Questa settimana, dopo i candidati al Pallone d’Oro 2020 di Seconda Categoria, tocca a quelli di Prima Categoria fare il punto su come si sono comportati in quest’anno così travagliato e scoprire che maglie vestiranno nella prossima stagione.

Partiamo con il candidato che all’anagrafe è il più grande d’eta ma quando lo vedi giocare capisci che cosa significa la frase cliché “l’età non conta”. Giancarlo Casiraghi del Ferno, infatti, con i suoi 40 anni può essere solo un esempio per i più giovani.
A fine marzo si era raccontato e, in quel frangente, aveva detto che a 40 anni da una parte la voglia c’è ancora ma avrebbe valutato mese per mese il da farsi. Sarà cambiato qualcosa?
“Mi premeva cominciare e capire a che punto fosse il mio fisico. Il presidente ci ha dato la possibilità di allenarci, ci siamo visti sette volte facendo degli allenamenti blandi con delle partitelle e mi sono trovato bene e questo mi ha spinto a continuare”.

Sul suo futuro non ha dubbi: “A Ferno ho trovato una realtà dove mi vogliono bene e io a loro, ho trovato persone per bene, col presidente ho un bellissimo rapporto e sono un po’ una chioccia per tutti. Sto da Dio. Ho avuto richieste durante il lockdown anche da squadre di categoria superiore ma non mi interessa, penso che la mia carriera finirà a Ferno (una vera e propria promessa d’amore, ndr). Quando sono andato a parlare col Ferno per la prima volta, senza contare il Covid due stagioni fa, ero in Emilia l’anno prima e non avevo voglia di fare km su km, volevo trovare una realtà che mi invogliasse a giocare, che mi facesse divertire e che fosse comoda. A Ferno ho trovato tutto questo”.
Pure per lui la domanda di rito sulla prossima stagione e sull’Eccellenza che sta per concludersi: “In Eccellenza ho diversi amici e per fortuna sta andando abbastanza bene. Sono fiducioso per la ripartenza e presumo che comincerà il campionato con almeno una dose di vaccino per tutti. Sono convinto che si inizierà con le giuste norme e mi auguro che il campionato si possa portare alla fine. Sicuramente c’è tanta voglia di ricominciare e tornare alla nostra vita quotidiana e il calcio fa parte della nostra quotidianità. Ciò che spero più di tutto è tornare in campo con la gente sugli spalti che ci guarda perché nella nostra categoria è la parte più bella”.
Con l’auspicio in un inizio definitivo, arrivano anche gli obiettivi per la prossima stagione: “Il presidente sta facendo degli sforzi notevoli, ha rafforzato la squadra con delle pedine importanti, giocatori che potrebbero fare altre categorie e Ferno è una piazza ambiziosa che quando parte vuole vincere. Certo, ci sono altre squadre ma noi partiamo con voglia. A livello personale fare come due anni un ottimo campionato e se riuscissi a portare questa squadra in Promozione sarebbe la ciliegina”.

Tra i candidati al Pallone d’Oro 2020 di Prima Categoria c’era pure Ivano Izzo, a segno 19 volte a 9 giornate dalla fine: “Nessuno si aspettava un’annata di stop dopo quella dell’anno scorso, chiaramente il calcio è mancato a tutti ma, tralasciando l’aspetto sportivo che è il meno, speriamo di uscire da questa situazione e iniziare a svolgere una vita normale. Confidiamo che i vaccini non ci blocchino più perché altrimenti ci sarà anche un blocco di non so quante società. Pure per me a 35 anni se dovessero fermare tutto non so che farei. Inizialmente, con l’inverno alle porte non è stato brutto stare al caldo a casa, poi però è incominciato a mancarmi”.
Chiaramente per un attaccante segnare è più che fondamentale ma a 34 anni rimane una sua priorità o punta a qualcos’altro?: “Segnare tanto è giusto ma la priorità è la squadra, meglio ancora se vinco il campionato segnando tanto”.

