Sempre più condannata a vincere, Varese inizia il mese di marzo con Sassari: un mese dove vi saranno 3 gare e saranno tutte in casa. Se ci sono delle fiches da giocare per il discorso salvezza andranno giocate in questo mese contro Sassari, appunto, Pesaro e la decisiva sfida con Trento. Nelle restanti 6 gare vi saranno poi 4 trasferte – Milano, Reggio Emilia, Treviso e Brindisi – e 2 gare in casa – Venezia e poi Trieste alla penultima giornata. Insomma, hic et nunc per dirla come gli antichi romani che la sapevano lunga. Qui e ora la traduzione di questa locuzione latina.

Non sarà certo facile soprattutto al cospetto di una Sassari reduce da sette successi consecutivi. La squadra del Poz pare aver trovato il suo assetto con gli ultimi aggiustamenti a livello di roster e incute timore sotto canestro. Proprio là dove il dente varesino duole di più e dove la triade Morse-Egbunu-Scola deve ancora trovare l’incastro perfetto. L’ultima uscita, che poi è anche la prima con Egbunu e Morse insieme, ha fatto capire che il lungo nigeriano può avere un ruolo in questa Openjobmetis e può creare qualcosa in area colorata, ma, allo stesso tempo, ha evidenziato come avere uno Scola in posizione ala forte faccia perdere parecchia pericolosità offensiva all’argentino costretto ad affrontare avversari fisicamente più pronti e più giovani. La sensazione è che ci sia anche lo zampino del Covid nelle prove del Generale. Insomma, tanto lavoro da svolgere e sole 9 giornate per arrivare a degli equilibri che paiono parecchio sottili. 
Di fronte, Scola avrà Bendzius, nemico pubblico numero uno, mentre la coppia Egbunu-Morse dovrà vedersela con Miro Bilan Ethan Happ. Roba da far venire i brividi al solo pensiero. A livello statistico parliamo di 31,4 punti e 16,8 rimbalzi a partita contro 42,5 punti e 19,3 rimbalzi. Riduttivo dire che la gara sarà tutta qui, ma è altrettanto realistico affermare che se Varese vuole avere chances di muovere la classifica, la lotta di questi due terzetti sarà fondamentale negli equilibri della partita.

L’altro atavico problema che l’OJM dovrà risolvere è quello della mancanza di logica nella gestione degli attacchi. Prima per distacco nel numero di tentativi da 3 punti, Varese è una squadra dal gioco monocorde cui manca l’uomo capace di saltare il diretto rivale, di crearsi un vantaggio e andare in area. Chiaro che così diventa tutto molto più facile per le difese avversarie che si adattano molto bene al gioco bosino. Vedasi un Ruzzier sfidato al tiro dalla Virtus che non ha saputo incidere. Proprio parlando di Michele, serve quello razzente e sfrontato di Treviso: un giocatore che col suo penetra e scarica sappia creare opportunità per sé e per i compagni. Serve mettere Strautins in condizione di poter giocare il proprio uno contro uno, serve un Beane al meglio dato che, ad oggi, è l’unico in grado di uscire dagli schemi andando al ferro. Certo, sono tanti se, ma se Varese saprà tradurli in attualità si può sperare di raddrizzare il cammino in campionato che, altrimenti, sarà avviato verso un triste declivio.

Matteo Gallo

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