Il curriculum di Mavillo Gheller parla di 493 presenze tra i professionisti dalla Serie B alla Serie C2 con le maglie di Monza, Novara, Pavia, Pistoiese, Treviso e, ovviamente, Varese Calcio dove ha disputato ben 197 gare andando in rete 8 volte. Sul finire della carriera, 4 anni stagioni nei dilettanti con Trento, Union Villa Cassano, Varese e Busto 81.
Ci viene da dire ‘tanta robba’, con un solo rimpianto: la Serie A.
“Assolutamente no. La Serie A l’ho conquistata due volte sul campo, a Novara nella stagione 2010/11 e prima ancora a Treviso nel 2004/05, anche se eravamo stati promossi grazie al fallimento di Torino e Perugia oltre all’illecito del Genoa. Ho sempre voluto giocare, cercare di essere protagonista, in A non sarebbe stato così, ho deciso di cambiare e non ho nessun rimpianto”.

A Novara come Responsabile dell’attività di Base per un paio di stagioni, all’inizio di quest’anno gli era stata affidata la panchina degli Under 16. Alla ripresa del campionato post coronavirus l’esperienza con la prima squadra che ha provato la scalata alla Serie B tramite i playoff.
“Già durante la stagione ho collaborato con Banchieri e quando il campionato è ripartito il mister mi ha voluto al suo fianco e sono stato molto felice dell’avventura. Un’esperienza strana, molto concentrata, si giocava ogni tre giorni con un dentro o fuori e non sapevi se il giorno dopo ti saresti allenato o tutto sarebbe finito. Sportivamente abbiamo ottenuto un buon risultato, siamo usciti in semifinale contro la Reggiana che poi ha vinto. Concedimi una battuta, visto che abbiamo perso 2-1 con il gol vincente di Spanòpoteva decidere di ritirarsi un po’ prima“.
Un’esperienza che ti è valsa la conferma per la prossima stagione.
“Abbiamo già raggiunto l’accordo con la società, manca solo la firma. Sarò il vice di Banchieri”.
Hai allenato i baby e anche una prima squadra, quale ruolo preferisci?
“Una bella domanda, non saprei cosa risponderti. Con i ragazzi mi è piaciuto molto il ruolo di mister, è bello vedere come seguivano le mie direttive e sapere di contribuire a formarli come uomini e calciatori. In una prima squadra tutto è molto diverso”.

Il tuo Varese è tornato in Serie D, che emozione ti suscita?
“Negli ultimi anni ci sono stati parecchi problemi, situazioni che i tifosi e la città non si meritavano. Abbiamo anche fatto una trasmissione insieme ‘Aspettando il Varese…’ proprio per non far dimenticare i biancorossi. Mi sembra che chi è arrivato abbia le competenze, le possibilità e le intenzioni di fare bene. Lasciamoli lavorare in tranquillità”.
A Solbiate si sta portando avanti un progetto ambizioso che vede coinvolte diverse tue buone conoscenze.
“Il neo presidente della Solbiatese Claudio Milanese è stato il mio presidente ai tempi del Varese Calcio. Bello rivederlo coinvolto così in prima persona, una testimonianza di come si stiano facendo le cose per bene. E poi c’è Carmine Gorrasi che mi aveva voluto al Busto 81 nel mio ultimo anno di calcio giocato e Mirko Barban con cui ho collaborato per tanti anni al Cassano. Ci sono tutte le persone giuste al posto giusto, il che significa che si potranno raggiungere risultati importanti”.

Chiudiamo con un’immagine che racchiude la tua carriera.
“Non è facile, ho avuto la fortuna di vivere tanti bei momenti. Ricordo la rete della vittoria a Venezia con la maglia del Treviso, una gara molto sentita che i biancorazzurri non vincevano da tantissimi anni. Ero un po’ irritato perchè il mister mi aveva lasciato in panchina e appena entrato ho fatto la rete del 2-1”.

Michele Marocco

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