Con la ripresa dell’Eccellenza, la Solbiatese rappresenta un’autentica miniera d’oro per le società che vogliono tentare il salto di categoria. I nerazzurri erano infatti stati costruiti per vincere la Promozione, con giocatori di ben altro livello, e come ha confermato il dg Gorrasi molti big saluteranno Solbiate per accasarsi proprio in Eccellenza. Non rientra tra questi, però, il capitano Jacopo Catanese, il portierone classe ’92 che era approdato alla Solbiatese due estati fa seguendo mister Gennari dall’Eccellenza alla Prima Categoria.

Per molti fu una sorpresa dato che un giocatore del suo calibro era sprecato a quel livello, ma Catanese è sempre stato chiaro: “Ho accettato per la serietà del progetto e delle persone”. E la scorsa stagione gli ha dato ragione: la Solbiatese ha dominato il campionato, vantando un +10 sulla seconda in classifica al momento dello stop causa Covid-19, guadagnandosi l’accesso alla Promozione. “Mi è dispiaciuto tantissimo non poter festeggiare a dovere la vittoria del campionato – esordisce Catanese –. Anche se non abbiamo potuto portare a termine la stagione, io e i miei compagni sappiamo di averlo vinto sul campo e lo sentiamo nostro a tutti gli effetti. Tramite WhatsApp e FaceTime abbiamo festeggiato a distanza e, quando è stato possibile, ci siamo trovati per un miniaperitivo anche se non tutti sono riusciti a venire. In ogni caso è stata una bella soddisfazione anche perché parliamo del primo campionato che sono riuscito a vincere in carriera”.

Il dispiacere per questa stagione sarà ancora più grande, è così?
“Assolutamente sì, anche perché siamo riusciti a giocare solo due partite prima della sospensione. Ed è davvero un peccato perché eravamo ben consapevoli delle nostre potenzialità e sono sicuro al 100% che avremmo vinto il campionato; il Gavirate la stagione prima aveva dominato la categoria, e credo che noi quest’anno fossimo superiori a loro. Purtroppo è andata così, c’è rammarico, ma ci rifaremo dalla prossima stagione”.

A tal proposito, la qualità della rosa della Solbiatese era di ben altro livello rispetto alla Promozione e infatti tanti tuoi compagni sono approdati (o tornati) in Eccellenza. Tu invece? Hai ricevuto offerte?
“Non ho ricevuto offerte e, dal canto mio, avrei tanto voluto ripartire con chiunque almeno in questi mesi. Ma ad esser sincero mi sono confrontato con mister Gennari e insieme abbiamo fatto il seguente ragionamento: le squadre che vogliono vincere l’Eccellenza, come Varesina, Vergiatese e Ardor Lazzate, hanno già un portiere molto forte e, con il blocco delle retrocessioni, chi avrebbe dovuto salvarsi non spende di certo soldi per l’estremo difensore. Posto che per la voglia che ho di giocare sarei andato gratuitamente, capisco il perché non ho ricevuto offerte e sono comunque felicissimo di restare alla Solbiatese”

Tra l’altro so che hai un gran rapporto proprio con mister Gennari e il suo vice Davide Giubilini; com’è lavorare con loro?
“Io ho sposato il progetto Solbiatese perché conosco molto bene Milanese, ma soprattutto perché Gennari e Giubilini erano andati lì: se loro hanno accettato allora un motivo c’era e non ho avuto dubbi a seguirli. Tra l’altro io sono il capitano perché sono stato il primo a dire di sì all’offerta ricevuta, dato che il giorno dopo ero già a Solbiate. Sono due persone speciali e la loro grande forza è che, essendo diversi, si compensano raggiungendo un livello straordinario di efficacia: sono molto puntigliosi in allenamento, pretendono dai propri giocatori il rispetto nei confronti di tutti gli altri e sanno come si vince. Con loro raggiungeremo grandi traguardi”.

Parlando di traguardi, quando vedremo la Solbiatese in Serie D?
“Vincere i campionati è sempre difficile: puoi fare una squadra fortissima e vincere, ma dall’Eccellenza in su non è scontato che vinca il più forte. La differenza la fa l’impianto societario e il mister; noi abbiamo entrambi. Innanzitutto dobbiamo capire se rifaremo la Promozione o se riusciremo ad iscriverci in Eccellenza: in quest’ultimo caso ti dico che entro due anni saremo in Serie D. La Solbiatese ha fatto una cosa intelligente: poteva subito partire dall’alto, ma ha preferito cominciare dalla Prima Categoria perché serve tempo per organizzare e rodare ogni cosa, dall’ambiente al settore giovanile passando per la gestione delle strutture. Non si può andare in Serie D dall’oggi al domani ma servono solide basi da cui partire; la Solbiatese ne era ben consapevole e, pur avendo le potenzialità per farlo, ha scelto comunque di fare le cose con calma”.

A proposito di Serie D, stai seguendo il tuo ex Varese?
“Sì, qualche partita sono riuscito a vederla. Con il Varese ho da sempre un grandissimo rapporto e se mi avessero chiamato prima di approdare alla Sestese sarei corso lì per dare anima e corpo. Collegandomi al discorso di prima credo che forse il salto in Serie D sia stato troppo azzardato, ma non è per quello che sono quartultimi; anzi, se avessero vinto le prime venti partite saremmo qui tutti a lodarli. Poi è chiaro che con i se e con i ma non si va da nessuna parte; sono comunque certo del fatto che riusciranno a salvarsi”.

Cosa ne pensi della squadra che hanno costruito?
“Partiamo dal presupposto che non è la posizione che meritano e, soprattutto, hanno fatto una stagione intera senza il loro giocatore più forte che è Disabato. Ora è arrivato anche Gazo, con cui ho fatto le giovanili, e la squadra sta ingranando. Personalmente avrei fatto di tutto per prendere subito Gazo e dare un’impronta più ‘varesina’ alla squadra; alla Solbiatese c’era gente, come i fratelli Lonardi cresciuti proprio nel Varese, che avrebbe tranquillamente potuto fare la Serie D”.

Se ti avessero chiamato l’estate scorsa cosa avresti risposto?
“Bella domanda (sorride, ndr). Ne avrei certamente parlato con Gennari e Giubilini e avrei deciso in base ai loro consigli: se mi avessero detto di andare perché rappresentava un’opportunità imperdibile sarei andato, ma dall’altra parte voglio mantenere la promessa fatta alla Solbiatese. Inoltre in Serie D spesso i portieri sono under, quindi diciamo che avrei potuto esser tagliato fuori”.

Il tuo ricordo più bello legato al Varese?
“Te ne dico tre. Il primo è senz’altro tutta la stagione con la Primavera di Devis Mangia nel primo anno della Sere B: ancora oggi condivido i ricordi sui miei social e da quella squadra sono usciti tanti professionisti come De Luca, Lazaar, Miceli, Bianchetti, Scialpi e tanti altri. Eravamo arrivati alla finale scudetto contro la Roma e alla semifinale del Viareggio contro la Fiorentina. Il secondo ricordo è la prima convocazione in C2 contro il Perugia nel 2009: il titolare era Moreau e Grandclement era squalificato, per cui sono andato io in panchina, ed è stata una giornata indimenticabile. Infine ricordo come se fosse ieri la sfida da avversario con la Sestese: quel giorno ho fatto una grandissima partita e uscire dall’Ossola con gli applausi di tutto lo stadio è stata un’emozione incredibile. Tra l’altro lo 0-0 è stato il risultato perfetto, la ciliegina sulla torta”.

Nella tua carriera hai spaziato dalla Serie D alla Prima Categoria; come e quanto cambia giocare in porta?
“Cambia tantissimo non tanto per ciò che riguarda le giocate ma a livello di mentalità e ritmi. Da quando giocavo io in Serie D a Caronno e Seregno il calcio è cambiato perché in ogni categoria si è alzato il livello e allenarsi con Scapinello e Anzano in Promozione equivale ad essere in Serie D; anche in Prima Categoria si trovano oggi giocatori eccezionali. Poi è ovvio che in partita le idee e i ritmi di gioco sono di un altro livello”.

Dove ti sei divertito di più? E dove hai avuto il rendimento migliore?
“La mia annata migliore è stata senza dubbio quella alla Sestese: eravamo una squadra giovanissima partita con l’obiettivo di salvarci e siamo arrivati a ridosso dei playoff subendo solo 28 gol. Quell’anno ho fatto cose incredibili e infatti Gennari mi ha voluto con sé alla Solbiatese. Per quanto riguarda il divertimento sarebbe troppo facile dire l’anno scorso, per cui rispondo con la stagione alla Belfortese anche se siamo retrocessi. Siamo andati a giocare i playout con 37 punti vincendo l’andata 1-0 a Guanzate; al ritorno in casa sotto la grandine abbiamo preso due gol nel finale per cui mi ricordo una delle incazzature più grandi della mia carriera. Ma a parte quello alla Belfortese avevo ritrovato i miei amici con cui uscivo la sera ed è stata una stagione in cui mi sono divertito davvero tanto, anche perché ho avuto modo di rimettermi in mostra vincendo anche il premio come miglior portiere di Promozione”.

Credi che a settembre si potrà ripartire in sicurezza?
“Me lo auguro e ne sono convinto. Ormai è da due stagioni che il calcio dilettantistico è fermo e non possiamo perdere anche la terza. Se l’Eccellenza è ripartita quest’anno non vedo perché non debba ripartire anche l’anno prossimo, ma a parte questo credo che anche le altre categorie ripartiranno”.

E quale sarà il tuo obiettivo e quello della Solbiatese?
“Vincere. Qualsiasi categoria faremo, o Promozione o Eccellenza, l’obiettivo sarà solo ed esclusivamente la vittoria. Lo dico senza troppi problemi perché so come ragiona il presidente, so come sono fatti Gennari e Giubilini e so che tutti noi vogliamo vincere per portare la Solbiatese in alto”.

Matteo Carraro

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