In un anno in cui la solidarietà è stata fondamentale, c’è chi non è stato con le mani in mano, anzi ha colto la palla al balzo e si è rimboccato le maniche per cercare di essere di aiuto, anche nel proprio piccolo. E’ il caso di Leonardo Aguggiaro, pivot negli U21 regionali del neonato VareseLaveno C5 che in questi mesi ha iniziato a svolgere l’attività di volontariato presso la Protezione Civile di Caravate.
Neanche il tempo di allacciare gli scarpini che Leonardo, come tutti i suoi compagni, si è trovato nuovamente “in panchina” con una sola partita disputata, ma ha saputo sfruttare questa situazione e trovare un lato positivo in tutti questi mesi difficili mettendosi al servizio della sua comunità.  

Questo è il tuo terzo anno nel mondo del calcio a 5, che cosa ti piace di più di questo sport? E che cosa ti porti dai tanti anni di calcio ad undici?
“Tanta gente pensa che sia la stessa cosa, in realtà il calcio a 5 è più intenso anche per il solo fatto che, mentre nel calcio a undici puoi essere cambiato una volta, qui entri anche più volte e dai il massimo magari in quei cinque minuti in cui giochi e, per questo, come minutaggio hai anche meno momenti morti. L’aver giocato in tutte e due le categorie mi ha permesso di mettere insieme i due vantaggi. Il calcio a 5 è più tecnico, impari a controllare la palla, a differenza di quello ad undici che è più corsa. Il passaggio al cinque è complicato, ma quando impari è divertente. È un’esperienza per i ragazzi e può tornare sempre utile. La società, infatti, voleva inserire diversi giovani e l’ha fatto con gli U17. L’obiettivo è anche avvicinare i più piccoli a questo sport che nella zona è poco conosciuto e che, secondo me, in un futuro potrà ampliare il proprio bacino di utenza”.

Ora siete di nuovo fermi, come hai preso questo momento?
“Lo stop non è stata una cosa bella anche a livello di squadra perché c’era stata da poco la fusione con le due società e stavamo iniziando ad amalgamarci bene dopo un primo ambientamento. Abbiamo fatto in tempo a giocare la prima giornata e il blocco ci ha spezzato le gambe. Anche il solo poterci allenare sarebbe stato utile ma questa, alla fine, è la scelta migliore, anche se speravamo durasse poco questo periodo”.

Quanto ti manca il poter stare insieme ai tuoi compagni? Secondo te è fattibile la ripresa?
“Tantissimo, mi manca la tensione della partita e tutto ciò che consegue durante la settimana ma anche il fatto stesso del potersi allenare, anzi, forse è la cosa che più mi manca di queste restrizioni. Mi auguro che si riprenda, ma vista la situazione, al momento, non penso sia a breve, magari in primavera. A quel punto diventerà pure complicato terminare. Spero che si trovi una soluzione perché per molte società è stato difficile iniziare, hanno speso dei soldi per potersi adeguare e vedersi cancellato di punto in bianco quello che hanno costruito non è facile”.

Continuerai a giocare o è sempre aperta la strada ad altre possibilità?
“Già l’anno scorso doveva essere il mio ultimo anno di U21 come fuoriquota, poi con la questione del Covid è stato prolungato il termine. Mi sono trovato bene sia a Laveno e sia adesso con la fusione. Il problema è trovare una squadra dove andare, non essendocene molte in zona, o riuscire a fare anche il salto per giocare in serie C1. Ma se riuscissi a trovare una soluzione e a conciliare i vari impegni mi piacerebbe continuare e, perché no, un’idea potrebbe essere anche allenare, iniziando dei corsi. Il mondo del calcio a 5 mi piace e mi sprona anche la passione che hanno queste piccole società che fanno grandi sforzi ed è notevole il loro impegno”.

Parlando di esperienze ed impegni, da poco sei anche volontario della Protezione Civile. Come mai hai deciso di iniziare questa nuova avventura?
“L’ho pensato in primavera, era il periodo in cui non c’erano gli allenamenti, avevo del tempo libero e ho sempre avuto questo desiderio di voler aiutare la comunità e gli altri. Così mi sono informato, ho fatto un mesetto di prova a Caravate e mi sono trovato bene. Ho fatto il corso e da giugno sono volontario, mi dà molte soddisfazioni. Probabilmente senza la pandemia non sarebbe nata questa voglia ma ho colto questa opportunità e in futuro quando tutto tornerà alla normalità, per quanto possibile, continuerò”.

Hai fatto degli interventi inerenti all’emergenza sanitaria?
“Sì, ne facciamo giornalmente, ad esempio consegniamo la spesa alle persone anziane, abbiamo distribuito le mascherine e adesso abbiamo svolto attività al punto tamponi di Malnate. Andremo anche a dare supporto all’ATS per svolgere i tamponi, tutto questo oltre alle attività di prevenzione, rischio incendi ed esondazioni, che quest’anno non sono mancati”.

Roberta Sgarriglia

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