“…avrei ripreso subito gli allenamenti e appena daranno il via libera sarò lì, pronto. Mi mancano gli aperitivi e le birrette dopo le partite”. E’ in questa frase che è racchiusa la passione, il divertimento e la dedizione che Marco Montagnoli ha verso il calcio. Ormai una bandiera a Somma e, a distanza di più di un anno dall’ultima intervista, quando la pandemia era ancora lontana, si racconta col pensiero rivolto ai prossimi anni con un’unica certezza: non è ancora arrivato il momento dei saluti.

Quando ci siamo sentiti l’anno scorso mi avevi detto che ti piace troppo giocare e che per il momento non te la senti di smettere. Dopo tutto questo, e i tuoi 37 anni compiuti lo scorso 15 gennaio, sei ancora di questa idea?
“L’idea è la stessa, bisogna valutare diversi fattori e le mie condizioni. Non sarà semplice riprendere dopo questi mesi.
Sto correndo durante la settimana e faccio esercizi ogni giorno. Non mi piace correre ma ci tengo a riprendere, non ho intenzione di smettere e poi farlo ora, con la pandemia non sarebbe una giusta fine e sotto un punto di vista morale preferirei smettere scegliendo io quando voglio”.

Questo anno ti ha in qualche modo demoralizzato sia a livello personale e sia calcisticamente parlando?
“Sì, non è semplice cambiare stile di vita, ero abituato ad uscire con i miei figli e divertirmi. Fortunatamente ho sempre lavorato ma non è stato facile affrontare questo cambiamento, soprattutto la mancanza di socialità e lo stesso anche col calcio”.

E per il tuo futuro alla Sommese?
“So che saranno gli ultimi anni, volente o nolente prima o poi bisogna appendere le scarpe. L’idea è rimanere qui fino alla fine, continuo a sentire il mister e i dirigenti e il mio sogno sarebbe portare la Sommese in Prima categoria e lasciare così spazio ai giovani”.

Mi avevi anche detto che avevi il pallino dell’allenatore ma che un ruolo da dirigente non ti sarebbe dispiaciuto. Ora verso che cosa sei propenso?
“L’intenzione è provare ad allenare, poi se sarò bravo proseguo altrimenti cambierò. Ho fatto la richiesta ma per il momento non posso iscrivermi perché non ho il patentino per i giovani. Adesso era comodo affrontare questo visto che non ci si può allenare, ma sicuramente la volontà è di provarci”.

Pensi che a settembre si possa ritornare a giocare?
“Mi auguro di sì, una ripartenza con un’eventuale sospensione penso che non sia il massimo per il morale e la salute perché sono convito che una corsa, lo stare all’aperto faccia bene. Ora ci sono i vaccini, così anche quest’estate l’organizzare i tornei dovrebbe diventare più semplice e speriamo si possano fare. Penso pure che tante persone, magari giovani o con una mentalità non forte, saranno propense ad abbandonare lo sport in generale e questo ce lo porteremo avanti per un po’”.

Da genitore come vivi questo periodo per i tuoi figli?
“Li vedo tranquilli, anche durante il periodo invernale giocavano fuori casa nel giardino ma è una situazione difficile perché i bambini hanno bisogno di sfogarsi e hanno voglia di uscire con gli amici. Questa generazione avrà problemi perché può subentrare la paura, rimarrà il timore del mantenere le distanze, dello stare insieme e non sarà semplice superarlo mentalmente. Speriamo si risolva”.

Roberta Sgarriglia

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui