Dopo le grandissime emozioni di giovedì e venerdì con l’Italia del nuoto sincronizzato che hanno staccato il pass per le Olimpiadi come Squadra, le gare a Barcellona sono proseguite, portando altre grandi soddisfazioni al mondo azzurro in maniera diretta e non solo.
Il risultato più atteso è stato quello della World Series del Duo Mix, dove l’Italia scendeva in vasca con il campione del mondo Giorgio Minisini e Lucrezia Ruggiero che conquistano un preziosissimo argento sulle note di Stairway to Heaven dei Led Zeppelin, su coreografia di Anastasia Ermakova. Il punteggio di 88.6332 è un grande risultato, inferiore solo all’enorme 94.0000 degli irraggiungibili campioni del mondo russi Mayya Gurbanberdieva e Aleksandr Maltsev, che dominano la gara e conquistano l’oro.

Ma non solo duo mix a Barcellona, perché alla piscina Saint Jordi si è conclusa domenica anche la qualifica olimpica per il duo, dove l’Italia, già qualificatasi di diritto dopo il pass staccato dalla squadra, era presente grazie all’allenatrice della Busto Nuoto Sincronizzato Stefania Speroni, in veste di consulente per la coppia della Gran Bretagna. Il duo inglese si è qualificato insieme a Austria, Biellorussia, Francia, Paesi Bassi, USA, Israele, Liechtenstein e Colombia.
Grandissima emozione e soddisfazione per Stefania, che racconta così tutta la sua gioia e la sua emozione nel volare a Tokyo il prossimo agosto.

Quant’è la soddisfazione per un risultato così importante raggiunto?
“Grande, grandissima. E’ stata una bella gara. Noi partivamo già con un po’ di sicurezza di essere tra i qualificati, quindi non è un risultato così inaspettato. Essendo però gara secca, si decideva tutto a Barcellona e si sa che nello sport tutto può succedere e fino all’ultimo si resta con il fiato sospeso perché basta un errore e si va a casa. Aver raggiunto il risultato voluto è stato bellissimo”.

Lei è consulente del duo inglese, mi racconta la sua figura all’interno della squadra?
“Mi occupo delle coreografie. Lavoro con Paola Basso, con cui ho lavorato prima con la Nazionale Italiana, poi abbiamo proseguito la collaborazione alla Busto Nuoto Sincronizzato, dove lei faceva la consulente per me e, infine, quando Paola è volata in Inghilterra, un po’ per caso devo dire, ho iniziato questo percorso. Lei è specialista sulla tecnica, io sulla coreografia e ci siamo messe insieme per provare a raggiungere questo obiettivo. Alla fine ce l’abbiamo fatta e direi che siamo davvero una coppia perfetta”.

Per lei cosa significa andare alle Olimpiadi?
“In maniera banale, anzi banalissima, è il sogno di una vita. So che può sembrare una risposta scontata, ma è così. Non c’è altro modo per descriverlo. Da allenatrice mi sono sempre ripromessa che se una mia atleta avesse mai raggiunto questo obiettivo, sarei andata a vederla.. Ora la soddisfazione di essere a bordo vasca in questo caso è doppia”.

Sicuramente avrà visto il risultato delle azzurre e di Gemma Galli in particolare, che lei conosce benissimo. Che pensiero dà sulla Nazionale Italiana?
“Anche per loro la qualificazione non era un risultato inaspettato. Arrivavano qui come la squadra più forte e dovevano dimostrare di esserlo. Non gareggiavano da due anni e questo poteva creare qualche problema all’inizio, ma poi, una volta rotto il ghiaccio, in finale non c’è stata storia con le altre nazioni in gara. Conosco Gemma da sempre, so cosa può dare, era molto emozionata ed in tensione, però poi è stata brava ed era felicissima alla fine”.

So che adesso è ancora un po’ presto, ma viste le qualifiche e le squadre qualificatesi nel duo, qual è l’obiettivo concreto con il quale andate a Tokyo?
“Quello di avvicinarci il più possibile alla finale a 12. Noi siamo al quattordicesimo posto in graduatoria nel Ranking Mondiale, non è mai facile riuscire a scalzare qualche nazione che ci sta davanti, perché c’è dietro anche tutto un discorso di risultati raggiunti nel tempo, però ci proveremo”.

Alessandro Burin

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