Se al 29’ del secondo tempo Palma avesse trasformato il rigore del 3-1 sarebbe cambiato poco. Facciamo pure nulla (punteggio a parte). Alt, fermi tutti! In realtà, una cosa sarebbe cambiata. E di parecchio. L’umore di Ivan Javorcic. Certamente guastato da uno sfregio ad una gara sin lì ineccepibile. Si chiama commitment to excellence. Quella tensione alla perfezione ormai diventata una chiave interpretativa della crescita della Pro Patria 20/21. Variante bustocca in un campionato che non può più considerare i biancoblu come semplici outsider.
I 3 papaveri rifilati al Piacenza (al termine di una settimana da 7 punti aperta dal regicidio sul Como) sono infatti l’ennesima (probabilmente superflua) prova dell’acquisita consistenza tigrotta. Non più solo (semmai lo è stata) espressione della miglior difesa della Serie C. Ma realtà che con il lavoro quotidiano ha saputo rendere straordinario l’ordinario. Ossimoro di cui lo spalatino fa largo uso (domenica compresa).
Prossima fermata Gorgonzola. Sponda AlbinoLeffe. Osso storicamente duro da spolpare. E first course di un menu da 3 portate in una settimana con carta completata da Pontedera e Grosseto. Il numero da mettere da parte è 49. Punti in classifica e (all’ingrosso) giorni che separano dal termine della regular season. Poi i playoff. Il cui raggiungimento è ormai solo competenza dell’aritmetica.                 

Scusate le spalle. Esplode l’attacco. Ma riciccia la difesa. Con quella del Padova (una rete al passivo nelle ultime 9), la migliore dell’intera Serie C (20 gol subiti). Primato consolidato dal 16° clean sheet (8° in casa) fatturato nella 9^ gara stagionale a reti multiple (4 nelle ultime 7). Quello con i bassaioli è stato il terzo 3-0 stagionale (Lucchese e ancora Piacenza i precedenti 2). Contro le ultime 6 in classifica (Olbia, Piacenza, Pistoiese, Giana, Lucchese e Livorno), la Pro Patria ha contabilizzato 28 dei 30 punti disponibili. Unica eccezione al percorso netto, lo 0-0 dell’11 ottobre con la Pistoiese.     

Parla come Magni. Con 146 panchine (131 di campionato, 6 di Playoff o Poule Scudetto e 9 di Coppa Italia), Ivan Javorcic ha messo la freccia su Carlo Regalia (143) nella graduatoria all time dei tecnici biancoblu. Next level le 157 di Pietro Magni. Per la seconda o la prima piazza assoluta? Bella domanda. Per giocare a carte scoperte (e avendo fatto personalmente di conto), sul tema la giuria è ancora in camera di consiglio. Causa frammentarietà dello score personale di Imre Ianos Bekey. Sia come sia, un’altra stagione allo “Speroni” e Ivan Drago sarà inequivocabilmente in vetta.     

Latte più (cit.). La tracimazione di Emmanuel Latte Lath ha ormai superato i livelli di guardia: 6 reti in campionato (4 nelle ultime 6 da titolare cui sommare 2 assist), prima doppietta in carriera in C, ennesima visita dallo psicanalista prescritta all’avversario (vittimizzato) di turno. L’ivoriano è stato in campo dal 1’ in 7 delle ultime 9, 4 in coppia con Aristidi Kolaj (7 in totale con 3 vittorie, 3 pareggi, una sconfitta con la Juve e 5 clean sheet). La coppia trap tigrotta aveva il moro ma difettava del biondo. Lacuna colmata dall’albanese con la tinta fendinebbia sfoderata nel weekend. Scelta discutibile (per chi scrive, molto discutibile). Ma alla fine contano solo i piedi. E su quelli del prestito dal Sassuolo c’è davvero poco da eccepire.                        

Chiedo per un amico. Rhetoric alert! Perché l’argomento porta inevitabilmente lì. Domenica l’Associazione 100 anni di Pro si è costituita match sponsor della 29^ per ricordare Francesco Bonfanti (Aka il Bonfa). Quanto ci sia di questo omaggio nella ripassata rifilata al Piace è patrimonio dell’intangibilità. Ma quando Javorcic fa appello alla “responsabilità sociale di un club di calcio”, forse (in fondo), intende proprio quello.          

Donne, donne, la vita gira un po’ di più. 8 marzo e dintorni. Con accento posto sulla dedica di genere riservata dalla squadra a Patrizia Testa e alle figlie Francesca e Stefania. La Pro Patria è donna per definizione araldica. Ma il suo attuale vertice ha garantito che lo Yin desse scacco allo Yang. Non la prima presidentessa tigrotta (Mara Vincenzi e Grazia Bertucci l’hanno preceduta con risultati alterni). Certamente quella che la storia (quantomeno quella dell’ultimo mezzo secolo) oltre che farla, minaccia di riscriverla.               

Renate zero. Vincono Como, Pro Vercelli, Alessandria, Pro Patria e Juventus U23. Perde (male) il Lecco a Novara. Soprattutto, pareggia (0-0 con la Carrarese, nella foto) il Renate (un solo successo nelle ultime 8). Contro i marmiferi in rottura prolungata (una vittoria nelle ultime 13 e gol che latita da 323’), i brianzoli hanno confermato il plafonamento delle ultime settimane. Domenica la supersfida del “Piola” tra Como (58 punti in 28 gare) e Pro Vercelli (56 in 29) potrebbe vergare il nome di chi accederà in B dalla porta principale. Chiaramente, attenti al Gatto. Uno di qua (Max) e l’altro di là (Leo). Omonimi. In quanto fratelli.

#fiuuuuh!! Assenti Ghioldi (4 mesi dall’intervento, ancora grossomodo un paio per il recupero), Saporetti (out 3 settimane) e presumibilmente ancora Parker (noie muscolari), la Pro Patria affronterà domenica (ore 15, stadio “Città di Gorgonzola”) un AlbinoLeffe discretamente zavorrato. La Celeste del mai dimenticato Marco Zaffaroni dovrà infatti certamente fare a meno degli squalificati Borghini (rosso con l’Alessandria) e (con sollievo bustocco) Carmine Giorgione (giallo da diffidato). Il beneventano (a segno anche con i Grigi), è sempre andato a referto nelle ultime 3 contro i biancoblu (nella foto, l’1-2 dell’andata).         

Giovanni Castiglioni

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