Cosa succederà al calcio dilettantistico dopo questo secondo stop? Si riuscirà a intravedere un barlume di luce alla fine del tunnel? Con il ritorno del lockdown come da DPCM del 3 novembre, la Lombardia si ferma di nuovo, sport compreso, e tantissimi bambini e ragazzi si trovano ancora una volta chiusi in casa, senza poter inseguire i loro sogni e le loro passioni su quel rettangolo verde che chiede tanti sacrifici ma regala altrettante gioie. In casa Gavirate, come per tante altre società, la nostalgia del campo è tanta. Abbiamo parlato di questa difficile situazione con il direttore sportivo Fabio Fumagalli.

Dopo il DPCM di fine ottobre, avevate programmato la ripresa degli allenamenti individuali?
“La scorsa settimana avevamo comunicato ai tesserati del settore giovanile che ci saremmo fermati con gli allenamenti per vedere come andava la curva del contagio, visto che i numeri stavano salendo. A livello di società volevamo valutare bene cosa fare, di settimana in settimana. Non era una situazione semplice e qualsiasi tipo di scelta, sia di allenarsi che di non allenarsi, avrebbe avuto una sua logica. La voglia di riprendere c’era e da parte di tutti, dello staff tecnico, dei mister, dei ragazzi, ma onestamente bisognava analizzare la questione a livello globale. Con il fatto che i più grandi erano già in didattica a distanza e i più piccoli in presenza, volevamo vedere se farli allenare o meno. Non so se avremmo iniziato, poi negli ultimi giorni si è iniziato a parlare di lockdown e qualsiasi idea è decaduta”.

Com’è l’umore in casa Gavirate? 
“Molto basso, come per tutte le società. È una situazione di difficoltà per tutti, in cui qualcuno non potrà neanche lavorare. Con tutto l’impegno e gli sforzi che si dedicano al calcio dilettantistico, manca molto approcciarsi al campo. Ora faremo qualche call con i mister dell’agonistica e dell’attività di base per cercare di passare questo momento buio. Poi, come abbiamo fatto durante l’altro stop, ci faremo sentire con i bambini su Zoom per vederli in faccia, salutarci, dirci che ci manchiamo a vicenda. È il frutto del rapporto che si crea e anche il bello dello sport. Adesso l’importante è che stiano tutti bene, insieme alle loro famiglie, e quello che ci auguriamo, per chiunque e in tutti i settori, è che questo periodo passi in fretta”. 

Quanto peserà questo secondo lockdown sui ragazzi? 
“Già nella stagione scorsa il lungo stop si era fatto sentire e ora questa seconda sospensione rischia di danneggiare il percorso di crescita, perché la funzione del settore giovanile, prima ancora di creare giocatori di calcio, è quella di creare ragazzi e uomini. Già in estate qualcuno aveva avuto dei ripensamenti e aveva smesso di giocare, come penso sia successo anche in altre società. Poi ci eravamo rimessi in moto con la preparazione, stavamo incominciando i campionati e fermarsi così potrebbe causare una ricaduta. Speriamo che lo stop sia il meno lungo possibile, perché fare sport è importante e certe dinamiche le puoi vivere solo in gruppo. A prescindere dallo sport che si pratica, quando si è bambini e ragazzi non si aspetta altro che il momento dell’allenamento in settimana e la partita del sabato o della domenica. È una mancanza che avvertiremo sicuramente, ma in questo momento non possiamo fare altro: tutti gli ambiti sono toccati, dal lavoro alla scuola, e l’emergenza sanitaria viene prima di tutto. Dobbiamo metterci al riparo e uscire da questa situazione negativa per poter ripartire non appena ce lo consentiranno.

Il “quando”, però, è un enorme punto interrogativo…
“Spero che la ripresa possa avvenire comunque a febbraio e che le restrizioni a cui andremo incontro, per noi ancora più rigide, possano portare a un netto miglioramento dopo il periodo natalizio. In realtà mi auguro che succeda anche prima, già da metà dicembre, e che il weekend del 6-7 febbraio deciso dalla Federazione sia la data giusta per ricominciare. Sarebbe importante per tutto il movimento del calcio dilettantistico, così da poter stare insieme, fare sport e far venire i bambini al campo”.

Parentesi prima squadra: come vi regolerete in questo periodo?
“Per la prima squadra dovremo calibrare bene i programmi in base alla possibile ripartenza. Ora devono più che altro gestirsi con esercizi di mantenimento. Hanno ricevuto un programma da seguire individualmente e sono sicuro che lavoreranno bene perché sono un gruppo di ragazzi intelligenti. Poi quando avremo una data di ripartenza più certa potremo incrementare il carico, ipoteticamente da inizio dicembre se teniamo come riferimento il 7 di febbraio”.

Silvia Alabardi

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