Il nuovo consiglio del CRL è all’opera per costruire il futuro del calcio dilettantistico lombardo e, tra le riunioni su Zoom della scorsa settimana, sabato mattina c’è stato anche l’incontro con i club di Seconda Categoria. Tra questi figura l’Eagles Caronno, e il ds delle aquile Fabio Mazzetti ha preso parte all’incontro “assolutamente positivo” ravvisando la buona volontà e l’impegno dei nuovi vertici: “Mi è piaciuto come la delegazione di Tavecchio si è presentata, sia dopo l’elezione sia durante la riunione a cui ho partecipato; per quel che ho potuto constatare abbiamo a che fare con persone propositive spinte dalla voglia di fare. Insomma, l’impressione è ottima e mi auguro che le aspettative siano ripagate”.

In un momento di difficoltà come quello che stiamo affrontando, il cambio ai vertici del calcio dilettantistico lombardo è stato un azzardo?
“Non credo proprio sia stato un azzardo perché il cambiamento ha rappresentato il volere della maggioranza delle società lombarde; anzi, ritengo il cambio di rotta necessario in quanto proseguire con la delegazione bresciano-bergamasca sarebbe stato un bagno di sangue. Per dimostrarlo basterebbe pensare che il Reggente Cattelan aveva già chiesto il saldo per la stagione 2020/21 e non è un mistero che negli ultimi anni le province del Nord-Ovest abbiano subìto le decisioni delle province dell’Est, rimanendone sottoposte. La palla è ora passata al nuovo gruppo e come ho già detto mi auguro che da loro parta la risalita a livello nazionale del calcio lombardo”.

Malgrado l’assenza di Tavecchio, hai parlato di un’ottima impressione avuta durante la riunione; a cosa ti riferivi in particolare?
“Non è uno scandalo la non partecipazione di Tavecchio perché è normale che, a maggior ragione in un periodo come questo, gli impegni siano tanti. Inoltre, il vicepresidente Sergio Pedrazzini, insieme a Valentina Battistini, Tommaso Bottoni e Dario Lo Bello, ha condotto la riunione nella maniera migliore, consentendo a chiunque volesse di esprimere le proprie opinioni o di fare domande sia tramite interventi diretti sia tramite la chat di gruppo. Dopo un’oretta e un quarto circa hanno cominciato a rispondere alle varie questioni, mentre per quelle lasciate in sospeso saranno trattate in futuro. È stato un confronto interessante, utile per arrivare alla soluzione migliore in merito ad ogni argomento”.

E quale sarebbe?
“Bella domanda (ride, ndr). Se tutti fossimo d’accordo non sarebbero necessarie altre riunioni e invece, com’è giusto che sia, ognuno ha la sua opinione. Sinceramente mi aspettavo un po’ più di no, e sono rimasto sorpreso del fatto che sono in parecchi a voler ripartire. Credo che ogni pensiero abbia un qualcosa di vero e ogni idea è assolutamente rispettabile anche se, a parer mio e della maggioranza, non ci sono le condizioni per poter ripartire in maniera tranquilla. Non c’è chiarezza e troppe cose non quadrano e l’incertezza sul futuro è sempre presente”.

In casa Eagles com’è la situazione e qual è la linea di pensiero?
“Vista l’incertezza preferiremmo non sbilanciarci con una partenza per certi versi azzardata; ciò non toglie che tutti i ragazzi vorrebbero ripartire. Se poi effettivamente si deciderà di riprendere allora valuteremo ogni situazione di conseguenza e cercheremo di farci trovare pronti”.

La proposta sarebbe proprio quella di ripartire a fine marzo con i recuperi e a inizio aprile con il girone d’andata; cosa ne pensi?
“Se così fosse i tempi stringono perché bisognerebbe riprendere subito con la preparazione, e francamente non credo che la situazione lo consenta. Ritengo che sia forse meglio aspettare tempi migliori e, verso l’estate, cominciare con i tornei sia per le giovanili sia per la prima squadra in modo da prepararsi alla prossima stagione. Servono comunque della garanzie”.

Garanzie di tipo economico?
“Certo, ma non solo. Servono dei protocolli qualora accada qualcosa ai giocatori o a chi frequenta il campo perché in queste categorie la maggior parte di noi svolge anche altri lavori e gioca a calcio solo per passione. Bisogna quindi considerare la situazione da entrambi i punti di vista e tutelare sia il giocatore sia la persona: ad oggi c’è il blocco dei licenziamenti, ma un domani chissà. Anche le società dovranno essere tutelate: siccome la chiusura era nell’aria hanno giustamente introdotto l’iscrizione rateizzata, e questo è già un inizio. Sono sicuro che Tavecchio si farà trovare pronto in ogni campo. Lunedì incontrerà Attilio Fontana per raggiungere un accordo sui tamponi e servirebbe raggiungere un’intesa anche sui costi delle visite mediche obbligatorie post-positività in modo da non far gravare l’esborso economico sulle società. Inoltre bisogna seriamente considerare il problema delle rose: se io ho speso una certa cifra per costruire una squadra che di fatto non ho mai avuto in campo non è giusto che debba spendere ancora per ricostruirla. Propongo di indire il blocco delle rose della stagione del 2020/21, che quindi rimarranno le stesse, prestiti compresi, per la stagione 2021/22, anche perché con la penuria di sponsor non è facile trovare liquidità”.

Per quanto riguarda il problema delle giovanili cosa ne pensi?
“Anche questo è un bel problema perché di fatto le ultime due stagioni sono da buttare. Ci si ritroverà a dover mandare in prima squadra giocatori che non hanno mai fatto gli allievi e non tutti sono pronti per un salto del genere. In realtà questo problema trascende la competenza del CRL, dato che è una questione estesa a livello nazionale che, tra l’altro, si lega al discorso del vincolo sportivo, altra tematica molto complessa. In ogni caso ritengo che si verrà a creare un effetto a catena: se un giovane non è pronto per giocare in Eccellenza o si ritira o scende in Promozione e così via. Se non altro si svecchieranno le categorie”.

Per concludere, quali sono i tuoi auguri per la stagione 2021/22?
“In primis, a livello generale, spero che sia possibile ripartire in sicurezza. Per quanto ci riguarda, invece, mi auguro di proseguire il nostro percorso di crescita sia a livello tecnico sia a livello strutturale e, soprattutto, avere il giusto sostegno da parte del nuovo comitato, perché noi ci siamo battuti per la sua elezione e abbiamo lottato per questo cambio politico”.

Matteo Carraro

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