Era nell’aria e la conferma è arrivata: la Lombardia, in quanto zona rossa, è nuovamente in lockdown. Attraverso la formalizzazione del Dpcm firmato dal Presidente del Consiglio, la nostra Regione si trova a vivere una nuova quarantena per fronteggiare l’emergenza sanitaria. Tra coprifuoco notturno, divieti di spostamenti e chiusure forzate, sono tante le attività che devono sospendere nuovamente il proprio esercizio e tra queste figurano anche palestre, centri fitness e impianti sportivi. Una situazione senza precedenti, che genera problematiche di vario tipo, eppure a Induno Olona c’è chi vuole affrontare il momento con filosofia. 
Thomas Gurini, responsabile del CrossFit Tre Valli, non vuole saperne di abbattersi, incarnando lo spirito guida della sua disciplina attraverso una parola chiave: adattamento. “Ogni situazione di crisi comporta importanti sacrifici – afferma Gurini –  ma è fondamentale non arrendersi, trovare sempre un modo per affrontare ogni ostacolo. Se tutti ci muoveremo nella stessa direzione, ne usciremo presto. Volere è potere, proprio come insegna il CrossFit”.

Come hai reagito a questa nuova stretta delineata dal Governo?
“Me l’aspettavo, era nell’ordine delle cose. Con il netto aumento dei contagi, hanno chiuso tutto ciò che era necessario e possibile chiudere. Nel momento in cui attività come quelle di bar e ristorazione iniziano ad avere delle limitazioni, è prevedibile che le sospensioni possano arrivare in breve tempo per tutti. Naturalmente rimane il malcontento nostro e dei clienti, ma sapremo adattarci proprio come abbiamo già fatto la scorsa primavera. Fino ad ora l’esercizio fisico all’aperto era il nostro piano B, la telematica sarà il nostro piano C”.

A proposito di questo, nonostante le passate restrizioni voi siete riusciti a portare avanti i vostri programmi di CrossFit. Come avete fatto finora?
“Consci del fatto che il precedente decreto permetteva le attività fisiche nelle strutture sportive solo all’aperto, abbiamo dovuto arrangiarci come potevamo. Disponendo di un campo da calcetto esterno, abbiamo spostato alcuni attrezzi su di esso, cosicché i nostri utenti potessero continuare ad allenarsi. Abbiamo creato otto postazioni distanziate tra loro, ognuna dotata di strumenti di lavoro singoli come bilancieri, pesi, corde e molto altro. Rispettando protocolli di sicurezza, norme igienico-sanitarie e regolamentando l’affluenza, siamo riusciti ad andare avanti qualche giorno in più. Probabilmente siamo stati tra pochi nella zona, se non gli unici, a muoverci in questa maniera”.

E l’utenza come ha reagito a questo cambiamento?
“Positivamente, per loro è stata come una nuova sfida, una suggestione che li ha spinti a non fermarsi. Lo spirito del CrossFit è proprio questo: cercare sempre stimoli di fronte ad ogni novità, bella o brutta che sia. E io cerco di trasmettere questa filosofia ai miei clienti”. 

Adesso invece come vi muoverete?
“Come abbiamo già fatto tra marzo e maggio, ripartiremo con gli allenamenti via Skype, cercando di creare esercizi interessanti e stimolanti, attraverso sfide personalizzate. Tutte le sere saremo collegati per allenarci in casa in casa. Certo, non tutti gli utenti hanno la possibilità di avere attrezzi tra le mura domestiche, ma ho pensato a come poter ovviare a ciò. Qualora i clienti vorranno comprare degli strumenti per l’allenamento domestico, una volta finita l’emergenza potranno tornare in palestra e metterli a disposizione di tutti. La spesa impiegata per l’acquisto, verrà poi scontata sul totale dell’abbonamento. È una sorta di incentivo a non fermarsi, trovare nuove motivazioni nonostante la reclusione casalinga. Per il momento è solo un’idea, ma potrei proporla a breve”.

