Un progetto partito 2 anni fa perché era esattamente il 1 marzo 2019 e in due anni di cui uno altamente complicato, è riuscito a raggiungere un traguardo incredibile: la Crennese Gallaratese festeggia l’obiettivo scuola calcio élite e lo fa con sorrisi enormi e largo entusiasmo.
E pensare che questo obiettivo ce l’eravamo prefissato per il 2022, esserci riusciti con un anno di anticipo ed in una situazione simile è motivo di doppio orgoglio”. 
A commentare con gioia il traguardo è Vincenzo Tripodi, responsabile del settore giovanile. 

Due anni di sacrifici: ci racconti un po’ passo dopo passo come è andata?
Abbiamo preso in mano la situazione proprio due anni fa io e Giorgio Scandroglio, coordinatore del settore giovanile, ed abbiamo lavorato puntando ad una crescita quantitativa e qualitativa. Gradualmente i numeri hanno iniziato a darci ragione passando da 80 ragazzi nel 2019 ai 130 attuali, e di conseguenza andando a migliorare le varie categorie anche a livello qualitativo a partire dall’attività di base perché costruire una fascia solida lì significa poter poi contare su un bacino solido anche in futuro”. 

Non solo numeri e qualità anche strutture: come vi siete organizzati in questo percorso?
Ci siamo mossi per poter abbracciare tutte le strutture valide che la città ci offre, Gallarate è una città che il calcio lo ha masticato a lungo e continua a farlo: noi ci serviamo oltre che dei campi a Crenna, anche di quelli a Moriggia, zona piscina, dei campi oratoriali dei Ronchi, ex campo Torino Club e proprio quest’anno avevamo instaurato un accordo con le Saette Casorate, altro campo storico che ci darà un grosso supporto”.

Come vi siete comportati, e come vi state comportando, in questo periodo complicato?
Devo dire che uno dei nostri punti di forza è stato il “non mollare”, abbiamo avuto la pazienza e la costanza di tenere vivo un entusiasmo che altrimenti sarebbe affievolito e che abbiamo anche riscoperto non appena ci è stata data la possibilità di rivedere i ragazzi sul campo; a distanza ci siamo prodigati nell’organizzare allenamenti online, negli incontri con professionisti come ad esempio medici dello sport, psicologi, ecc, anche e soprattutto per sensibilizzare i genitori, per tenerli informati su una situazione in divenire da un anno e che ci ha costretti ad una realtà diversa, inoltre avevamo già instaurato prima dello stop una collaborazione con la Varesina, realtà predominante del territorio, che è un supporto ed un punto di riferimento fondamentale”.

Come è andata, invece, la ripresa sul campo?
“Devo dire che è stata emozionante, rivedere i ragazzi correre dietro ad un pallone seppur in maniera “limitata”, rispettando tutte le norme, ci ha ridato ossigeno. Temevamo che la passione fosse un po’ sopita ed invece non è stato così, anzi abbiamo riaccolto praticamente tutti i ragazzi e ne abbiamo abbracciati di nuovi, magari anche provenienti da altri sport, che a causa dello stop delle loro attività hanno voluto buttarsi in nuove esperienze anche per un discorso di socializzazione, e questo ci fa doppiamente piacere. A questo proposito, però, devo ringraziare davvero tanto tutti gli allenatori e lo staff che si sono prodigati in particolar modo aderendo al nostro progetto “Febbraio gratuito” dove abbiamo dato spazio ai ragazzi garantendo il nostro impegno in una forma di volontariato; il mio grazie si espande doverosamente anche ai genitori che ci stanno dando piena fiducia e in un momento come questo non è affatto semplice”.

Quali sono i vostri progetti futuri?
Pandemia permettendo uno dei primi progetti è di ripetere il nostro camp estivo, il camp che lo scorso anno, per cinque settimane, ha visto 110 ragazzi frequentare i nostri campi, ci ha dato una mano nel farci conoscere, nell’espandere la nostra realtà; la volontà sarebbe non solo quella di ripeterlo ma anche di ampliare la durata, andando a coinvolgere un mese, come quello di agosto, che solitamente vede le famiglie partire per le vacanze e che invece anche quest’anno, con ogni probabilità, vedrà, una riduzione degli spostamenti. L’altro progetto a cui teniamo molto è quello che chiamiamo il terzo step, lo slancio definitivo, per conquistare categorie nei regionali. Per fare questo, come dicevo prima, bisogna aumentare la qualità di base e proseguire in quella direzione ci tengo però a sottolineare una cosa: il nostro resta a tutti gli effetti un progetto di inclusione, non di esclusione, siamo pronti a differenziare le squadre all’interno delle categorie rispettando tutti i momenti di crescita dei ragazzi e le loro caratteristiche”.

Chi sono i tuoi compagni di viaggio in questa avventura?
I miei compagni di viaggio sono quelli che fanno parte di un gruppo eccezionale, un gruppo solido che si è creato in questa società e che veda da un lato me e Giorgio Scandroglio a rappresentare le menti, e dall’altro tutto lo staff operativo che mette in pratica le nostre idee; ci tengo a dire grazie al presidente Elmazi che tiene tantissimo al settore giovanile e al vicepresidente Ciro Intermite, poi Pino Colonna che è un altro dei punti di riferimento della Crennese Gallaratese e tutti gli allenatori e dirigenti, preziosissimi, senza di loro non potremmo andare da nessuna parte, ed infine, come detto, i genitori. Questo è il mix vincente che ci ha già portato a raggiungere un traguardo importante come il riconoscimento della scuola calcio élite, ma che ancor di più ci vedrà protagonisti in futuro”.

Mariella Lamonica

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