Una vera e propria doccia fredda”, così il presidente della ValcuvianaGianluca Testa, commenta, con molto rammarico e sconcerto, la sospensione degli sport di contatto in Lombardia. Infatti nelle ultime ore non poche sono state le proteste e i dissensi che hanno animato il web nei confronti della nuova ordinanza firmata da Fontana
Che cosa ne pensa di questa decisione?
”È una sorpresa, un vero fulmine a ciel sereno. Soprattutto è una scelta inaspettata, visto i protocolli che le società stavano adottando per contrastare la diffusione del virus. Per i nostri ragazzi, specialmente per i più piccolini che sarebbero stati impegnati con le prime amichevoli e partite, era forse l’occasione per tornare ad una normalità e per loro è un contraccolpo”. 

Secondo lei si andrà oltre il 6 novembre?
”Non sono un esperto ma uno stop di tre settimane non cambia la situazione a mio avviso. Lo vedo più che altro come un segnale da parte di Fontana per mettere sull’attenti la cittadinanza, ma il timore è che si possa prolungare ulteriormente”.

E questo avrà delle ripercussioni particolari sui ragazzi del settore giovanile, visto che sono loro quelli penalizzati maggiormente?
”Il settore più colpito è proprio quello giovanile perché per i bambini il calcio è una valvola di sfogo che occupa buona parte del pomeriggio dopo la scuola e un momento dove possono essere liberi. Per i ragazzi della prima squadra, che sono già più grandi, è un hobby, però la questione non cambia molto”.

Parlando di campionato, invece?
”Da questo punto diventa difficilissimo e complicato portarlo a termine. Già è stato difficile combinare i turni infrasettimanali e ora con i rinvii ancora da recuperare e queste partite è dura. Non tutte le squadre hanno campi adibiti per le partite in serata e bisogna tenere in considerazione anche che molte società non hanno più gli introiti che magari prima avevano grazie agli ingressi del pubblico o con gli stand gastronomici”.

Naturalmente è un suo semplice parere, ma se al 6 novembre la situazione dovesse migliorare è favorevole ad una ripresa o preferiresti aspettare per sicurezza?
”Non sarei stato per questa sospensione, ma non ha senso chiudere oggi visto tutto quello che si fa. Se si ferma il calcio dilettantistico allora bisogna farlo anche con i professionisti. Davvero non capisco perché penalizzare società che hanno bisogno di questo per andare avanti, come non capisco perché la scelta sia arrivata per prima dalla nostra Regione. Parto dal presupposto che c’è qualcosa alla base che non ci vogliono dire perché sennò non me lo spiego”.

Roberta Sgarriglia

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