In questo periodo particolarmente strano anche la semplice notizia che ci si possa tornare ad allenare a basket è qualcosa di cui gioire. Nei giorni scorsi la Fip ha emanato le linee guida e il protocollo da seguire per un corretto ritorno in palestra stando ben attenti al Covid-19. Abbiamo deciso di approfondire l’argomento insieme a Ferruccio Calcagni, referente provinciale del CNA. Chi meglio di lui dato che ricopre l’incarico da almeno 20 anni e, soprattutto, è animato da quella passione e da quella voglia che vediamo, invece, spesso mancare nella gioventù odierna?

Allora, Ferruccio, da quanto visto tramite la Fip sembra che si possa finalmente tornare a fare un pò di pallacanestro.
“Io ho riletto di nuovo il protocollo e sì, si può fare qualcosa anche se in maniera limitata e limitante com’è ovvio. Però, m pare giusto sottolineare che almeno si riparte. Sono state date delle linee guida sia per quanto riguarda la gestione delle risorse che per quanto riguarda le persone. Manca ancora, ovviamente, la componente gara. Leggo anche che sono allo studio delle particolari mascherine che permettano di giocare indossandole sopratutto per quanto riguarda il 3 contro 3. Come mia opinione personale, ritengo sia meglio non giocare in questo modo anche perchè il 3 contro 3 è libertà. Tornando alla domanda, se è stato redatto questo protocollo è solo un bene. Ora speriamo tutti di poter ricominciare a settembre a giocare. La Federazione ha anche trovato le risorse economiche per salvare determinate situazioni e si sta tuttora cercando di trovare rimedi ad una situazione che rimarrà difficile economicamente nei prossimi mesi”.

Ecco, ma come ci si può allenare in questo periodo senza partite e contatti?
“Senza dubbio sui fondamentali che sono l’essenza del nostro sport. Anzi forse è un’occasione importante questa dato che negli ultimi anni sono stati un pò dimenticati in favore dell’atletismo e di un agonismo esasperato. Ritengo che i fondamentali vadano riscoperti e sarebbe bello sfruttare questo periodo per farne innamorare i ragazzi. Vedo che si sta organizzando con gli allenamenti non fa sessioni lunghe, ma che durano un’ora o poco di più. In questo periodo temporale bisogna far tornare la cultura del fondamentale e, mancando la possibilità del contatto fisico, mi sembra giusto lavorare su questi aspetti. Anche nei protocolli emanati dalla Fip vi sono alcuni esempi calzanti di esercizi da svolgere in tale materia”.

A livello provinciale come vi state organizzando per il corso allenatori?
“In realtà, abbiamo deciso di fermare fino a nuova data o all’anno prossimo il primo anno di corso che viene gestito in sede provinciale. Di solito si teneva a giugno e luglio a campionati fermi, ma quest’anno cercheremo di concludere il corso per chi lo ha iniziato, ma con modalità che saranno diverse rispetto all’ordinario. Ci siamo posti come obiettivo di finire il secondo anno di corso e Maurizio Tallone sta andando avanti con delle lezioni via web. Già è difficile gestire in questa maniera un corso già avviato, organizzarne uno ex novo non ha molto senso. Abbiamo come numero minimo per avviare il corso quello di 12 iscritti che poi dovremmo dividere in 3 gruppi da 4 per evitare assembramenti. Capite che non è semplice gestire istruttori, corsisti e luoghi dove svolgere le lezioni – chiosa Calcagni – Se non ci saranno nuove direttive, rimanderemo il corso al nuovo anno”.

Matteo Gallo

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