Prima della sospensione era ancora possibile eseguire i circuiti all’interno del salone. Quali protocolli di sicurezza avevate adottato?
“La sala è grande circa 220mq, perciò almeno otto persone potevano muoversi comodamente sulle postazioni, rispettando pienamente il distanziamento. All’ingresso veniva misurata la febbre a chiunque entrasse e gli atleti erano tenuti a compilare un’autocertificazione che attestasse il loro stato di salute. Ogni locale era dotato di prodotti igienizzanti per la sanificazione delle mani e all’interno di essi ci si poteva muovere solo se dotati di mascherina. Parlo quindi della hall, dei corridoi, della palestra, del bar, dappertutto. Gli atleti potevano togliere la mascherina solo nel momento in cui si apprestavano a effettuare un esercizio sul posto. L’ingresso e l’uscita erano differenziati e a tutti raccomandavamo massima puntualità, così da evitare affollamenti qualora fossero arrivati in anticipo. Inoltre, non era possibile utilizzare gli spogliatoi. Le misure di sicurezza c’erano, siamo stati molto attenti”.

Quali le ripercussioni economiche da marzo a oggi?
“Con la struttura chiusa non si avevano entrate e questo ha influito parecchio sul bilancio. Durante il periodo del primo lockdown e in quello estivo ho perso praticamente la metà dei clienti storici. Intorno a settembre e ottobre abbiamo recuperato quasi del tutto l’affluenza precedente grazie all’arrivo di nuovi utenti. Da parte nostra, abbiamo voluto bloccare gli abbonamenti già sottoscritti, permettendo agli atleti di riprendere da dove avevano lasciato. Siamo contenti che questa decisione sia stata accolta di buon grado. I nuovi clienti non si sono lasciati sfiduciare all’idea di una possibile quarantena bis, perché hanno compreso il nostro modus operandi volendosi iscriversi comunque”.

Concentriamo ora il discorso sul CrossFit, un’attività che da tempo ha preso piede in Italia ma che forse non è ancora conosciuta del tutto. Come la descriveresti?
“Nel vasto universo del fitness, il CrossFit rappresenta la realtà più completa. All’interno vi si trovano un gran numero di circuiti per effettuare un allenamento completo: dal corpo libero alla resistenza muscolare, dagli esercizi di agilità a quelli di forza e molto altro ancora. È quindi un’attività che permette di variare continuamente grazie alla sua ricca varietà di scelta. Il senso del CrossFit è rappresentato proprio dallo spirito di adattamento, che a sua volta fa rima con allenamento. Per questo motivo, nonostante il lockdown, cerco di mantenermi positivo: è un sistema che insegna a non arrendersi davanti a nessuna difficoltà. La sfida è quella di reinventarsi, trovare nuove vie. In palestra, all’aperto, in casa, dovunque è possibile allenarsi, basta volerlo. L’arte dell’arrangiarsi diventa fondamentale”.

Quali sono i benefici a livello fisico?
“A proposito di ciò, volevo esprimere una mia riflessione. Attraverso YouTube, i social e vari blog su Internet, trovo che passi un messaggio sbagliato, ricco di un fanatismo che non appartiene al mondo del CrossFit. Ho visto accostare a questa disciplina ideali che non corrispondono al vero. Ho sentito qualcuno dire: ‘Lo faccio per gonfiarmi, mi aiuto con gli integratori’. Niente di più sbagliato. Io voglio lanciare un messaggio positivo, spiegando che l’intento di questa attività è quello di allenare corpo e mente per apportare loro dei benefici. Prendersi cura di sé stessi significa porre un accento importante sulla propria salute fisica e mentale. È un allenamento a 360 gradi, attraverso il quale possiamo prevenire malattie cardiovascolari e muscolari, dando di conseguenza importanti impulsi al cervello, grazie all’effetto delle endorfine rilasciate. Il tutto, unito a un’alimentazione sana. Stiamo vivendo un particolare momento storico, poiché alla corretta paura del contagio si aggiungono lo stress, sensazioni di fragilità e immobilità. Trovare una strada per sfogare queste tossine assume quindi una certa rilevanza. Il fitness può aiutare a superare questi momenti di smarrimento”.

Qual è il tuo augurio per il futuro prossimo?
“La mia speranza è che questa pandemia possa essere sconfitta al più presto. Ci ritroviamo tutti nella stessa barca e pertanto è necessario compattarsi facendo dei sacrifici. È importante muoversi nella stessa direzione per abbattere il virus. Io non posso fare altro che attenermi alle decisioni che vengono prese. Sicuramente non scenderò in piazza per protestare, ma il Governo deve capire che la situazione è grave per tutti”.

Dario Primerano

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