E’ tempo di raccontare il 2020 a pedali. Daniele Savio del Gruppo Sportivo Nazionale ci porta sulle strade del Giro di Lombardia cicloturistico.
Da qualche anno sono in arancione con tanta voglia di fare ciclismo ma anche cicloturismo. Nelle uscite con gli amici del Nazionale capita di parlare della mia passata esperienza, la Somma Barcellona in 7 tappe del 2016. Il racconto raccoglie entusiasmo e la voglia di molti di provare qualcosa di simile mi ha indotto a organizzare un’analoga esperienza. Da qui nasce l’idea del piccolo giro di Lombardia, solo territorio italiano, in 5 tappe con un totale di 730 km. Il percorso è ad anello e segue in parte il perimetro della regione Lombardia, ma con la precisa idea di mescolare un serio impegno ciclistico con il turismo e conoscenza del territorio.

Anno “2020”: siamo in pandemia con tutti limiti imposti, l’organizzazione non è facile e in particolare la ricerca di strutture per il pernottamento lascia sino all’ultimo tante incertezze sulla possibilità di partire. Dopo non poco lavoro di organizzazione, riusciamo a definire il tutto e saremo in 5 compagni di viaggio: io, Sergio, Sonia, Giovanni e Angelo in più una macchina d’appoggio guidata da Loris che ringrazio ancora per la disponibilità.
Ed eccoci a giovedì 2 luglio, la prima tappa Somma Lombardo / Sondrio, partenza dalla piazza con molti amici del Nazionale che ci hanno accompagnato fino a Cernobbio dove effettuiamo una prima sosta nella pasticceria del cugino di Giovanni. Caffè e brioches, salutiamo gli amici e si riparte.
A Laglio passando davanti al cancello di Villa Oleandra, Sonia allunga lo sguardo per cercare di vedere il divino George, ma lui chissà dov’è. Costeggiando il lago di Como su diversi tratti di pista ciclabile che ci permette di evitare le gallerie, arriviamo a Colico. Entrando in Valtellina prendiamo la bellissima ciclabile Sentiero Valtellina che ci porterà fino a Sondrio seguendo il fiume Adda. La prima tappa si conclude con 160 KM. Dopo cena Sergio si appresta a fare la prima diretta Facebook che, all’inizio sembra un servizio del cinegiornale, ma poi si rivela un successo che si ripeterà ogni sera.

3 luglio venerdì: seconda tappa di 160 km che ci porterà sul lago di Iseo. Dopo 45 km inizia la salita a sua maestà il Mortirolo. Sergio allunga subito, due tornanti dopo lo raggiungiamo, lo superiamo e alla fine sulla cima arriverà primo Giovanni, io a seguire, Angelo e la bravissima Sonia che, nonostante qualche e problemino fisico, stacca Sergio, che giungerà ultimo a 35 minuti dal primo. Il tutto sarà impietosamente filmato e postato sui social. Foto di rito anche con la maglietta bianca dedicata al Covid-19 per la raccolta fondi per il ciclismo giovanile, un’iniziativa dell’amico giornalista Sergio Gianoli. Lunga discesa verso Iseo con nuvole tempestose che ci inseguono, alziamo l’andatura e per fortuna finiamo la tappa asciutti.

4 luglio sabato: la terza tappa km 167 è quella che ricorderemo per il paesaggio più vario. Attraversiamo le colline della Franciacorta con i suoi vitigni con direzione Peschiera del Garda, da lì prendiamo la ciclabile lungo il Mincio lunga circa 40 km incontrando luoghi incantevoli come Valeggio sul Mincio, Mantova e Sabbioneta, splendido borgo rinascimentale dichiarato patrimonio dall’Unesco. Abbiamo dormito a Colorno (PR) all’Antica Grancia Benedettina.
Dopo tre tappe la stanchezza si fa sentire, ci troviamo in piena campagna, un breve giro di telefonate e troviamo una Trattoria a breve distanza dove rifocillarci con una cena innaffiata con abbondante vino locale. Dopocena con la lieta visita del cugino di Angelo spunta anche una bottiglia di Magnum prosecco, che per la cortesia non possiamo esimerci dal finire in atmosfera allegra e surriscaldata. A dirla tutta non è proprio una vita da atleti, ma a volte ci vuole. 

5 luglio domenica: la quarta tappa Cologno/Travo km 118. Nelle intenzioni doveva essere di trasferimento, ma ci accorgiamo subito che la stanchezza e la serata trascorsa si fa sentire. Ad un certo punto non basta la fatica, un guasto meccanico al cambio elettronico della bici di Sergio lo blocca sul rapporto più duro. Potrebbe salire in macchina ma decide di continuare in bici e con l’aiuto di Loris alla guida della macchina di appoggio si fa trainare nei tratti di salita e caparbiamente arriva al traguardo. La tappa prevede dopo circa 70 km l’incontro con l’ex professionista Eddy Ratti e con molti degli amici del Nazionale che per l’occasione sono venuti a trascorrere la domenica insieme.
Giungiamo a Travo all’agriturismo La Dolce Vite dove un ottimo e buon pranzo ci rifocilla in lieta compagnia, cui seguirà una serata sulle rive del locale fiume Trebbia dove mettiamo a mollo i piedi alla ricerca di frescura. 

Siamo a lunedì 6 luglio l’ultima tappa di km 144 che ci riporta al punto di partenza. Siamo rimasti in tre: io, Giovanni e Sergio a cui un amico del Nazionale presente il giorno prima con grande spirito sportivo ha prestato una bici. Attraversiamo il Po e Pavia, Bereguardo, Morimondo, Abbiategrasso sempre alla ricerca di fontanelle dell’acqua perchè il caldo non dà tregua. Ci immettiamo sull’ultima ciclabile, quella lungo il naviglio che ci porterà fino al traguardo finale di Somma Lombardo. Qui procediamo pigramente, i pensieri si affollano nella mente, si cominciano a tirare le conclusioni di questa avventura.

Due cose ci hanno sorpreso: avevamo sottostimato la fatica che puntualmente si è fatta sentire; forse gli anni passano ma per fortuna le motivazioni restano. Poi il paesaggio, quando si parla di Lombardia si pensa ad una delle regioni più operose d’Italia: industrie, traffico, stress, frenesia, inquinamento. Percorrendo strade fuori dalle trafficate rotte e molte piste ciclabili ben tenute, abbiamo trovato una regione con paesaggi mozzafiato, dalla montagna più aspra ai meleti della Valtellina, alla romantica collina di ordinatissimi vitigni, alla sterminata pianura dove l’agricoltura la fa da padrona, borghi ricchi di storia e arte, agriturismi molto curati con personale molto gentile e disponibile e infine tanti km di ciclabili, fuori dal traffico, lungo un fiume, pace e silenzio.
Quale sarà la prossima avventura? E chi lo sa, l’unica certezza è che ci sarà con gli stessi compagni e/o con tanti altri, comunque, in maglia arancione. 

Daniele Savio 

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