“Mi scusi, la devo chiamare mister?”
È iniziata più o meno così la telefonata con Jacopo Fantinati il giovane 22enne che pochi giorni fa ha ottenuto il patentino Uefa C a seguito del corso online seguito in questa seconda parte di 2020.
Dai pulcini del Fagnano alla juniores, una carriera dal “calciatore” finita con il ciclo dei classe ’98 che pochi anni fa hanno preferito, per la maggior parte, intraprendere nuove strade, e dato a Jacopo l’occasione di guardare il campo da un’altra prospettiva, nonostante la giovane età.

Jacopo raccontaci come è iniziata la tua storia di allenatore.
È iniziato tutto all’incirca 4 anni fa quando dopo aver appeso le scarpette al chiodo, mister Ambrosetti mi propose di far il suo secondo alla juniores di Fagnano, il mio paese, la società in cui sono cresciuto. L’anno successivo affiancai un grande tecnico quale penso sia Ulisse Raza mentre dopo di lui è arrivato Stefano Monti. Le cose però non andarono per il meglio e grazie all’intuizione di Gianni Riccio, al quale sarò sempre grato, venni promosso prima guida tecnica della squadra; non esitai, accettai l’incarico nonostante una situazione difficilissima, purtroppo il covid ha stoppato tutto ma da novembre a marzo furono quattro mesi intensi in cui affiancato da un mio caro amico, riuscimmo a tirarci fuori dalla zona playout”.

L’evoluzione delle cose ti ha visto approdare ad agosto al Valle Olona, a seguito della fusione delle due società Fagnano e Olgiatese: cosa hai potuto assaporare nel poco tempo vissuto sui campi in questa stagione?
“Mi sono ritrovato coinvolto in questa nuova avventura con tanto entusiasmo, volevo continuare l’esperienza juniores e questa opportunità mi è stata data ma il responsabile del settore giovanile Castiglia ha voluto raddoppiare affidandomi anche i giovanissimi 2006, ero un po’ scettico, ma mi sono ricreduto in fretta, per quel poco che abbiamo fatto so che siamo all’inizio di una grande avventura, peccato non aver ancora debuttato sul campo in una partita ufficiale (la prima e unica giornata disputata il Valle Olona era di riposo ndr) ma so che quando torneremo tutta questa attesa lo renderà ancora più bello”.

Nel frattempo il corso online Uefa C: come è nata l’idea di iscriverti e come è stato strutturato?
Era un pomeriggio di maggio quando il segretario del Fagnano Bianchi mi chiamò e mi disse che c’era questa opportunità e che avevo tutte le carte in regola per partecipare, non esitai e mi iscrissi passando notti insonni per paura di non essere ammesso; fu un gran giorno quando uscì la graduatoria e su 120 postazioni arrivai 28esimo. È iniziato poi a giugno in versione online con collegamenti serali di tre ore quotidiani più sabato mattina, la parte teorica l’abbiamo affrontata così fino a fine luglio”.

E la parte pratica?
Ad agosto ci hanno lasciati liberi, abbiamo ripreso a settembre, fortunatamente un mese che ci ha permesso di ritrovarci sul campo di Cologno al Serio almeno 6/7 volte in presenza del prof. Bonaccorso ovvero il responsabile tecnico dell’Atalanta calcio, fin quando il 3 ottobre è stata la volta dell’esame, con una prova scritta singola per ogni materia, più una prova pratica di preparazione allenamento (svolta in gruppi) ed una prova orale finale”.

Qual è l’aspetto che ti è piaciuto di più?
Abbiamo affrontato davvero tante discipline che ci hanno permesso di avere una visione più chiara su tanti argomenti, io sono rimasto colpito da metodologie di allenamento con mister Pasini, l’allenatore della Primavera dell’Atalanta, un incontro davvero ricco e formativo”.

A distanza di due mesi da quell’esame, il traguardo: cosa hai provato quando hai letto l’esito?
Io sono un ragazzo che ci tiene tantissimo e per me è stata una grande emozione, non potevo crederci, in un anno così difficile anche questi mesi devo dire che sono stati accentuati da tutta questa situazione, ma sono molto felice di aver colto quest’opportunità e di essere riuscito a raggiungere quest’obiettivo”.

Step by step, quali sono i prossimi traguardi?
Sicuramente andare avanti e quindi raggiungere poi i requisti per partecipare al corso UEFA B, ma nel frattempo, pandemia permettendo, continuare ad allenare, stare sul campo, per me indossare questi panni è qualcosa di speciale, non so spiegarlo a parole, ma il mio sogno più grande è sempre stato quello di poter lavorare nel mondo del calcio al 100%, poter dedicare alla mia passione anima e corpo, so che ho ancora tanta strada da fare ma mi sento pronto a percorrerla”. 

Emotivo come sei, quanti grazie hai già regalato da quel giorno?
Tanti, tantissimi: il primo grazie va a Gianni Riccio, ha avuto il coraggio di affidare una juniores regionale ad un ragazzo di 22 anni, avevamo solo 8 punti e la situazione era difficilissima, eppure in quei pochi mesi siamo riusciti a “salvarci”, grazie anche alla vecchia guardia dei 2000 che sono sempre stati dalla mia parte, grazie anche al presidente Caprioli e a tutta la vecchia guardia del Fagnano, mi hanno cresciuto dal 2006, quando ero un bambino che scorrazzava sui campi, ma poi grazie anche alla mia famiglia e ai miei amici che vivono questa mia passione con me, al mio fianco, sempre presenti al di là della rete, sempre contenti dei miei “successi”, non è cosa da tutti i giorni avere un supporto così, con loro al mio fianco so che ho una marcia in più per poter realizzare il mio sogno”.

Mariella Lamonica

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