Stefano Zanvettore, tassista di lunga data, è rappresentante CNA settore taxi della provincia di Varese nonché socio Radio Taxi Varese e opera soprattutto nella Città Giardino e per spostamenti da e per Varese. Come per tantissime altre attività, anche quella dei tassisti è stata fortemente condizionata dalla diffusione del Covid-19 e dal lockdown disposto dalle autorità.
Il lavoro, di conseguenza, si è drasticamente ridotto e solo negli ultimi giorni gli spostamenti stanno lentamente ricominciando. Ed ecco, dunque, che i tassisti stanno riaccendendo i motori e sono di nuovo a disposizione dei cittadini che hanno necessità di muoversi.

Il servizio taxi è stato uno di quelli garantiti dal Governo anche durante il lockdown. Personalmente come ha vissuto quel periodo?
“Per settimane abbiamo ricevuto pochissime chiamate e solo da parte di persone che avevano un comprovato motivo per muoversi dalla propria abitazione. Sono calate vistosamente anche le richieste da chi abitualmente si appoggia a noi per recarsi in ospedale o in centri diagnostici per effettuare una visita, dal momento che tutte le prestazioni sanitarie non urgenti sono state rinviate. Nel giro di pochi giorni da fine febbraio si sono praticamente azzerati gli spostamenti verso gli hotel, le stazioni e da e per l’aeroporto di Malpensa. Insomma, abbiamo avuto anche l’80% di lavoro in meno di lavoro rispetto alla media in situazioni normali”.

Avete ricevuto un aiuto da parte del Governo?
“Mi è stato accreditato il bonus destinato alle partite IVA, ma niente di più. Sarebbe bello che la burocrazia fosse più fluida e si potessero ottenere agevolazioni a livello fiscale in modo più semplice; mi riferisco, ad esempio, all’interruzione dei finanziamenti chiesti per comprare l’automobile o a quelli per il mutuo. Purtroppo al momento non è così, ma spero che presto si possa ricominciare a lavorare a pieno ritmo e, dunque, a fare a meno degli eventuali bonus statali”.

Ha mai temuto di ammalarsi? Il suo è un lavoro fortemente a contatto con le persone che, per lo più, sono sconosciute.
“Alcuni colleghi, anche per la diminuzione delle chiamate, hanno preferito non uscire. Altri, invece, con le dovute accortezze sono sempre stati pronti in caso di necessità. In un primo tempo credo che da parte di tutti, dai politici a scendere, ci sia stata tanta confusione e poca chiarezza su quello che stava accadendo. Attualmente mi sento tranquillo e penso che ci sia più consapevolezza del virus e dei rischi ad esso collegati. Grazie alle norme di distanziamento sociale e ai dispositivi di protezione individuale, possiamo prevenire il contagio”.

Quali sono le regole imposte ai tassisti in questa fase-2?
“Facciamo capo alle decisioni disposte dalla Regione Lombardia e le norme in questo caso sono più stringenti rispetto ad altre parti d’Italia. Fino al 31 agosto noi tassisti dobbiamo indossare guanti e mascherina e accanto a noi non si può sedere nessun passeggero. Dietro non possono salire più di due persone e il posto centrale deve sempre rimanere libero. Stesso discorso vale per chi ha un van più grande e la possibilità di far accomodare qualcuno anche nella terza fila. I passeggeri devono usare la mascherina e caricare in autonomia gli eventuali bagagli. Non abbiamo l’obbligo di installare dei divisori, ma questa cosa è consigliata. Io, ad esempio, l’ho messo ma è di difficile praticità”.

Qual è l’umore diffuso che nota?
“Siamo ancora distanti dalla normalità, ma riscontro due segnali positivi: l’allentamento delle regole ci sta consentendo di ricominciare a poco a poco a muoverci e nel weekend, infatti, qualche chiamata ci è arrivata; inoltre, gli ospedali stanno riprendendo a fare visite non urgenti e a ritornare quasi alla routine. Malpensa, invece, è fortemente legata al turismo e ai viaggi di lavoro. Per ora è tutto bloccato e chissà quando si potrà ritornare a viaggiare. Spero si possa riprendere la vita di prima, ma credo che forse potremo pensarci da autunno in poi; quest’estate sarà ancora fortemente condizionata dal post Covid-19”.

Laura Paganini

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