È una sosta invernale anomala per la Serie D perché, causa Covid-19, mancano ancora otto giornate alla fine del girone d’andata, dieci per il Città di Varese. Anche per questo motivo non è sicuramente facile giudicare le prestazioni dei biancorossi in questa prima metà di stagione (in realtà la metà della metà) che definire sfortunata è un eufemismo. In ogni caso, dopo quasi sei mesi di lavoro è giusto provare a tirare le somme. Dopo i giocatori, concludiamo oggi con lo staff e i vertici biancorossi, ai quali va comunque riconosciuto il fatto di provare a riportare il calcio che conta a Varese nonostante gli attuali deludenti risultati. Ecco i voti e i giudizi di allenatori e dirigenti:

ALLENATORI

Ezio Rossi 6: in estate era stato già contattato dal Città di Varese, ma l’accordo non era stato trovato. Alla fine Rossi sul treno Varese ci è arrivato, in corsa, per impedire il deragliamento. Ha raccolto in eredità una squadra costruita per una specifica filosofia calcistica, ben lontana dal suo pragmatismo, e si è dovuto adattare con quello che aveva. Ha immediatamente individuato il problema in una scarsa convinzione mentale, elemento cui già Sassarini aveva provato a rimediare, ma non è riuscito ad evitare una scottante debacle in casa contro la Sanremese. A parte il blackout contro i liguri, sono arrivati due pareggi contro Casale e Lavagnese che, allo stato attuale, valgono oro; in generale si è comunque avvertita una timida reazione d’orgoglio che dovrà trovare eco nel 2021. Rossi è stato chiaro: “Chi vuole far parte del progetto dovrà sudare”. Le idee ci sono e il mercato invernale si sta muovendo nella direzione da lui indicata, per modellare una squadra sul concetto fondante: “Un passaggio in meno, un contrasto in più”. Determinato.

David Sassarini 5.5 – In estate era stato presentato come uno dei migliori allenatori della Serie D e dalle sue parole s’intuiva che il Città di Varese non avrebbe giocato il ruolo di comparsa in questo campionato. Le sue aspettative, così come quelle della società e dei tifosi, si sono schiantate contro la dura realtà e le cinque sconfitte nelle prime sei partite gli sono risultate fatali; a nulla è valso l’assolo di Fossano che è stato ben presto dimenticato. Il suo errore più grave è forse stato quello di ostinarsi a schierare un 4-2-3-1 che, a conti fatti, non è praticamente mai riuscito a girare nel verso giusto, complice l’assenza di una prima punta in grado di sostenere il peso offensivo e un centrocampo troppo inconsistente. Questa spiegazione evidenzia anche colpe non sue: si è trovato a dover orchestrare una squadra costruita (non impeccabilmente) da zero e causa Covid non ha praticamente mai avuto l’intero gruppo a disposizione. Il tempo era l’elemento fondamentale per trasmettere ai giocatori i suoi complessi meccanismi di gioco, ma la sabbia della sua clessidra si è esaurita in fretta e, soprattutto in una piazza del calibro di Varese, sono i risultati a contare davvero. Come ricordato dai vertici societari alla presentazione del suo sostituto, il fallimento non è stato esclusivamente causa sua, ma in questi casi la legge del calcio impone che sia l’allenatore a pagare. Bocciato.

DIRETTORI

Gianni Califano e Andrea Scandola 5.5 – Le attenuanti ci sono tutte, a cominciare dal fatto che il nuovo corso biancorosso targato Serie D è iniziato ben più tardi rispetto alle altre squadre. Califano ha sposato il progetto Città di Varese ben sapendo delle difficoltà cui andava incontro e, così come quando era giocatore, ha combattuto per superarle insieme al fidato consigliere di mercato Scandola per costruire dal nulla una squadra competitiva. Ci sono riusciti? La classifica dà una risposta abbastanza eloquente. Ai due va comunque dato il merito di aver allestito una rosa ampia e abbastanza duttile, cosa che si è rivelata utile per far fronte alle numerose defezioni causa Covid-19; il problema è forse da ricercare nella qualità delle pedine, che si è rivelata al di sotto delle aspettative. I primi a riconoscere i propri sbagli, comunque, sono loro ed è proprio Califano a sostenere che capire gli errori commessi è il primo passo per non fallire in futuro. Via Sassarini, dentro Rossi: dal confronto con il nuovo mister è emersa una linea precisa da seguire per il mercato invernale: sfoltire la rosa e cercare giocatori in grado da infondere alla squadra il cuore biancorosso del Varese. Alla fine del campionato sapremo se saranno stati in grado di adempiere al loro compito. Rimandati.

SOCIETÀ

Stefano Amirante e Stefano Pertile 7 – Leviamoci subito il dubbio: il voto trascende questa stagione. L’aver raccolto le ceneri del Varese iscrivendo i biancorossi in Terza Categoria per poi riportarli, dopo un solo anno, in Serie D è un’operazione che rasenta la perfezione e, a livello burocratico, il presidente Amirante e il vicepresidente Pertile (ruoli invertiti rispetto la scorsa stagione) hanno realizzato un capolavoro che si merita un 9. Il compito più difficile del duo era quello di allontanarsi dalla nomea che circondava il nome Varese e stanno lottando ogni giorno per far sì che il Città di Varese acquisti sempre più credibilità: “Poche parole e tanti fatti” è il loro motto. Se avessero maggior supporto da parte del Comune potrebbero fare un ulteriore passo in avanti, ma purtroppo i lavori alle Bustecche sono ancora in stand-by e la squadra per allenarsi si è dovuta accasare a Brenno Useria sul campo della Valceresio. Otre alle note positive ci sono però anche alcune stonature: secondo molti, portare il Varese in Serie D così presto è stato un passo più lungo della gamba, e l’attuale situazione di classifica sembra dare ragione a questo pensiero. Dopo la presentazione della scorsa estate le aspettative erano ben altre e alla pausa invernale si può concordare sul fatto che l’esonero di Sassarini ha segnato il fallimento, almeno per ora, del progetto biancorosso. Ovviamente è presto per parlare e la scelta di Ezio Rossi rappresenta la volontà, forte, di correggere il tiro e garantire al Città di Varese la permanenza in Serie D per ripartire con più calma dalla prossima stagione. Detto questo, inevitabilmente, l’attuale rendimento dei biancorossi in campionato è, senza infierire, da 5 in pagella e la media aritmetica ci consegna un 7 pieno che gratifica il lavoro di Amirante e Pertile (con Rosati sullo sfondo) nella speranza di vedere in futuro un voto ancor più alto. Coraggiosi.

CITTÀ DI VARESE 5: malgrado gli ottimistici sogni di alcuni tifosi, nessuno chiedeva al Città di Varese di ammazzare il campionato o di conquistare immediatamente la Serie C; vista la squadra a disposizione, però, era lecito aspettarsi ben altro rendimento dai biancorossi. Sei sconfitte, due pareggi e una sola vittoria sono numeri impietosi, aggravati ancor di più dalle statistiche: il Varese non è mai riuscito a segnare un gol in casa, trovando la via della rete solo in occasione dei pareggi (entrambi per 1-1) e della roboante, ma fine a sé stessa, vittoria per 4-0 sul Fossano. In sintesi, sei gol fatti a fronte di 12 subìti, e ultimo posto in classifica a pari (de)merito col Fossano. Un percorso inaccettabile per una piazza ambiziosa come Varese e la squadra dovrà darsi da fare per risalire la classifica e dare un senso a questa stagione.

Matteo Carraro

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