
Tra gli Under 16 che si sono aggiudicati il premio “Talenti dello Sport 2020” di Panathlon International Club Varese vi è Elena Rigoli della CSCK – ASD Circolo Sestese Canoa Kayak. L’atleta quattordicenne, al suo primo anno di scuola superiore, ha condiviso con noi la grande gioia di aver ricevuto questo riconoscimento, conferito per meriti sportivi e disciplinari, in un anno a dir poco difficile che si è caratterizzato per un continuo susseguirsi di interruzioni e restrizioni più o meno severe alla pratica di qualsiasi attività. La passione, però, aiuta ad affrontare i momenti più bui e mai come in questo 2020 la tenacia e l’impegno meritano di essere valorizzati e ricompensati. Quindi conosciamo più da vicino questa giovane canoista, che si allena a Sesto Calende sin da piccola e non rinuncerebbe mai al suo amato kayak.
Che cosa significa per te questo premio? A chi vorresti dedicarlo?
“È stata un’emozione grandissima e non sono contenta ma contentissima. Non me l’aspettavo per niente perché anche se in generale i miei risultati erano positivi, alcuni sarebbero potuti andare meglio. Vorrei dedicare il premio alla mia famiglia, che mi è sempre stata vicina e mi ha sostenuto in tutte le mie gare, dandomi forza e facendo il tifo per me”.

Quando hai iniziato a praticare questo sport?
“Ho iniziato quando avevo 8 anni. Mio fratello faceva già canoa, così ho voluto provare anch’io e mi sono appassionata. Sono sempre stata a Sesto Calende e mi sono trovata benissimo con tutti gli allenatori che ho avuto di anno in anno. Insegnano molto bene e sanno come aiutarti quando sei in difficoltà”.
Come hai vissuto questo anno anomalo?
“È stato molto diverso, anche per gli allenamenti, e mi sono dovuta impegnare di più, sia per le nuove regole da rispettare, sia perché quest’anno sono passata in Under 16 e mantenere il passo della nuova categoria è stato più difficile”.
Qual è stato il momento più bello della tua carriera da canoista?
“Ci sono state due gare molto importanti per me, disputate a Caldonazzo al Meeting delle Regioni, una nei miei primi anni di kayak e l’altra in quest’ultimo. Io e una mia compagna siamo arrivate prima e seconda. Era una gara che avrei sempre voluto vincere, quindi è stato un momento bellissimo”.

Hai già disputato tutti i tipi di gare di questo sport? Qual è il tuo cavallo di battaglia e in quale senti di avere maggiori margini di miglioramento?
“Ci sono varie gare: 200 metri, 2.000 metri, 10.000 metri e maratone. Io finora ho disputato i 200 metri e i 2.000 metri e sono più forte nei primi perché vado meglio nelle gare di breve distanza. In quelle di resistenza mi sento un po’ più debole, però quando ho vinto la medaglia a Caldonazzo era per una gara di 2.000 metri, e infatti mi ero impegnata tantissimo e sono stata molto contenta”.
Qual è il tuo sogno più grande? Fino a dove vorresti arrivare con il kayak?
“Vorrei andare avanti fino a quando posso e non fermarmi mai. Al circolo a Sesto potrei arrivare fino al livello master, che continua fino ai 30-40 anni. Ma già dai 18 anni ci si può allenare anche da soli, tutte le volte che si vuole. Sicuramente il kayak farà parte del mio futuro”.
Silvia Alabardi