Non poteva iniziare meglio il campionato (pardon, torneo) della Sestese che con l’uno due firmato Caraffa e Lombardo nel giro di venti minuti ha regolato il Milano City. I biancoazzurri si proiettano così in zona bianca, ma soprattutto si godono il fatto di esser finalmente tornati a giocare dopo tanto tempo e a sottolinearlo è proprio mister Alessandro Ferrero: “Riprendere dopo cinque o sei mesi di pausa è stata davvero una bella sensazione: all’inizio eravamo inevitabilmente un po’ emozionati, ma una volta scesi in campo abbiamo pensato solo a giocare e non potevamo chiedere di più dal nostro debutto”.

Cominciamo proprio da domenica scorsa, da un esordio col botto; te lo immaginavi così?
“Diciamo che ci speravo. Non avrei potuto immaginarlo così perché non conoscevo il Milano City, se non per sentito dire, e ho potuto constatare che è una squadra solida con quattro o cinque giocatori davvero notevoli; la maggior parte di loro provengono dalla Serie D, tra cui Pira ex Pro Patria, e sono tutti calciatori di spessore. Noi siamo stati bravi a sfruttare le occasioni avute nel primo tempo e credo che all’intervallo avremmo potuto rientrare negli spogliatoi con un risultato ancor più largo. Nella ripresa siamo comprensibilmente calati dal punto di vista fisico, loro sono usciti alla distanza e ci hanno messo in difficoltà: ci poteva stare un gol del Milano City, in quel modo la partita si sarebbe riaperta, ma siamo riusciti a resistere”.

A proposito della condizione fisica, che alla vigilia era un po’ l’incognita di tutti, quali risposte hai avuto da questo punto di vista?
“Dopo tutti questi mesi lontano dal campo mi aspettavo qualche problemino e così è stato. Sia chiaro: non è che i ragazzi a casa non si sono allenati, ma lavorare in gruppo è totalmente diverso e noi ci siamo ritrovati solo tre settimane fa. Ci sono squadre che hanno iniziato un mese prima rispetto a noi e di conseguenza sapevo che avremmo potuto pagare qualcosina verso la fine; la condizione arriverà giocando”.

Cosa ti è piaciuto di più della tua squadra?
“Mi è piaciuto il primo tempo per come abbiamo mosso il pallone e cercato di costruire il gioco: siamo stati bravi a rimanere compatti e ad essere sempre aggressivi. Nella ripresa ho perso alcuni giocatori (Lombardo e Papasodaro, ndr) a causa di qualche acciacco, e non siamo più riusciti a tenere le distanze arrivando sempre dopo sulle seconde palle. Tuttavia, come ho detto prima, è normale non avere benzina in questo momento anche perché non abbiamo giocato amichevoli prima di domenica. Per questo motivo guardo il bicchiere mezzo pieno”.

Come giudichi l’esordio dei nuovi innesti?
“Manfroni ho già avuto modo di allenarlo per un paio di anni e quindi sapevo cosa aspettarmi: tolto Menegon, è il giocatore più anziano (classe ’94, ndr) e con la sua esperienza ci sta dando una grossa mano sia in campo sia fuori. È qui da tre settimane ma è come se fosse sempre stato della Sestese perché è subito entrato in sintonia con tutti. Lonardi è un giocatore di categoria e ha saputo adattarsi molto bene da difensore centrale dato che Mandracchia era out; Maiorino e Trevisan sono due giovani di prospettiva davvero interessanti e, infine, Lunghi si vede che è un calciatore proveniente dai settori giovanili di squadre importanti”

Lo scorso ottobre, dopo la sconfitta in coppa 4-1 contro la Castanese, avevi detto che la Sestese, con la giusta fame e concentrazione, può mettere in difficoltà chiunque e domenica lo abbiamo visto. Per cui ti chiedo: qual è l’obiettivo della Sestese?
“L’obiettivo è vincerle tutte (ride, ndr). Scherzi a parte sappiamo che è impossibile vincere tutte le partite e il nostro traguardo dovrà semplicemente essere quello di giocarci ogni sfida a viso aperto perché ce lo abbiamo nel dna. Confermo quanto detto allora: se la squadra sta bene possiamo davvero mettere in difficoltà chiunque. Poi è ovvio che, sul lungo periodo, ci sono squadre molto più attrezzate di noi e il nostro livello medio di qualità è inferiore rispetto a quello di Ardor Lazzate, Brianza Olginatese, Varesina e Vergiatese, ma in una partita secca nulla è scontato. Detto questo la Sestese è sempre stata attenta alla crescita dei giovani e infatti credo di avere la rosa più giovane in assoluto; l’obiettivo è quindi quello di migliorare sotto ogni punto di vista e giocarci le nostre chance per toglierci quante più soddisfazioni possibili”.

Tralasciando per un momento il discorso Sestese, che campionato ti aspetti in generale?
“Non possiamo parlare di campionato vero e proprio, semmai di un mini-campionato o di un torneo. Comunque tutti quanti si sono rinforzati e hanno preso giocatori importanti, da chi vuole fare il salto di categoria a chi, come noi, vuol far crescere i propri ragazzi. Sarà un percorso breve ma estremamente difficile perché con due passi falsi si è tagliati fuori. Chi vincerà? Per l’esperienza e il calibro di giocatori direi che l’Olginatese potrebbe avere qualche chance in più, ma loro un passo falso l’hanno già fatto…”.

A proposito di questo, eccezion fatta per Castanese-Ardor Lazzate, tutte le squadre che hanno giocato in trasferta hanno perso; credi che sia stato un caso oppure il fattore campo può avere una certa importanza?
“Secondo me è stata solo una casualità. Nelle nostre categorie non riesco a reputare il fattore campo determinante nemmeno con gli stadi aperti; magari andare a giocare a Legnano o in altri contesti simili, con una tifoseria così calda, potrebbe causare qualche difficoltà a livello mentale, ma si tratta di casi isolati. Probabilmente può influire leggermente il fatto di conoscere il terreno di gioco, però se una squadra è forte vince sia in casa sia fuori”.

Adesso testa al Gavirate, una squadra che fa della costruzione dal basso la sua arma; come state preparando la prossima trasferta?
“Quando imposti dal basso devi mettere in conto di poter fare qualche errore e anche noi ne abbiamo commessi alcuni. Ho visto a loro partita e, al netto di qualche imprecisione, hanno comunque dimostrato il loro potenziale contro una squadra forte come la Varesina. Il Gavirate è una squadra qualitativa, con individualità importanti e un gran senso tattico; inoltre ha il vantaggio di avere sette/otto elementi che giocano insieme da qualche anno e si conoscono benissimo. Noi andremo là per fare la nostra partita e giocarci le nostre chance nella speranza di portare a casa i tre punti”.

Matteo Carraro

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