Bomber di razza, Giovanni Beretta nella sua carriera ha segnato in tutti i modi, in Lombardia così come in Piemonte, in Serie D e in Eccellenza e ha ricevuto applausi, attestati di stima e anche qualche premio. Ora, a 34 anni, si è rimesso di nuovo in gioco e qualche settimana fa, poco prima che il calcio si fermasse ancora, ha detto sì all’Olimpia, in Promozione, tornando, di fatto, nella sua Lombardia dopo varie stagione in Piemonte tra Verbania, Stresa, Borgomanero e Baveno.
Ma non è tutto perchè, in una famiglia come la sua che ha lo sport e il calcio nel sangue, Giovanni ha intrapreso da qualche tempo un percorso lavorativo che lo porta, guarda caso, sempre vicino a quell’amato rettangolo verde.

Che cosa ti ha riportato in Lombardia?
“Dopo lo stop del marzo scorso, mi sono preso un po’ di tempo e non ho accettato subito le proposte che mi sono arrivate. Ci sono state chiacchierate, non lo nego, ma ho temporeggiato anche per vedere l’evolversi della situazione legata al Covid-19. Poi c’è stata l’opportunità di giocare con Neto e ho detto sì subito all’Olimpia. Sarebbe stato un onore per me giocare con lui. Però, purtroppo non ho fatto in tempo…“.

Neto, infatti, è passato al Città di Varese con il ruolo di vice allenatore.
“Ha fatto bene e rispetto appieno la sua decisione. Neto è innamorato del Varese, ha avuto questa chance e giustamente l’ha presa al volo. Dai tifosi è considerato un re e io stesso mi ricordo che lo adoravo quando giocava con i biancorossi in Serie B. Secondo me ha fatto benissimo e, anzi, per me avrebbe perfino potuto giocare ancora, non avrebbe per niente sfigurato in Serie D. Ho fatto in tempo a svolgere qualche allenamento con lui all’Olimpia e lo posso testimoniare”.

Mister Rinaldi l’ha ringraziato per tutto quello che ha fatto per l’Olimpia.
“Sono d’accordo. Non ho potuto condividere molto con Neto nella nostra avventura comune all’Olimpia, ma da quello che ho visto nei pochi allenamenti insieme è un ragazzo d’oro, umile, disponibile e che ha sempre dato l’esempio a tutti noi e ai più giovani. Uno come lui potrebbe permettersi di allenarsi meno, e invece è sempre stato estremamente professionale e disponibile. E’ un valore aggiunto per ogni squadra, un grande uomo e calciatore”.

La punta di diamante dell’Olimpia quando si riprenderà sarai tu…
“Questo non lo so, ma sicuramente ho dalla mia tante stagioni in Serie D ed Eccellenza e qualche campionato di Eccellenza vinto. Ho iniziato al Bosto da bambino, poi sono passato alla Solbiatese e lì ho giocato tre anni in Serie D; poi, sempre in Lombardia, sono stato al Verbano e alla Vergiatese dove ho giocato una delle mie migliori annate dal punto di vista realizzativo. Al Legnano, invece, non è andata benissimo e successivamente ho oltrepassato il Lago Maggiore per approdare al Verbania. Per vari anni, dunque, al netto di una parentesi al Brugherio, sono rimasto in Piemonte dove non ho trovato grandi differenze. In Eccellenza sono rimasto attorno a quota 15 gol sia nel girone A e B lombardo, sia in quello A piemontese. Ora torno con entusiasmo, sperando che l’emergenza sanitaria si risolva al più presto”.

Secondo te quando si ricomincerà a giocare?
“Purtroppo la situazione è complicata e siamo ancora in balia del virus. Non so quanto abbia senso finire il campionato e, o si trova una formula solo per il finale, oppure tanto vale riprendere a settembre con una nuova stagione e intanto pianificare bene il tutto con un mini protocollo ad hoc anche dall’Eccellenza in giù”.

Il calcio ti manca?
“Mi manca tantissimo soprattutto il gruppo, i compagni, il vivere lo spogliatoio. Il calcio è stare assieme, scherzare, intrecciare rapporti e relazioni, cose alle quali sono sempre stato abituato fin da bambino. Ora tutto ciò non si può fare e ne sento la mancanza. Per quanto possibile sto cercando di tenermi in forma grazie alle linee guida del nostro preparatore Federico Fumagalli, ma devo ammettere che l’aspetto fisico non è mai stato il mio punto forte. Non sono proprio un bronzo di Riace”.

Si sta parlando molto di Riforma dello Sport e della tanto discussa abolizione del vincolo sportivo. Cosa ne pensi?
“Ci sono pro e contro. Secondo me mantenere il vincolo sportivo fino a 25 anni è troppo e proporrei di fare una via di mezzo, ossia lasciarlo fino a 21 o 22 anni d’età al massimo. Per le società è importante che ci sia per avere giocatori di proprietà e sui quali si è investito. Dall’altra parte, però, ho visto molti ragazzi smettere di giocare a calcio proprio perchè non riuscivano a svincolarsi dalle società di appartenenza che non li lasciavano liberi. Si deve trovare una via di mezzo a ciò che è in vigore adesso, toglierlo del tutto non sarebbe corretto”.

Quanto a te, il tuo lavoro è sempre nell’ambito del calcio.
“Da quattro anni sono procuratore. Mi sono avvicinato grazie a mio fratello Giacomo che ho portato dal Foggia all’Ascoli e poche settimane fa al Padova. E’ un mondo affascinante e, dopo aver sostenuto l’esame di abilitazione, ora sto cercando di inserirmi gradualmente. Sono l’agente di molti calciatori della zona come ad esempio di Stefano Molinari, difensore centrale classe 2000 della Pro Patria e di Stefano Banfi della Caronnese, ma curo gli interessi anche di Gabionetta e Calil. Spero di farmi strada e di crescere”.

Hai parlato di tuo fratello Giacomo. Come mai ha scelto di scendere in Serie C?
“Dopo molti anni di Serie B, ha deciso di accettare il Padova, una piazza importante e ambiziosa e che ha come DS Sean Sogliano che conosce Giacomo dai tempi del Varese. Vuole rimettersi in mostra e fare bene dopo un’ultima stagione molto travagliata in cui ha subito un infortunio alla caviglia”.

Cosa cambierà nel mondo del calcio dopo questa pandemia?
“Secondo me cambieranno tante cose. Per quanto riguarda il mio lavoro, avrà ancora più valore la professione del match analyst, colui che prepara video sui calciatori. Visto che attualmente non si può andare allo stadio, anch’io guardo tanti video e cerco di farmi un’idea su un calciatore. Però posso dire con certezza che non è la stessa cosa: a me piace vedere un ragazzo dal vivo e sentire le emozioni e le impressioni che mi dà vederlo giocare”.

Laura Paganini

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui