di suonare ormai datate: “Se e quando il campionato riprenderà dipenderà dalla catena di comando, vedremo se ci saranno le condizioni per tornare in campo. Stiamo lavorando per risolvere la crisi, nei prossimi giorni illustreremo le nostre linee strategiche. É inevitabile che il calcio riparta, si parla del 18 maggio per gli allenamenti ma bisognerà capire se riusciremo ad applicare il protocollo sanitario redatto dalla commissione tecnico scientifica. Quando verrà chiarito questo punto bisognerà valutare se ci sono le condizioni per farlo. Il 7 maggio ci sarà l’assemblea dei club e poi il consiglio federale. Il protocollo va seguito rigorosamente perché il virus colpisce tutti in egual modo. Dobbiamo pensare a procrastinare il rientro in campo per far sì che il virus sia meno virulento e ci possa essere un miglioramento generale della situazione. Vogliamo che si torni in campo ma in condizioni di sicurezza, fermo restando che non avremo risolto definitivamente il problema fino a quando non ci sarà un vaccino”.

Giovanni Castiglioni