Tra il dire e il fare c’è uno sciopero da scongiurare. Nel braccio di ferro tra l’Associazione Italiana Calciatori del vicario Umberto Calcagno (nella foto) e la Lega Pro di Francesco Ghirelli è giunta l’ora della mediazione. Se preferite, della politica tout court. Affidata al presidente della FIGC Gabriele Gravina che ha convocato per oggi le due parti allo scopo di evitare la serrata prevista dall’AIC per il prossimo weekend.
Il tema divisivo è ormai noto: liste a 22 (con relative eccezioni), e (per converso), gli incentivi legati al minutaggio degli under. La missione dei vertici federali è quello di mettere una pezza alla figuraccia conseguente alla falsa partenza di un campionato già messo a dura prova da Covid e protocolli conseguenti. Obiettivo minimo quello di evitare che qualche gara si giochi e altre no. Per effetto dell’eventuale diversa adesione allo sciopero.

Quindi, o tutti in campo, o nessuno. Obiettivo massimo il compromesso tra i due contendenti. Magari con una parziale revisione dei criteri anagrafici alla base delle liste. Sulla falsariga di quanto accade in Serie A, per intendersi. Possibilità di successo dell’appeasement? Parecchie. Soprattutto se (machiavellicamente), sul tavolo dovessero essere messi altri argomenti di comune interesse. Considerato che sia Calcagno che Ghirelli sono sotto elezioni. Insomma, a breve sapremo se domenica la Pro Patria sarà a Carrara per la prima di campionato o se dovrà attendere altri 7 giorni per l’esordio con la Pro Vercelli.

Giovanni Castiglioni

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