Da fine maggio la sezione basket della Polisportiva Robur et Fides ha un nuovo punto di riferimento: all’uscente Claudio Corti è subentrato Luca Dal Ben cui spetta il non facile compito di traghettare la Robur attraverso la crisi creata dal Covid e che, per certi versi, ha aperto un momento di discussione all’interno della gloriosa società varesina che sta attraversando scelte e decisioni che potrebbero cambiare negli anni a venire il futuro gialloblu in maniera netta. “Ho voluto parlare e conoscere tutti prima di prendere una qualsiasi decisione e devo dire che è stato un modus operandi che sotto l’aspetto umano mi ha dato tanto. La divisione basket è composta da molte belle persone che mettono tanto cuore e tanta professionalità in ciò che fanno. E lo fanno con lo spirito che il nostro statuto impone da ormai 120 anni come Polisportiva e da 68 come sezione basket. Tra l’altro due anni fa l’Università di Bergamo ha verificato se l’originario spirito cristiano ed educativo fosse ancora presente nella Robur: questo progetto permea tuttora gli ambiti della nostra società. Educando l’atleta si educa lo sviluppo competente del ragazzo che, nel nostro campo, è anche sinonimo di competitivo. Penso che questa sia la miglior garanzia che possiamo dare ai genitori che vogliono mandare i propri figli ad allenarsi sapendo che qui coltiviamo ancora valori e principi cristiani”.

Parlando di ragazzi, viene spontaneo pensare al settore giovanile. Ci sono novità?
“Abbiamo pensato a due persone che sono importanti per la Robur e per il suo futuro. Martino Rovera e Romano Pagani. Martino sta facendo un ottimo lavoro col minibasket e serve che sviluppi ancora meglio la sua competenza e la sua capacità di organizzare eventi di grande respiro e che incrementi la sua expertise in materia che per il futuro sarà importante. In Romano ho individuato un uomo a tutto tondo, un perfetto allenatore ed educatore, ideale come capo del settore giovanile. Loro devono essere il collegamento con il resto della polisportiva”.

E’ ancora presto per parlare di prima squadra.
“Stiamo valutando il discorso insieme alla Academy: oggi ci sarà un incontro in tema per vedere di mettere le basi alla nostra collaborazione, ovviamente nel rispetto di tutte le posizioni in gioco. Se un accordo ci sarà, sarà un qualcosa che darà il più ampio sbocco possibile alla nostra opera educativa”.

Possiamo dire accantonato il discorso C Gold?
“Abbiamo fatto una riflessione in merito e siamo giunti alla conclusione che disputare la serie B è sicuramente qualcosa cui non si può rinunciare a priori. Se poi il campo darà verdetti negativi, avremo comunque affrontato una sfida probante e impegnativa per i nostri giovani”.

Ci conferma la partecipazione alla B, oltre a questa quali altre scelte sono state fatte?
“Per allenatore e quanto gira attorno alla prima squadra è tutto molto prematuro. Vorrei gestire la sezione basket all’interno di un comitato direttivo con i consiglieri più vicini e i due incaricati Rovera e Pagani. Una gestione che vuole essere smart in una logica di… squadra. Purtroppo ho dovuto fare anche scelte dolorose perchè non c’è posto per tutti, ma le decisioni sono state prese nell’ottica di allargare gli orizzonti. Chi nasce in Robur matura molta esperienza: la nostra velleità è che chi lascia oggi la Robur, arricchisca il proprio bagaglio per poi, un domani, anche tornare in Robur con nuove esperienze da riportare all’interno. A malincuore devo dire che Alberto Barbarossa, Fabrizio Garbosi e Giovanni Todisco non faranno più parte del nostro staff tecnico. Ora il nostro compito è la crescita interna per sviluppare gli allenatori in organico”.

Matteo Gallo

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