Chi segue il calcio dilettanti dell’ultimo decennio non può non conoscere Mattia Cinotti. 
L’attaccante della Solbiatese che quest’anno ha vinto il campionato e che si è fatto trovare pronto mettendo a segno 11 gol, è uno di quei giocatori che piace sempre, che fa gola, vuoi per la sua capacità realizzativa, vuoi per la sua duttilità, vuoi per quella generosità innata e non comune, generosità che ti fa tuffare sull’ultimo pallone utile per vincere una partita o che ti fa sopperire ad una chiusura al posto di un compagno stremato. Perché al di là dei piedi buoni, della potenza, della capacità tattica, il dare tutto è sempre stato il suo mantra di vita.
E così succede che quel dare tutto basti per l’ennesima nomina da parte di mister che in una Solbiatese dai tanti valori riconoscano in lui il punto fermo di un’annata particolare, e allora davanti ai meriti, gli stessi che cinque anni fa lo videro vincitore del Pallone d’Oro 2015 con indosso la maglia della Besnatese, ci si ferma un attimo, ci si inchina, si ringrazia e si guarda al futuro, perché di correre veloce Cinotti non può proprio farne a meno.

Raccontaci qualcosa della tua carriera.
Ho indossato quest’anno per la prima volta la maglia della Solbiatese, un club storico, ed arrivavo qui dopo l’esperienza Gavirate, prima c’è stata la Besnatese, società che ho vissuto in due parentesi diverse e Castellanzese, squadra con cui mi sono anche tolto la soddisfazione di arrivare in eccellenza”.  

I mister ti hanno nominato tra i migliori calciatori di Prima Categoria della stagione. Che annata è stata per te? Sei soddisfatto degli obiettivi raggiunti dal punto di vista individuale e di squadra?
Ho già partecipato a quest’evento e devo dire che fa sempre molto piacere, forse oggi ancor di più di allora perché è meno scontato, perché ho un’età e una maturità diversa, eppure se mi nominano nuovamente significa che hanno stima e mi apprezzano nonostante il tempo passi; l’annata è stata positiva, quando raggiungi l’obiettivo non potrebbe essere diversamente, peccato non averla conclusa ma per me è a tutti gli effetti un titolo vinto sul campo, non è stato facile, ma vincere non è mai facile, ci hanno fatto la “guerra” ovunque come era giusto che fosse, siamo partiti da favoriti ma c’erano tante cose da sistemare, in primis una rosa nuova che non si conosceva, abbiamo lavorato duramente e ce l’abbiamo fatta. Anche la mia annata è stata positiva, io credo che se uno arriva al triplice fischio con la coscienza apposto, senza nulla da rimproverarsi, è perché può ritenersi soddisfatto e ripeto questo nomination ne è la prova, è ancora più bello di cinque anni fa”.

A chi ti ispiri? Chi è il tuo calciatore preferito?
Da interista un solo nome: Ronaldo, il fenomeno”.

A chi dedicheresti l’eventuale vittoria del pallone d’oro?
La dedica sarebbe tutta per Tommaso, mio figlio”. 

Hai già parlato del tuo futuro con la società? Dove giocherai nella prossima stagione?
Il futuro è incerto, non nascondo di aver ricevuto qualche chiamata, con la Solbiatese dobbiamo ancora sederci e parlare, voglio prendermi il mio tempo per decidere, certo la promozione è un campionato che farei volenteri”.

Mariella Lamonica

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