Per la serie c’è “Posta per te”. Anzi, “Posta per voi”. Dall’Argentina. Una lettera arrivata “Par Avion” (bello, e suggestivo, pensare che sia ancora così) e inviata da un vecchio e caro amico come Daniel “Pirincho” Beltramo, assistente di coach Ruben Magnano, nonchè allenatore di gruppi giovanili in Pallacanestro Varese.
Daniel, ottimo tecnico, ma soprattutto personaggio intelligente e dotato di simpatia trascinante, ha sempre nel cuore la “sua” Varese, ricorda con grande affetto e partecipazione gli anni passati qui da noi e ci offre, insieme agli auguri, anche un paio di riflessioni riferite al suo periodo di permanenza sotto il Sacro Monte.

“Cari amici di Varese, carissimi tifosi della pallacanestro, 
prima di tutto vorrei dirvi che la mia esperienza in Italia, dal mio arrivo a Sassari nel 2003 fino alla mia partenza da Varese nel 2007, rappresenta la parte più interessante, entusiasmante e certamente migliore della mia vita.
Al mio arrivo non avrei mai immaginato di trovare così tanta gente cordiale, affettuosa, disponibile e generosa. In una parola: bella. A Varese conosciuto tantissime persone che nel corso degli anni mi hanno aiutato a crescere sia dal punto di vista umano, sia nella mia professione di allenatore di pallacanestro.
Varese é il luogo nel mondo il cui io vorrei vivere. Per me Varese significa non solo “mia casa”, ma anche la possibilità di ritrovarmi con tanti amici, circondato da persone affettuose, simpatiche e disponibili. Varese è un sogno. Il mio sogno.
Ho il ricordo di tantissimi volti. Prima di tutto vorrei lanciarmi in un ideale e purtroppo virtuale abbraccio al mio caro amico Stefano Pini, purtroppo scomparso qualche anno fa. 
Ma accanto a Stefano, vorrei nominare le stupende persone che ho conosciuto in società: Raffaella Demattè, Mario Oioli, Giancarlo Bottelli, la famiglia Castiglioni, Mario Ghiacci, Sandro Galleani e famiglia, Gianni Chiapparo, Andrea Meneghin, Fabio Pilori e quel “gran signore” di Paolo Salmini, con cui ancora oggi ci sentiamo. Passando dalla sede al parquet vorrei ringraziare gli straordinari personaggi sempre presenti al palazzetto, sempre pronti darci una mano, ad aiutarci in tutto, ma anche a scambiare un sorriso, una battuta, un commento. Sto parlando di Ennio Lorigiola, Gianluigi “Gigi” Riva e sua moglie e il grande Sabaini.
Per entrambe le situazioni – sede e Masnago – chiedo scusa in anticipo perchè sono perfettamente consapevole di aver dimenticato chissà quante persone che certamente hanno avuto un ruolo importante per me e la mia famiglia. Mi scuso con loro e spero mi vorranno perdonare. 
Per quanto riguarda la parte sportiva, direi che è stata bellissima per almeno 2 ragioni: aver potuto lavorare insieme al mio caro amico Ruben Magnano e, nondimeno, aver conosciuto la a pallacanestro italiana che, a mio parere, allora era di un livello davvero elevato.  
In Italia, pura verità, ho imparato tanto. Tantissimo. Per esempio, ho scoperto che per essere un buon allenatore non  basta sapere quello che accade dentro del campo o qualche centimetro fuori, ma devi conoscere benissimo anche il “mercato”, essere sempre aggiornato su quello che accade in tutto il mondo del basket ed essere al passo con le tendenze tecniche e tattiche. Ripensando al nostro lavoro, quello di Ruben e mio, penso di poter affermare che in Pallacanestro Varese abbiamo fatto un ottimo lavoro. Le nostre squadre sono “girate” molto bene e in generale siamo sempre riusciti a fare quello che Ruben richiedeva alle sue squadre. 
Con un pizzico di bruciante rammarico penso pure che nel miglior momento, ovvero quando stavamo iniziando a conoscere meglio il mercato, i giocatori, i procuratori e, in definitiva, lo stile e il “linguaggio” cestistico italiano, siamo stati costretti a lasciare. Personalmente credo che fosse possibile rimanere ancora di più e, pur non avendone la controprova, ritengo avremmo fatto ancora meglio. 
In questo senso non voglio dimenticare il carissimo Andrea Meneghin, una grande persona che mi ha fatto sentire sempre molto bene e a mio agio. E’ stato bello condividere il lavoro di staff tecnico con un ragazzo come Andrea, entusiasta,  simpatico, divertente, capace di sdrammatizzare, ma anche di lavorare duro quando serviva. A proposito dei giocatori ricordo e apprezzo il rispetto che avevano per noi. Qualche anno dopo il mio ritorno in Argentina ho avuto la fortuna di ritrovare Delonte Holland e insieme abbiamo ricordato i nostri indimenticabili momenti varesini. 
Lo stesso dicasi per il povero e sfortunato Rolando Howell, ritrovato a sua volta qui da noi.
Quando sono rientrato nel mio paese ho preso le redini tecniche del San Isidro di San Francisco, team del livello regionale. Grazie ad un gruppo di buonissimi giocatori abbiamo conquistato due promozioni consecutive che ci hanno permesso di raggiungere l’equivalente della serie A2 italiana, vivendo momenti agonistici davvero emozionanti per me i tutti i tifosi “Isidrini”. Per allenare qui in Argentina e sviluppare un programma vincente è stata importante, addirittura fondamentale l’esperienza maturata in Italia proprio per i motivi cui ho fatto accenno poco sopra – mercato, conoscenza dei giocatori, rapporto con i procuratori -, tutte cose che prima, ai miei occhi, non rivestivano grande importanza. 
In chiusura vorrei ringraziare tutti quelli che ho conosciuto perchè per me, al di là del lavoro, nella vita sono importantissimi gli amici e i rapporti interpersonali. Mi rende felice vedere persone contente, soddisfatte, col sorriso sulle labbra e a Varese ne abbiamo incontrate davvero tante. 
Persone che hanno regalato a me e alla mia famiglia momenti di gioia purissima e per questa ragione saranno sempre nel nostro cuore. A tutti questi amici, compresi quelli che purtroppo ho dimenticato di nominare, invio affettuosi auguri di buon anno, con la speranza che il 2021 sia ricco di felicità e soddisfazioni “de baloncesto”.
Ora e sempre “Forza Varese”,
vostro Daniel Beltramo

Massimo Turconi

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