E’ stata indetta per domani, venerdì 15 gennaio, la protesta pacifica #IoApro, nata e cresciuta sui social tra i titolari di ristoranti, bar, palestre e piscine, ossia le attività più fiaccate in assoluto da tanti mesi di chiusure totali o parziali e con gli aiuti statali che tardano ad arrivare o sono del tutto insufficienti per proseguire con serenità.
C’è chi è a favore e chi è assolutamente contrario e crede che una manifestazione di questo tipo sia estemporanea e controproducente per le categorie coinvolte. Anche a Varese e provincia alcuni aderiranno e altri no. Di seguito una raccolta di commenti e pareri da parte dei gestori di locali e palestre.
La caffetteria Goldy di Cassano Magnago si schiera per il no, #ioNONapro e sui social scrive così: “Se volete bere un caffè seduti… non venite da Goldy, perché #ioNONapro. Abbiamo scelto fermamente di non aderire alla protesta dei ristoratori che si terrà venerdì, non perché come pensa qualcuno abbiamo le spalle coperte, non perché siamo pecore sottomesse, non perché ci hanno fatto il lavaggio del cervello. Semplicemente, come ormai abbiamo detto più di una volta, il bene comune per noi viene prima di qualsiasi incasso… abbiamo molti amici che sono passati attraverso questo mostro che è il Covid, fortunatamente uscendone, ma abbiamo anche detto addio ad alcuni clienti e abbiamo perso persone care… e nessun guadagno può risanare queste perdite. Non ci interessa fare la voce grossa per riaprire, il nostro sogno è riaprire IN SICUREZZA, riaprire potendoci ABBRACCIARE, riaprire VIVENDO. Quindi, se volete, venerdì vi aspettiamo per il solito caffè. In piedi, of course”.
Fabio Sozzani di Sporting Palestra & SPA di Varese: “Secondo me questa cosa non s’ha da fare. Personalmente non mi posso permettere di dire ai miei soci di venire domani in palestra per una questione di responsabilità nei loro confronti e anche per via dei costi. Per riaccendere i nostri impianti ci vogliono tre giorni e spese non indifferenti e non vale assolutamente la pena metterli in moto per un giorno solo. A mio parere il consenso popolare non si raccoglie così. E’ giusto chiedere a gran voce che lo Stato ci tolga almeno le spese fisse ed è corretto anche voler riaprire, ma soltanto a determinate condizioni che, purtroppo, in questo momento non ci sono. Per noi proprietari di palestre le prospettive non sono nemmeno delle migliori per quanto riguarda le tempistiche. Inoltre, non so in quanti verrebbero a cuor leggero in palestra; è mesi che la comunicazione mette paura alle persone e credo che non in molti riprenderebbero a frequentare la palestra senza pensarci due volte. Ci hanno detto di stare in casa e, pur essendo l’uomo un animale sociale che ha bisogno di stare con gli altri, ci siamo abituati a questo nostro malgrado”.
Sergio Barzetti di Cucina Barzetti Ristorante a Malnate ha deciso di prendersi “una pausa riflessiva e rigenerante” chiudendo il ristorante per 15 giorni “perchè i numeri del mese di gennaio non mi permettono di sostenere i costi, per portare nuove gustose idee alla giusta temperatura di ebollizione e perchè come tutti abbiamo bisogno di riposo e svago”. Domani la serranda del suo locale, dunque, rimarrà abbassata: “Non aderirò a questo movimento e non mi piacciono i toni – spiega -. Non sono d’accordo su come si sta gestendo la situazione legata, nel mio caso, alla ristorazione, ma non voglio fare niente contro le regole attuali. Ho seguito lo sviluppo di questa protesta, che non è solo italiana e che coinvolge anche altri Paesi, ma non mi convince perché il legame con la politica è molto stretto”.
Gabriele Ciavarella, proprietario del centro Life Wellness di via Sanvito a Varese e rappresentante di AIME Life Wellness, non è d’accordo: “No, noi rispettiamo le regole, come abbiamo sempre fatto fino ad adesso, e domani rimarremo chiusi. Non conta a nulla riaprire un giorno solo, nemmeno se lo si fa per protesta perchè bisogna portare le richieste non in piazza ma in Regione o al Governo. Non ci servono iniziative estemporanee, ma risposte concrete fatte attorno ad un tavolo. Queste sono manifestazioni che vogliono cavalcare l’onda di categorie in difficoltà, ma hanno preso anche una connotazione politica alla quale non voglio dare seguito. Inoltre si rischiano sanzioni pesanti e in un periodo come quello attuale non mi sembra il caso di aggiungere altre spese”.
Daniele Lamperti del Village-Grill & Kitchen di Varese scrive sulla sua pagina Facebook: “Senza minimamente giudicare chi deciderà di aprire o protestare. Non dico che sia sbagliato, ma solo che non serve a nulla, è come fare lo sciopero della fame mezza giornata, cosa si vuole dimostrare? Che esistiamo? Lo sanno già… senza fare ste sceneggiate, vogliamo tenere aperto? Facciamolo per 15gg, vediamo se i contagi aumentano e regolamoci di conseguenza… Un giorno non serve, sono quelle proteste fine a se stesse per sentirsi un po’ vivi… le PROTESTE sono altre…”.
Roberto Valline del Mojito & Cafè Bar di Masnago: “Chi aderisce fa bene perché siamo in un momento molto difficile e non è facile tenere in piedi un’attività. Le motivazioni sono giuste, ma fatta così penso che questa protesta non serva a niente. Personalmente non me la sento e preferisco evitare per non incorrere in sanzioni. Vado avanti a rispettare le regole esistenti”.
Paolo Galante, amministratore delegato di Onda Gei, società concessionaria dei due impianti comunali del gruppo Mio Club, con sedi a Cassano Magnano e Tradate, dice la sua brevemente e direttamente: “Io non aprirò e mi attengo alle regole del Governo”.
Tamara Azzola del Caffè Lyceum di Varese: “Io continuo con l’asporto, non me la sento di aprire in queste condizioni e preferisco rispettare le regole. Continuo così”.
Laura Paganini