Ennesima sconfitta per la Openjobmetis Varese che perde lo scontro salvezza contro la Fortitudo Bologna per 67-79 sul parquet dell’Enerxenia Arena. Una doppia beffa per i biancorossi che in colpo solo vedono allontanarsi sensibilmente una delle contendenti per restare in A1 (ora a +4 punti) e soprattutto perdono anche la differenza punti (Varese ha vinto all’andata di 5, 83-88, e questa volta hanno perso di 12).

La sconfitta fa male e, come unico lato positivo, c’è la pausa dal campionato. Il torneo riprenderà il 28 febbraio e Varese avrà la proibitiva sfida esterna contro l’altra Bologna, la Virtus. Davanti ci sono un paio di settimane per cercare di recuperare energie fisiche e mentali che ieri, come a Brescia, sono completamente mancate.
Sia chiaro, parliamo di un gruppo alla sesta partita in 18 giorni, non costruito certo per tenere questo ritmo da squadra europea e che viene da uno stop forzato di un mese a causa del covid, ma è pur vero che i problemi della Openjobmetis sono sempre gli stessi da inizio anno. I biancorossi sono una squadra che, anche con Bologna, conferma di essere completamente dipendente dai suoi due top, Scola e Douglas, e se già uno dei due buca la partita sono dolori.

Contro la Fortitudo Varese parte bene, sulle ali del El General che nei primi 10 minuti mette a segno 12 punti, ma con il passare del tempo le energie per Scola, costretto a fare altri 31’ in campo, calano e l’OJM subisce in maniera netta le rotazioni accorciate incomprensibilmente dallo stesso Bulleri che tiene in panchina sia Ferrero che De Nicolao fino ad inizio quarto quarto. Questa scelta è oggettivamente difficile da capire, viste le difficoltà fisiche della squadra che, di contro, mostra tutto l’appannamento a livello di condizione e di idee, mancando completamente in fase offensiva e perseguendo nella ricerca del tiro da tre che non porta alcun risultato, viste le medie bassissime.

La cartina di tornasole è una ripresa assolutamente abulica, con Varese che subisce un parziale complessivo nel terzo quarto di 22-8 che chiude il match con dieci minuti d’anticipo, figlio di idee annebbiatissime in attacco, legato solo a giocate individuali, e una difesa nulla, con Bologna che penetra e segna praticamente quasi ad ogni azione pur tirando con un misero 22% da tre punti complessivo.
Un’involuzione preoccupante al netto di una mancanza di fiducia che sembra cogliere alcuni dei giocatori più rappresentativi fino ad oggi, come un De Vico quasi irriconoscibile, che rinuncia a almeno tre tiri aperti per scaricare sul lato, ed una manovra che non gira per mancanza di idee, con Ruzzier che continua a navigare in un anonimato preoccupante.

E’ inevitabile constatare come la squadra abbia bisogno di una scossa davvero forte, un’energia che Bulleri ammette preoccupantemente essere finita al termine del match e che rispecchia un po’ quello che è il carattere di un allenatore ad oggi in difficoltà nel trovare il bandolo di una matassa che sembra davvero insgarbugliabile.
L’esperimento del doppio lungo non porta i suoi frutti, anche se pare ormai necessario prendere una scelta sotto i ferri, magari rimettendo in squadra un Morse che era in forma a fianco a Egbunu che ha dato segnali positivi. I jolly a disposizione sono finiti, a Varese non resta che cambiare completamente marcia per poter conquistare una salvezza che è di vitale importanza per un progetto nato quest’estate e che non può naufragare solo un anno dopo.

Alessandro Burin

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