Le partite e il campionato sono solo la punta dell’iceberg del calcio perché sotto c’è ben altro che a primo impatto non si nota. Però, ora che ne siamo stati privati, iniziano ad emergere quelle sottigliezze che si davano per scontate: lo sport muove tantissime persone che ci mettono impegno e dedizione e ha un ruolo attivo per la crescita dei ragazzi e della loro salute mentale. Sono queste le problematiche emerse con il ds del Città di Samarate, Sergio Caccia: “Da una parte è anche giusto che ci si fermi ma non è stato corretto il come. Questa operazione uccide a livello economico tante società perché tutte, chi più e chi meno, hanno fatto investimenti”.

“Da noi tutti i giorni erano sanificate le strutture come da protocollo e due volte a settimana veniva un’azienda apposita a farlo, cosa che dava ulteriori tutele ai bambini, ai ragazzi e ai loro genitori. Fra le misure adottate, ad esempio, abbiamo dato ad ogni giocatore una bottiglietta con il proprio numero dalla quale dovevano bere. Noi e le varie società abbiamo un controllo ben preciso e siamo organizzati. La nostra era una modalità che stava funzionando e tante delle partite rinviate erano solo in via precauzionale – continua Caccia -. La cosa che mi ha dato davvero dispiacere e che mi ha fatto pensare addirittura di smettere è che venerdì scorso quando abbiamo comunicato la decisione della Regione Lombardia di sospendere tutte le attività ho visto molti bambini piangere. Ancora adesso mi si rizza la pelle. Nei genitori c’era sconforto, volevano vedere i propri figli contenti; per alcuni di loro erano le prime partite in assoluto che avrebbero giocato, per altri le prime dopo mesi. È già la seconda volta che viene imposto questo stop che è un danno enorme a livello sociale. Ora i giovani staranno ancora più attaccati ai videogame. Ne stanno risentendo pure i grandi della prima squadra ma il nostro compito è anche intervenire a livello psicologico per supportarli e motivarli. Dopo gli sforzi che abbiamo fatto tutti non è bello bloccarci di nuovo”.

Come si evolverà questa situazione?
“Nessuno vuole prendersi le sue responsabilità e secondo me si andrà oltre novembre. Il calcio non è solo un confronto tra squadre, ma sono coinvolti ragazzi e famiglie. Ci dispiace che il blocco delle partite sia arrivato venerdì sera, poche ore prima di scendere in campo, e che colpisca dalla Serie D in giù. Non è giusto perchè anche noi usiamo i protocolli sanitari”.

Se tutto va bene diventerà difficile proseguire il campionato.
“Secondo me bisogna fare un solo girone secco da fine gennaio così c’è la possibilità di portarlo a termine. Già a livello economico siamo stati penalizzati perché non abbiamo potuto fare tornei e alcuni sponsor, giustamente, visto il periodo, se ne sono andati. Diverse società sono allo stremo e temo per quelle che hanno speso tanto. Ripeto, dal mio punto di vista non si doveva neanche iniziare ed evitare così di prendere in giro le persone, soprattutto i bambini. Diventa un disagio sociale ed economico.

Quali sono le vostre prospettive?
“Il Città di Samarate adesso sta puntando le sue forze sul bando per lo stadio perché Samarate è una società che punta all’Eccellenza o Promozione ma senza stadio non si può, quindi per il momento ci stiamo concentrando su quello”.

Roberta Sgarriglia

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui