Da fine febbraio i motori in casa Valceresio sono stati spenti dall’emergenza sanitaria legata al Covid-19, ma ora più che mai c’è voglia di guardare con ottimismo al futuro. A testimoniarlo è il responsabile del settore giovanile Roberto Prini: “In questi mesi di arresto forzato, noi membri societari siamo sempre stati in contatto e avevamo in programma un appuntamento per discutere di persona alcune iniziative. Purtroppo dobbiamo pazientare ancora un po’, in attesa anche di una decisione della Federazione a livello sia provinciale sia regionale”.

La situazione poteva essere gestita in maniera migliore dagli organi competenti?
“Direi di no. Alla fine siamo fermi da oltre due mesi e credo che, per quanto dolorosa, sia stata la scelta migliore. L’unico appunto che mi permetto di fare ai vertici è quello di prendere in fretta una decisione, perché credo che a livello dilettantistico non ci siano i presupposti per finire la stagione”.

Quale sarebbe dunque la soluzione migliore?
“In queste settimane si è parlato molto di un’opzione che ritengo essere effettivamente plausibile, ovvero concludere la stagione promuovendo le prime e bloccando le retrocessioni. In questo, prendendo esempio da quanto fatto in Francia o dai nostri campionati di Basket e Pallavolo, le due discriminanti da tenere in considerazione dovrebbero essere o la posizione in classifica (al termine dell’ultima giornata giocata da tutte le squadre) o la media punti. Mi auguro che, qualora venga attuata, la soluzione sia estesa anche a livello giovanile dando così la possibilità ad alcuni provinciali di passare il prossimo anno a livello regionale, anche se questo potrebbe causare qualche altra complicazione”.

Ovvero? E come potrebbero risolversi tali complicazioni? 
“Così facendo si avrebbero molte più squadre nei campionati regionali dalla prossima stagione. A fronte di ciò si potrebbe aumentare il numero dei gironi nei singoli campionati e aumentare per alcuni anni il numero di retrocessioni in modo da tornare in un secondo momento alla situazione attuale”.

L’emergenza sanitaria sta presentando un conto salato anche sul piano economico. Per la maggior parte delle società della provincia i tornei estivi rappresentano un importante aiuto finanziario, cosa che probabilmente quest’estate non avverrà. Come agirà la Valceresio per far fronte a questo problema?
“Non disputare i tornei estivi è una grave perdita che ci tocca direttamente dato che eravamo molto attivi su questo fronte, organizzando ad esempio da due anni il Rasa. Non è il mio compito occuparmi di segreteria e numeri, ma stando nel consiglio so cosa comporta la mancanza di queste entrate, e se la Federazione non aiuterà le società a livello economico assisteremo da un lato a un ridimensionamento delle stesse, e dall’altro a probabili fusioni. Mi auguro che non sia questo il nostro caso. Di sicuro non faremo ricadere tali costi sui genitori aumentando le quote”.

A tal proposito qual è la posizione della Valceresio in merito ai voucher previsti dal decreto Cura Italia?
“La nostra società prevede delle quote mensili, quindi nel momento in cui i campionati sono stati sospesi abbiamo invitato i genitori a prendere accordi con i due segretari per risolvere immediatamente la questione e non ci sono stati problemi”.

Per quanto riguarda le retribuzioni di staff e collaboratori invece?
“I rimborsi spese che spettavano ai giocatori della Prima Squadra e ad ogni membro dello staff sono stati fermati da marzo in avanti, per cui anche da questo punto di vista siamo assolutamente tranquilli”.

Tornando al discorso precedente, dal punto di vista economico attraverserete anche voi un ridimensionamento societario?
“Ovviamente, come altri, dovremo fare i conti con un minor budget per il mercato e per i vari premi. In Prima Categoria proveremo a ringiovanire la rosa, e in questo siamo senz’altro aiutati dal fatto che, per una chiara politica societaria, Prima Squadra e Juniores sono due vasi comunicanti: i classe 2000 o i migliori 2001 che hanno già avuto modo di debuttare ‘tra i grandi’ ci andranno in pianta stabile. A livello giovanile abbiamo costruito gran belle realtà, e siamo fiduciosi che, almeno fino ai 2005, ogni anno daremo due o tre giocatori alla Prima Squadra”.

Alla luce di questo, come cambierà il modo di fare calcio?
“Soprattutto per le giovanili questa situazione è un’occasione da prendere al volo perché le grandi crisi possono offrire anche grandi possibilità di rinascita. Secondo me le società che riusciranno ad interpretare nel modo migliore la situazione usciranno rinforzate da questo periodo, riuscendo a gestire al meglio le risorse economiche. La Valceresio da questo punto di vista ha le idee chiare e speriamo di riuscire a metterle in pratica; è ovvio che però le amministrazioni dovranno venirci incontro, così come dovranno tutelare anche altre società e altri sport. Quando sarà il momento ci metteremo al lavoro per concretizzare al meglio i progetti futuri, dando ai nostri ragazzi la possibilità di tornare a fare calcio”.

Avete già avviato dei progetti in merito?
“Stiamo provando a costruire qualcosa. Ad esempio grazie ai buoni rapporti con Teodoro Coppola, responsabile del Torino FC Academy, abbiamo iniziato un ciclo di lezioni online di tecnica e tattica con il Torino Calcio, cui partecipano una quindicina fra allenatori, allenatori in seconda e dirigenti. Si tratta di una bella opportunità: il Torino, molto gentilmente, sta mettendo a disposizioni i suoi allenatori gratuitamente e credo che per una realtà di provincia come la nostra sia altamente istruttivo confrontarsi con un club professionista di tale livello. Chiaramente poi entrambe le parti cercheranno di capire se ci sarà la possibilità di costruire qualcosa di più concreto per il futuro. In ogni caso è positivo tenere lo staff aggiornato e unito: fa sentire partecipi di una grande famiglia chiamata Valceresio”.

Matteo Carraro

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