Dal 9 all’11 aprile 2021 a Varese si dovrebbero svolgere i Campionati Europei Assoluti di Canottaggio. Il condizionale è ancora d’obbligo e lo sarà fino a lunedì 25 gennaio, giorno in cui è in programma la riunione decisiva tra i rappresentanti FISA e gli organizzatori della manifestazione.
“Già dagli inizi di gennaio gli scambi di mail con la FISA sono all’ordine del giorno e il confronto normativo sulla situazione sanitaria in Italia e in Lombardia nonché sull’aggiornamento del protocollo sanitario sono continui – spiega Pierpaolo Frattini, Direttore del Comitato Organizzatore varesino -. Ad oggi le kermesse sportive nazionali e internazionali sono consentite seppure a porte chiuse e seguendo una serie di norme per limitare il più possibile i contatti e le possibilità di contagio. Ci auguriamo che la decisione definitiva della FISA sia di confermare l’evento sul nostro lago“.

Se a fine novembre si è tenuta da remoto la “Site Visit”, ovvero un sopralluogo del sito da parte della Federazione Internazionale, ora è il momento clou e filtra un certo ottimismo. “Ci sono alcuni aspetti che ci spingono a ben sperare – continua Frattini -. Si tratta di un Campionato Europeo e non di uno Mondiale e, dunque, arriverebbero a Varese atleti da ogni parte d’Europa e non da tutto il mondo, cosa che rende il tutto più circoscritto. Inoltre, alcuni eventi internazionali fissati per febbraio e marzo sono stati confermati. Parlo, ad esempio, dei Campionati mondiali di sci alpino 2021 di Cortina (8-21 febbraio, ndr) oppure penso alla Coppa del Mondo di sci che si è disputata a fine dicembre scorso a Bormio. Considerando la nostra tipologia di evento, potrebbero esserci condizioni per non annullarlo”.

Quello che è certo è che l’edizione 2021 degli Europei o si disputeranno a Varese o non si terranno del tutto: “Non ci sono possibilità di rimandarli perchè il calendario di quest’anno è fittissimo ed è da escludere anche uno spostamento di location. Lunedì è la data limite per conoscere il nostro destino. Da parte nostra, ringraziamo tutti coloro che hanno lavorato da mesi per organizzare al meglio possibile questa manifestazione che, se anche fosse a porte chiuse, darebbe ugualmente lustro al nostro territorio grazie alla copertura televisiva in Eurovisione. Seppure senza l’aspetto di festa e di socialità tipici delle kermesse di questo genere, crediamo che gli Europei di Varese possano rilanciare la nostra provincia e la nostra economia, soprattutto quella legata alla filiera dell’ospitalità che attualmente si trova particolarmente in difficoltà”.

Quale sarebbe il protocollo da seguire? “E’ già stato testato con successo ai Campionati Europei Assoluti di Poznan di inizio ottobre dove su 650 atleti partecipanti solo 3 sono risultati positivi al Covid, per altro per cause esterne all’evento. Inoltre, le stesse regole sono state applicate anche a Varese ai Campionati Italiani Coop di ottobre. Le norme prevedono l’utilizzo di mascherine, la sanificazione di mani e ambienti, la rilevazione della temperatura, la riduzione al minimo delle persone sul campo di gara, il tracciamento degli atleti e degli addetti ai lavori e per gli atleti di alcune nazioni è richiesto anche il tampone negativo prima di partire. Oltre a questi aspetti, dovremo tenere conto di altre variabili come il trasporto delle squadre da Malpensa agli hotel e la gestione del protocollo negli alberghi stessi. Il protocollo è molto rigido ma è assolutamente applicabile ed efficace per la sicurezza di tutti“.
Non resta che attendere ed incrociare le dita. Lunedì si saprà se Varese sarà “Europea” oppure no.

Laura Paganini

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