La Pro Patria e Marco van Basten (o meglio, all’anagrafe, Marcel detto Marco). Per unire i puntini serve lo story telling di Federico Buffa e il link di Ricky Testalamuta (o meglio, all’olandese, Testa La Muta). Protagonista al pari di alcune memorie biancoblu (in bianco e nero) dell’ultima produzione della premiata ditta #SkyBuffaRacconta.
Cioè, “van Basten ’88 – E l’ottavo giorno Dio creò Marco”, rilettura dell’avvocato in chiave pop del gol più bello della storia degli Europei. Quello segnato dal Cigno di Utrecht il 25 giugno 1988 nella finale vinta all’Olympiastadion di Monaco dall’Arancia Meccanica di Rinus Michels sull’Unione Sovietica di Valerij Lobanovs’kyj.

Vabbeh, ma la Pro Patria in tutto questo? Per farla breve (ed evitare spoiler), nel travaglio del primo anno italiano di van Basten (complice quella caviglia che ne mutilerà la carriera), la nostalgia e i propositi di ritorno in patria furono allontanati dalla presenza nella vicina Busto Arsizio di un vecchio (e inseparabile) amico d’infanzia come il Testalamuta di cui sopra. Meteora dell’attacco tigrotto (18 presenze e 2 reti) in quella sfortunata stagione (87/88), punteggiata dalla tragedia di Andrea Cecotti e dalla retrocessione tra i dilettanti.
Il grande Milan euro mondiale di Arrigo Sacchi (forse, chissà…) non avrebbe visto la luce senza quell’amicizia per la vita tra “il più forte giocatore di sempre negli ultimi 20 metri” (parziale ipse dixit di Enzo Bearzot), e una non esattamente memorabile punta italo/olandese con un cespuglio in testa e un sorriso da spot del dentifricio stampato in faccia. Un comprimario della storia biancoblu affiancato ad un gigante di quella rossonera. Vite parallele in cui solo il calcio (e lo story telling) potevano unire i puntini.                         

Giovanni Castiglioni

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