Si avvicina a grandi passi la sfida di domenica alle ore 16 al Pala Desio, il derby lombardo che quest’anno significa salvezza e probabilmente per Varese può anche diventare l’ultima spiaggia utile per saltare sul treno stagionale del riscatto: il derby tra l’Acqua San Bernardo Cantù e la Openjobmetis Varese.

La partita arriva in un momento a dir poco delicato per entrambe le squadre. Se infatti all’apparenza Varese è sicuramente quella delle due messa peggio, con una squadra ridotta all’osso dal covid-19 e che forse recupererà il solo Ingus Jakovics in più per la trasferta di domenica, dovendo rinunciare ancora a Douglas, Beane e anche al nuovo acquisto Egbunu bloccato dai lunghi tempi burocratici, Cantù arriva a questo match in piena crisi e con un cambio di allenatore appena effettuato.
Sì, perché in settimana i biancoblu, dopo la cocente sconfitta contro Pesaro per 107-83, hanno chiuso il rapporto con coach Cesare Pancotto per affidare la panchina ed anche l’operazione salvezza ad un allenatore di grande esperienza e carisma, quel Piero Bucchi in grado, in questa prima parte di stagione, di fare miracoli alla guida della Virtus Roma poi ritiratasi dal campionato, in una situazione di caos totale tra questioni societarie, contratti non pagati ed altre problematiche di non poco conto.

Un problema in più per una Openjobmetis che si troverà di fronte una squadra carica di entusiasmo e voglia di rivalsa alla prima con Bucchi in panchina, un gruppo squadra, quello canturino, fatto di grande fisicità e che ha apportato dei miglioramenti a livello tecnico rispetto alla gara di andata di questo campionato.
Uno dei punti forti di Cantù sono sicuramente le individualità a livello di piccoli, con Jaime Smith in cabina di regia, il ritorno di Frank Gaines ed i soliti Jaize Dante Johnson e Donte Thomas che possono creare non pochi problemi ad una Varese che verosimilmente dovrà affidarsi ancora a Virginio e Librizzi a gara in corso nelle rotazioni tra playmaker e guardia, avendo a disposizione i soli Ruzzier e De Nicolao come a Trieste e con Jakovics che, qualora fosse a disposizione, avrebbe davvero poco minutaggio nelle gambe.

Ai due americani, Cantù aggiunge il duo Pecchia-Procida, con il secondo sempre più in crescita in termini di prestazioni e centralità nel progetto. Ma se il reparto piccoli canturino è un mix di velocità e lampi di tecnica pura, che può davvero fare molto male agli avversari se in giornata, la vera forza dei biancoblu è nel pitturato, con un reparto lunghi di grande fisicità.
Varese per sua fortuna, da questo punto di vista, ha dato risposte incoraggianti a Trieste mostrando come De Vico, Strautins, Scola e Morse siano già in una discreta condizione e possano reggere la lotta sotto il ferro con Kavel Bigby-Williams, Sha’Markus Kennedy e l’eterno Leunen, temibile anche dall’arco dei tre punti.

Se Cantù può contare su una maggiore fisicità sotto al ferro, Varese ha sicuramente dalla sua una migliore tecnica negli interpreti del reparto lunghi, condizione che potrebbe giocare a favore dei biancorossi. Se è vero che Cantù può confezionare grandi prove offensive se in giornata, è anche vero che finora ha sempre lasciato ampi spazi in difesa nei quali la Openjobmetis può colpire, soprattutto se riuscirà ad imprimere un buon ritmo alla gara finchè le gambe ed il fiato reggeranno.

Alessandro Burin

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