Ma c’è una novità, Ivano ha deciso di separarsi dall’Accademia Bmv per abbracciare una nuova sfida con il Pontevecchio, squadra di prima categoria del girone N: “Ho voluto accettare questa avventura e ringrazio l’Accademia per questi quattro anni. È un’ottima società, ambiziosa e gestita benissimo. Con il mister poi ho più un rapporto d’amicizia che d’allenatore e pure lui era dispiaciuto ma mi ha fatto l’in bocca al lupo e lo stesso faccio io a lui e a tutta la società auguro il meglio e che possano raggiungere i loro obiettivi. Pure voi di VareseSport mi mancherete, mi ero abituato alle vostre interviste! (ride, ndr)”.

Il terzo candidato che dalla cerimonia di premiazione ad oggi non se n’è stato con le mani in mano è Andrea Leontini, attualmente militante in eccellenza con la Castanese: “Il mio obiettivo era di non stare fermo e mettermi in gioco appena ne avevo la possibilità. L’ho fatto con la Solbiatese, con la quale avevo sposato il progetto ed è stata stra bella come annata. Le cose poi non sono andate bene e sono arrivato alla Besnatese, c’era un ottimo gruppo, siamo partiti bene ma il Covid ci ha bloccato e per non stare fermo ulteriormente ho colto l’opportunità che mi ha dato la Castanese. Mi trovo bene e il gruppo è giovane. Pensavo di trovare più difficoltà a livello tecnico ma non è stato così”.

Per lui il campionato di Eccellenza non è una novità perchè l’aveva assaggiato dopo essere uscito dalle giovanili con il Novara e adesso, come ci ha raccontato, l’ha trovata molto più competitiva rispetto ad allora, sia a livello agonistico che tecnico. “L’ Eccellenza è la base della piramide per le altre categorie e ha fatto in modo che tutte le altre poi possano ripartire. Si deve riniziare a giocare, le società delle varie categorie si stanno muovendo e abbiamo anche i vaccini, quindi secondo me riprenderà tutto”.
Ma il suo futuro sarà ancora a Castano Primo? “È un punto di domanda. Ho parlato con varie società tra cui il Ferno che è la società che mi sta volendo di più rispetto alle altre. Il loro gruppo è tanta roba così come le ambizioni e tra le società è quella che mi ha dato più sicurezza e sposare il loro progetto mi piacerebbe. Non cerco la categoria ma mi interessa stare bene e vincere il campionato”.

Arriviamo al vincitore del Pallone d’Oro 2020 Mattia Cinotti, che già nel 2015 aveva alzato il nostro trofeo. Dalla vittoria del campionato con la Solbiatese, a cui si aggiunge quella del pallone d’oro, al passaggio alla Besnatese, possiamo dire che Mattia non si è annoiato in quest’anno: “Annoiato proprio no. La vittoria del campionato è sempre bella, è stata un’annata positiva anche sotto l’aspetto personale con la vittoria del pallone d’oro. È stato pesante fermarsi, sono 25 anni che gioco quasi ogni giorno e bloccarsi di punto in bianco, ripartire e fermarsi ancora è stato difficile. Già a settembre non credevo di poter riuscire a finire il campionato e spesso alla domenica saltavano partite, c’è da dire che molti lo usavano un po’ come scusante. Però, pur di giocare si giocava. Adesso, a distanza di un anno, penso ci siano le condizioni per iniziare e per finire. Credo che con i vaccini e vedendo l’attuale situazione si possa riprendere tranquillamente con continuità e con le varie normative”.

Nel calciomercato di luglio c’è stato un ritorno di fiamma con il passaggio alla Besnatese, dove per diversi anni ne aveva già vestito i colori: “La Besnatese è una seconda casa, la mia intenzione era di tornare lì. L’ambiente è competitivo e famigliare e quest’anno continuerò lì, ho avuto offerte da qualche squadra ma proseguo con la decisione presa l’anno scorso”.
Sguardo al campionato 2021/2022 e Mattia si fa un augurio: “Sono ambizioso ma non voglio sbilanciarmi più di tanto e quindi posso dirti che mi piacerebbe fare almeno i playoff”.
“L’Eccellenza – conclude con il suo pensiero a riguardo – penso sia un campionato falsato, non è il solito campionato, togli le prime tre che se le giocano tra di loro per le altre, senza retrocessioni, non c’è neanche il bello del calcio, il giocarsela anche con le ultime che magari lottano per salvarsi”.

Roberta Sgarriglia

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