Tutto il calcio può ripartire il 20 giugno. In quel tutto battuto alle agenzie ieri sera alle 19.55 dal Ministro Spadafora non c’è però la Serie C. Abbandonata nel limbo del “le faremo sapere” a margine di un incontro (a suo modo) storico che è stato anche specchio dell’autentica (tragica) condizione della Lega Pro. Una categoria marginalizzata dalle cabine regia del calcio (e della politica nazionale) tanto da non meritare neppure di conoscere il proprio destino quando tutti gli altri (dilettanti compresi) dispongono invece di calendari di ripartenza o chiusure certe. Quantomeno amaro. Per non dire crudele. Un atteggiamento che ha tutta l’aria di un regolamento di conti che per indebolire il vertice, colpisce la base.   

Il Piano Solo. Esaurita la retorica della riflessione, occorre però mettere alcuni punti fermi. Che (a dispetto delle incertezze di facciata), ci sono eccome. Rinviando al Consiglio Federale dell’8 giugno (sì, avete letto bene, lunedì 8 giugno), ogni determinazione rispetto alla possibile ripresa del campionato di C, Governo e FIGC hanno (de facto) sdoganato l’unica ipotesi percorribile per la terza serie. Cioè, playoff e playout. Plausibilmente, a partire dalla prima metà di luglio. Con quale format e partecipanti è argomento che Gravina potrebbe già anticipare nella giornata di oggi. Mandando segnali rispetto al gradimento della proposta avanzata dal Consiglio Direttivo di Lega Pro di cui abbiamo scritto mercoledì.

Il diavolo si nasconde nei dettagli. Attendersi burrasca (in particolare sulle retrocessioni) è più che scontato. Ma lo stato di sospensione scaturisce altri due aspetti non secondari. Il primo riguarda Monza, Vicenza e Reggina. Promosse in pectore in attesa di poter celebrare in concreto un salto di categoria al momento ancora solo virtuale. Il secondo è più profondo e coinvolge anche la Pro Patria. Con una stagione che si chiuderà (non per tutti) ad agosto e quella successiva (questa sì per tutti) in partenza nella seconda metà di settembre (o ad inizio ottobre), come sarà possibile programmare? Arcano che mette l’accento su parecchi allenatori (compreso Javorcic in scadenza di contratto), ancora in attesa di capire se restare o abbracciare nuove esperienze professionali. Scenario che non potrà che incidere nelle strategie societarie e personali.

Che cosa aspettarsi quando si aspetta. Romance del 2012 il cui titolo si attaglia perfettamente alla realtà vigente. Ma almeno al cinema ci si consolava con Cameron Dìaz.                             

Giovanni Castiglioni

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