Dopo due mesi abbondanti di chiusura, lunedì 18 maggio il Mojito & Cafè Bar di Masnago (via Caracciolo 26 a Varese) ha riaperto e per Roberto Valline è stato davvero un nuovo inizio: “E’ come se avessi fatto una seconda inaugurazione e la notte prima non ho chiuso occhio”, confida. Così, con tanta emozione e un rinnovato entusiasmo, Roby, come lo chiamano tutti, alle 5 del mattino in punto ha alzato la serranda e ha varcato di nuovo la soglia del suo amato locale.

Durante il lockdown imposto dal Governo per la diffusione del Covid-19 i tuoi ritmi sono cambiati drasticamente. Come hai vissuto lo stop?
“Di solito non ho moltissimo tempo da trascorrere con mia moglie e le mie figlie perchè passo l’intera giornata al bar, ma durante questo periodo mi sono goduto la mia famiglia appieno e mi è piaciuto molto. Ho giocato tanto con la mia bimba più piccola, ho ripreso in mano il violino che sto imparando a suonare da autodidatta e ho strimpellato parecchio con mia figlia più grande che suona la chitarra. Sono state settimane piacevoli”.

Dal punto di vista lavorativo ed economico hai avuto qualche pensiero?
“Certamente, ma di natura sono ottimista e ho sempre pensato che prima o poi questa emergenza sarebbe finita e che sarei tornato a poter aprire il mio bar. Fortunatamente, poi, ho ricevuto il bonus e ho goduto di un’agevolazione IRAP e di un credito d’imposta sull’affitto del locale per i mesi di marzo, aprile e maggio. Ho ricevuto una mano, quindi, e, per quanto la situazione non fosse semplice, non mi posso lamentare”.

Da lunedì 18 maggio il Mojito & Cafè Bar è aperto. Quali sono le regole da rispettare?
“Ho eliminato un tavolino e ho distanziato tutti gli altri per osservare le norme previste dalla legge. Tutti i clienti, tranne se sono con un congiunto, con un bambino sotto i 6 anni o con una persona non autosufficiente, devono mantenere la distanza gli uni dagli altri e, naturalmente, anche da me. Chiedo ad ognuno di indossare la mascherina e di toglierla solo all’atto della consumazione. Noto che finora sono stati tutti molto attenti e non ho ma avuto bisogno di ricordare loro le disposizioni”.

Quanto a te, temi o hai temuto di ammalarti?
“No. Ho sempre la mascherina, disinfetto regolarmente tutte le superfici e applico con rigore tutte le regole imposte e nel mio bar mi sento piuttosto al sicuro. Lo sono adesso e lo ero anche all’inizio della pandemia”.

La gente ha ripreso a venire a bere un caffè?
“Pur offrendo tutti i servizi, dalla colazione alla pausa pranzo all’apertitivo, non ho ricominciato a pieno ritmo e in giro ci sono meno persone rispetto a prima. Giorno dopo giorno, però, noto sempre qualcuno in più sia tra i clienti abituali, sia tra i nuovi. La voglia di bere un buon caffè non manca”.

Qual è l’umore in questa fase-2? Quali sono i discorsi che senti più spesso?
“Le persone sono piuttosto insofferenti e non vedono l’ora di riprendere del tutto la loro vita di prima. Si chiacchiera spesso di salute e di politica, di come si sarebbe potuta gestire la diffusione del Covid-19 e degli aiuti economici che sono stati stanziati e che non sempre sono arrivati. Alcuni, poi, sono in cassa integrazione e non è facile sbarcare il lunario magari con una famiglia a carico”.

Quanto a te, hai pensato a qualche promozione per invogliare a tornare nel tuo bar?
“Ho deciso di non aumentare il costo del caffè come ha fatto qualcun altro. Ho voluto mantenere i prezzi di sempre perchè credo che, proprio come me, anche gli altri possano aver passato un periodo non felicissimo dal punto di vista economico e non mi sembra giusto approfittarne. Probabilmente in futuro correggerò qualche prezzo, ma non in questo momento”.

Laura Paganini

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