Il nuovo DPCM firmato nella tarda serata del 3 novembre proietta alcune regioni, tra cui la nostra, in un vero e proprio lockdown che, se anche più soft rispetto a quello di marzo ci sta facendo rivivere quei momenti drammatici. Le società dilettantistiche della zona, il cuore pulsante del calcio provinciale, brancolano nel buio e navigano nella totale incertezza da settimane ormai tra decreti, ordinanze e restrizioni che non hanno un punto fermo. Tutti hanno avuto modo di farsi una propria opinione e anche mister Ambrogio Baj dell’Aurora Induno ha espresso la sua visione a riguardo.

Che cosa ne pensa di questa situazione che si è venuta a creare in queste settimane?
“Al primo posto c’è soprattutto l’interesse per la salute dei cittadini e i calciatori non sono gli unici cittadini. Si può discutere sui modi, certamente, ma quando Fontana ha preso la sua decisione l’ha fatto per salvaguardare tutti e per quanto riguarda lo sport avrebbe fatto meglio a confrontarsi con chi ne sa più di lui. Entrando nel merito del calcio, numericamente lo sport più presente sul territorio, sarebbe stata opportuna una consultazione con gli organi competenti”.

Come la vede una possibile ripresa? Se effettivamente si potrà ricominciare, come pensa si potrà organizzare il campionato?
“Non ne ho la più pallida idea e la prima cosa che mi auguro è che consultino le società. Su come poter gestire il tutto dipenderà da come la situazione si evolverà. Evidentemente la ripresa fissata al 7 febbraio presuppone che prima ci si potrà allenare. Si dovrà pensare ad un format diverso e qui ognuno può dire la sua come fare l’andata e poi i play-off e play-out ma dubito che si potranno fare i due gironi”.

In quanto agli allenamenti, anche questo dietrofront continuo com’era stato gestito? Vi eravate organizzati per riprendere?
“Eravamo pronti col ricominciare e avevamo preparato tutto per l’attività di base in una logica sociale e in tal senso non avremmo fatto pagare le rette ai genitori. Possiamo disporre di più impianti come tre campi regolamentari e altrettanti non regolamentari e quindi potevamo cominciare con tutte le cautele e nel rispetto delle norme”.

Darete qualche programma di allenamento individuale ai ragazzi?
“Lo avevamo già fatto in primavera e per le prime settimane avevano avuto delle indicazioni, adesso studieremo le varie possibilità”.

Che ripercussioni economiche ci potranno essere per voi ma anche per le altre società dilettantistiche con questo ulteriore stop?
“Ci sono società più colpite e altre meno, alcune hanno fatto investimenti importanti per i campi e confidavano nelle rette del settore giovanile. Noi come Aurora non ne abbiamo in corso ma sono preoccupato non per quelle società che hanno speso nei giocatori perché purtroppo sono investimenti a perdere, ma per quelle che lo hanno fatto nelle strutture e che potrebbero avere delle ripercussioni. Mi auguro che facciano un decreto come quello Ristori per sorreggerle”.

Roberta Sgarriglia

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