Pina: ciao Gina!
Gina: ciao Pina, positiva o negativa?
Pina: uè son mica una pila. Com’è che mi saluti?
Gina: dai scherzo. E’ da marzo che sento parlare solo di positivo, negativo e tamponi, lascia dire qualcosa anche a me! Fino all’inizio di quest’anno se eri una persona negativa ti rimbalzavano tutti dappertutto, pochi mesi sono bastati per ribaltare tutto e mettere nei guai una positiva.
Pina: va beh dai parliamo dello sport di casa nostra dove finalmente ci sono tante buone notizie. La più fresca e l’arrivo di Scola nella Pallacanestro Varese.

Gina: vero Pina. Bella mossa! Con l’arrivo del Cardinale vedo più vicina la collaborazione con la Robur.
Pina: oh Gina, va beh che gli ambulatori sono intasati o chiusi e ormai col dottore della mutua si fa tutto via email ma forse è troppo tempo che non ti fai vedere.
Gina: perché cosa ho detto?
Pina: chi sarebbe il Cardinale?
Gina: ma il Cardinal Scola! Non lo sai che in casa Robur è amatissimo e in molti lo volevano Papa.
Pina: Gina siediti un attimo perché mi stai spaventando. Allora, andiamo per ordine. La Pallacanestro Varese ha preso un grande campione di 40 anni di nome Luis Scola,  detto “General”. Quello che hai capito tu è il Cardinale Angelo Scola nato nel 1941. Cosa faccio? Ti chiamo un’ambulanza o mi dici che stavi scherzando?
Gina: oh Signur! Se devo dirtela tutta mi sembrava strano…va beh ho capito male, oh la miseria! Con tutto quello che si sente e si vede poteva starci…com’è che si dice? Operazione marketing!

Pina: scolta Gina lassa sta il marketing e parliamo di calcio. Al Franco Ossola il fieno lascia il posto alla serie D. Dimmi la tua?
Gina: ecco brava, partiamo dal fieno. Ho letto da qualche parte che qualcuno l’ha presa male. Fammi capire, con tutto quello che è passato in quello stadio ridotto come un sasso dei Fori Romani mò sta a vedere che lo scandalo è uno che taglia l’erba gratis in cambio del fieno. E poi sono io che non sto bene perché confondo due Scola!
Pina: buona la prima! Altro?
Gina: altro è l’esordio scordato di questa nuova cordata che si presenta appellandosi al Comune e agli imprenditori varesini. Anmò? Sempre la stessa menata. “Voglio il Varese, lo voglio portare in alto, Comune e imprenditori devono aiutarmi!” Tu comincia, fai vedere cosa ma soprattutto come sai fare e poi forse qualche imprenditore varesino una mano te la da ma… cosa c’entra il Comune se non per darti le chiavi dello stadio e un canone d’affitto in linea con il tuo budget? Visto che tutte le associazioni sportive dilettantistiche pagano l’utilizzo di strutture e impianti.  
Pina: beh dai Gina, aspettiamo a giudicare
Gina: ma figurati se mò mi metto a giudicare. Dico solo che sto ritornello lo sento dal dopo Giovanni Borghi ma di varesini che hanno speso per la causa calcio c’è solo, ironia della sorte, un signore che si chiama Milanese. Poi a vario titolo anche Dall’Oglio, Orrigoni e il buon Paolo Macecchini che per il Varese s’è tolto anche qualche litro di sangue. Fine dei nomi, sempre che ci si voglia dimenticare la lunga lista di professionisti e artigiani che i soldi dovuti o promessi, dal Varese non li hanno visti. 

Pina: orca se sei lanciata Gina. Morale?
Gina: morale: se sta gente che rappresenta se stessa, voglio sperare non innominabili cavalli di ritorno che al Franco Ossola l’erba se la sono mangiata, altro che fieno, ha la forza di creare e mantenere una società di serie D, molto bene, buona fortuna. Se invece aspetta la manna dal cielo allora è meglio che dia una bella mano alla squadra neopromossa in seconda categoria per giocare tra un anno in prima.  
Pina: oh, ritiro tutto quello che ho detto prima: altro che messa male, sei in gran forma!
Gina: ma basta col vale tutto! Il “piuttosto che niente è meglio piuttosto” ha ridotto sto povero Paese in un lazzaretto. Basta!
Pina: insomma ti ho fatto arrabbiare.
Gina: ma no, mica tu. Dai, l’abbiam fatta anche troppo lunga. Vada come vada.
Pina: appunto. Tanto due come noi non possono far altro che star sedute a far la maglia scambiando due chiacchiere. Basìn Gina.
Gina: basìn Pina. Alla prossima   

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