Dopo il lockdown il palaghiaccio di Varese non ha più riaperto. Colpa dell’inagibilità riscontrata dai Vigili del Fuoco dovuta, a quanto sembra, alla gestione dei flussi delle persone che transitano nella struttura stessa. Questo ha causato grandi disagi alle società sportive che svolgono proprio lì le attività (Mastini Varese, Varese Ghiaccio e Happy Sport Team) e, naturalmente, anche a chi lì dentro ci lavora. 
La stagione 2020/2021 è a forte rischio per tutti e, in particolar modo, questa situazione non consente ai Mastini, autori di un’annata scorsa da protagonisti, di pensare al futuro senza una pista su cui allenarsi e giocare. Il Sindaco Davide Galimberti ha assicurato che ad ottobre sarà allestita nell’antistadio una pista, ma questa tempistica è troppo dilatata per le necessità dei gialloneri.

Ecco, dunque, che tale stallo desta preoccupazioni su più fronti, anche tra i cittadini. Di seguito pubblichiamo il grido d’allarme che arriva da un nostro lettore. Pubblichiamo per esteso la sua mail.

Scrivo questa mail perché sono rimasto basito dal silenzio assordante della nostra Amministrazione sulla vicenda Palaghiaccio. Trovo davvero sconcertante che a un mese dall’inizio della stagione hockeystica che dovrebbe vedere Varese protagonista, l’Amministrazione non abbia dato segnali concreti per sbrogliare la matassa palaghiaccio.

Le ultime notizie parlavano di un problema (la mancanza di una scia per gli estintori) risolvibile con un investimento di circa 200 Euro, eppure nulla si è mosso. Nessuno ha avuto il coraggio di dire chiaramente quali siano gli ostacoli alla riapertura della struttura; si sono limitati a parlare di lavori per circa 200.000 Euro…

La nostra Amministrazione si vanta dei faraonici progetti delle stazioni, di largo Flaiano, del comparto Bainsizza-Belforte, ma non sta facendo nulla per garantire il futuro delle società sportive che gravitano attorno al palaghiaccio. Non può essere una soluzione prevedere a parole la sistemazione di una pista del ghiaccio all’antistadio (tra l’altro non prima di ottobre). Negli anni gli impianti comunali sono stati letteralmente abbandonati, disincentivando i pochi privati che si erano fatti avanti per averli in concessione. Troppo facile non spendere un centesimo e sperare che siano le società a farsi carico di tutta la manutenzione, si tratta pur sempre di strutture comunali! E chi ha garantito le attività sportive in detti impianti adesso si trova a piedi.

E ancora si ha il coraggio di parlare delle Olimpiadi di Cortina… Sul punto basterebbe osservare come il progetto di riqualificazione del palaghiaccio, così come è stato presentato (felice di sbagliarmi) non prevede l’aumento di capienza della struttura, né la creazione di un settore ospiti. Questo sarebbe il biglietto da visita per una città che si candida ad ospitare gli allenamenti delle squadre nazionali? Chi ha scelto un progetto simile (con la creazione di ben 2 campi da paddle..) dovrebbe fare un giro a Torino, Milano, Cortina, o Merano (ho assistito alla finale di Coppa Italia ed è davvero una struttura spettacolare seppur non immensa) per capire come siano strutturati i palaghiaccio che si candidano ad eventi importanti come le Olimpiadi. Per non parlare poi della scelta di creare una piscina che vista l’altezza sembra più simile ad una pozza d’acqua dopo una giornata di pioggia.

In tutto questo la prima squadra di hockey rischia di sparire perché non ha un campo dove allenarsi e i nostri ragazzi non sanno ancora dove potranno tornare a nuotare o giocare ad hockey.

Da cittadino mi aspetto che l’Amministrazione parli chiaramente e dica il perché il palaghiaccio non può riaprire, assumendosi eventualmente le proprie responsabilità.

Cordiali saluti,

Massimiliano C.

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