Il progetto della nuova Openjobemtis Varese attende solo di partire con i primi passi concreti dopo le parole di Rasizza e la conferenza via zoom di Scola, in attesa della prima grande mossa societaria che sarà l’annuncio del nuovo allenatore, con Adriano Vertemati più che mai in pole position.
Un nuovo progetto che però ripartirà dallo zoccolo duro degli italiani, costruito durante quest’annata e che ha portato grandi risultati in termini di crescita dei singoli e di apporto alla squadra. Primo fra tutti in questo gruppo azzurro è sicuramente Michele Ruzzier, la punta di diamante della seconda parte di stagione biancorossa, in cui ha fatto talmente bene da essere convocato in Nazionale per il ritiro Pre Olimpico di Pinzolo.

Ruzzier che ha dimostrato di avere la stoffa e le qualità per poter giocare da playmaker titolare in Serie A e ripercorrere le orme dei grandi play azzurri che hanno fatto la storia del basket a Varese come Ossola, Sacchetti o Pozzecco, mostri sacri della storia varesina che però Michele con tanto lavoro e molta umiltà, dote che lo contraddistingue, mira a raggiungere.
Un obiettivo che vuole perseguire anche il prossimo anno con la maglia biancorossa, allontanando per ora le sirene di mercato e concentrandosi su quello che è l’immediato presente, ovvero le Olimpiadi da raggiungere con la maglia azzurra.

Sei stato convocato per il ritiro Pre Olimpico, te lo aspettavi?
“Lo speravo. E’ una cosa che fa sempre piacere. Vado carico a questo ritiro per provare a fare il meglio possibile. Essere in Nazionale è sempre una cosa speciale. Parto con umiltà, con voglia di fare, giocandomi le mie carte e poi vediamo quale sarà la decisione del coach”.

Quanto ti è dispiaciuto l’addio di Bulleri dalla panchina di Varese?
“Con Bullo avevamo creato un bel rapporto soprattutto grazie alle vittorie nella seconda parte di stagione. Quando lavori con una persona, poi ti affezioni per forza di cose. Lo ringrazio per tutti i consigli e per tutti questi mesi passati assieme”.

La panchina di Varese ora è senza allenatore e ci sono due allenatori in particolare in lizza ovvero Sacchetti e Vertemati. Tu con l’attuale coach azzurro hai già lavorato a Cremona e ora in Nazionale. Che rapporto hai con lui? Ti piacerebbe averlo con te a Varese il prossimo anno?
“Con Meo c’è stato un gran rapporto. Mi ha dato fiducia da subito e ho giocato per lui tre anni sempre migliorandomi. A lui devo tanto. Arrivavo a Cremona da un’annata non positiva, lui mi diede subito la fiducia di cui avevo bisogno in quel momento e gli sono grato per questo. E’ un allenatore che mi porterò sempre nel cuore. Per quanto riguarda la possibilità di averlo a Varese come coach il prossimo anno, preferisco non esprimermi perché queste sono scelte che spettano alla società”.

L’intenzione a Varese oggi è quella di aprire un nuovo ciclo vincente che riporti in alto il brand e il nome della società. Secondo te, dopo un anno passato qui, Varese ha la possibilità in breve tempo di tornare davvero ad altissimi livelli?
“Intanto me lo auguro. A Varese quest’anno sono stato veramente bene e si sente che è una citta che vive e respira basket. E’ logico che purtroppo la componente economica recita una parte fondamentale, però squadre come Brindisi negli ultimi anni o a Cremona quando ero lì hanno dimostrato che le cose si possono fare bene anche non spendendo come le società top. Mi auguro che si possa fare bene, con un progetto serio in una città che ama la pallacanestro e penso che si possa fare come è già stato in passato. Perché no..”

Andrea Conti lunedì sera ha detto che l’intenzione è quella di ripartire dal gruppo di italiani creato quest’anno ma che alcune situazioni sono in bilico fino a fine giugno. La tua è una di queste perché hai un’opzione di uscita dal contratto. Lui ci ha detto che ci sono state anche interessamenti di squadre blasonate nei tuoi confronti visto quanto di buono hai fatto quest’anno. La tua intenzione ad oggi qual è?
“Sinceramente di questi interessamenti l’ho saputo anche io da Andrea leggendo l’intervista. Veramente non sapevo niente. Io ho un contratto a Varese, sto bene qui e non penso di andarmene”.

Alessandro Burin

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