Dal calcio dilettanti del varesotto manca da due anni, ora però è giunto il momento di dire sì ad un grande amico, ma anche di tornare a fare ciò che più si ama con una consapevolezza diversa: Fabrizio Felice ha detto sì alla Malnatese. La richiesta è arrivata direttamente dal portiere Massara, grande amico e grande compagno di mille battaglie: “Fabry il mister ti vuole, perché non vieni a darci una mano?”. “Ma lo sai che ho problemi di lavoro, potrei essere disponibile solo part – time…”. “Vada per il part-time, ma torniamo a divertirci insieme”.

Fabrizio, è andata più o meno così, giusto?
Sì, è andata così, Massara mi ha contattato e mi ha manifestato anche la volontà di mister Ronni, il lavoro mi ha fatto titubare un po’ perché con molta onestà ho detto che purtroppo sarò disponibile solo due domeniche su quattro, ma poi ho lasciato che decidesse il cuore e ho detto sì”.

E così torni a giocare a due anni di distanza e ti tuffi in un campionato di seconda categoria, cosa ti aspetti?
Sarà tutto completamente diverso rispetto a come l’ho lasciato, la seconda categoria poi, non la faccio da un decennio, in realtà sono molto curioso, ma arrivo anche con estrema umiltà, perché se è vero che mi tengo in forma e se è vero che comunque un po’ ho giochicchiato in questo tempo, tornare ad allenarsi, a lavorare con una squadra, a giocare per un obiettivo è ben diverso”.

Non vorrai farci credere che tu ti sia dimenticato come si giochi a calcio…
No quello mai, è una delle cose che più mi piace fare, però permettimi di avere qualche dubbio, qualche punto di domanda, una curiosità che vale questa assenza dai campi e con cui dovrò di nuovo avere a che fare…

A proposito di questa assenza, cosa ti è mancato di più?
Beh, tante cose, innanzitutto i miei riti, io sono uno molto scaramantico e prima della partita domenicale facevo sempre le stesse cose, mi sono mancate, mi è mancato l’odore dell’erba, l’ansia pre-partita, la condivisione con gli altri, queste sono emozioni che solo chi gioca e chi ama questo sport può capire”.

Apriamo una piccola parentesi sul Varese, squadra della tua città che torna a calcare i campi della serie D, che te ne pare?
Sinceramente non me lo aspettavo, un salto enorme dalla terza categoria alla serie D, tutto quello che posso augurarmi è che sia la volta buona, che ci sia un progetto stabile, forse il fatto di non fare grandi proclami potrebbe essere un buon segno, io me lo auguro davvero, Varese è una piazza che merita, mi piacerebbe che facesse una scalata stile Monza, oggi è il più bell’esempio che si possa seguire”.

Tornando alla Malnatese, riusciamo a strapparti una promessa?
No, zero promesse, magari potrei farne al giro di boa, tutto quello che mi sento di dire è che ci divertiremo, di sicuro ci metterò tutta la personalità che mi contraddistingue, sia in campo, sia fuori, in queste categorie trascinare i compagni è fondamentale, anche avere il pubblico è fondamentale, mi auguro che il discorso covid ci permetta di giocare un calcio il più vicino possibile a quello a cui siamo abituati, per il resto ho tanta curiosità anche io e l’entusiasmo di sempre”.

Mariella Lamonica

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