Sasa Milanovic, allenatore delle squadre di A1, A2 e U20 femminili e della squadra U17M della Pallamano Cassano Magnago traccia un bilancio di una stagione molto particolare, dove il valore umano delle ragazze con cui lavora è stato molto più importante dei risultati sul campo. Dopo la vittoria in finale contro Guerriere Malo che ha consentito a Cassano Magnago di laurearsi campione d’Italia con l’U20F pensa al futuro, vuole tornare sul campo da giocatore dopo l’infortunio che lo ha costretto a una pausa dal gioco.

Come ha vissuto questa annata particolare?
“Questa stagione era una delle più difficili per tutte le squadre. Dover gestire una squadra tra gli stop dovuti al covid e i tamponi, a volte si perdeva un po’ di concentrazione e di preparazione. Per noi allenatori non è stato facile perché non si sapeva quando e quanto spingere per arrivare a raggiungere un obiettivo; alcune ragazze che hanno avuto il virus e poi non sono state bene per un po’ di tempo e diventava difficile capire come gestirle. Con la mancanza del pubblico era anche più complicato capire come gestire alcune situazioni perché spesso nei momenti di difficoltà il tifo ti aiuta a trovare forze che non sapevi di avere. Con la A1 femminile siamo riusciti comunque a raggiungere i nostri obiettivi, ma in generale la stagione è stata molto positiva, anche con le problematiche di cui ho già parlato. Con l’U20 femminile è stata una stagione davvero fenomenale”.

Dopo la semifinale persa con l’U17M c’era un po’ di rammarico?
“Sinceramente no, nessuno si aspettava che noi vincessimo il nostro girone. I nostri ragazzi sono molto giovani, alcuni giocatori giocano in U13 e U15, c’era solo il capitano che l’anno prossimo non ci sarà per limiti di età. Il fatto che tutti gli altri ragazzi ci siano ancora l’anno prossimo significherà avere una squadra giovane, già rodata e che ha già dimostrato con questo terzo posto di poter fare molto bene. Con questa squadra a mio avviso giochiamo già un’ottima pallamano, molto moderna, fatta di movimento, palla che si muove molto velocemente e con giocatori che danno tutto l’uno per l’altro. Inoltre uno dei giocatori forse più importanti per il gruppo si era infortunato alla spalla una settimana prima delle finali. Con lui in campo secondo me avremmo potuto fare ancora meglio; detto questo, sono molto contento per la stagione con l’U17”.

Parlando dell’U20F, a scudetto vinto, come giudica la stagione?
“Quando siamo partiti con la A1F parlando con il presidente abbiamo dovuto capire cosa fare. Abbiamo deciso di fare una squadra giovane, magari prendendo qualche innesto nuovo, in cui far crescere le ragazze però prendendo il rischio di poter retrocedere. Penso che questa esperienza che le giocatrici hanno fatto sia in A1, sia in A2, sia servita molto per consentirgli di migliorare molto. In A1 capisco che abbiano fatto fatica, giocando contro le squadra migliori d’Italia magari non riesci nemmeno ad esprimere il tuo massimo potenziale. In A2 invece confrontandosi con squadre non meno preparate, ma comunque con la stessa età delle mie ragazze hanno fatto molto bene e infatti siamo arrivati secondi. Queste giocatrici hanno fatto vedere di avere sia la voglia che le capacità per far bene. Alle finali abbiamo vinto tutte le partite tranne quella contro Malo, è un traguardo incredibile, tutti i complimenti vanno fatti alle ragazze; io dovevo solo gestire e far migliorare le giocatrici in alcuni aspetti ma la parte fondamentale la svolge la squadra”.

Come ha detto lei la squadra è migliorata in alcuni aspetti, pensa che questo gruppo abbia ancora margini di miglioramento?
“Assolutamente sì, tutte le ragazze come ti dicevo sono molto giovani, penso che con il lavoro che abbiamo impostato, mirato al lungo periodo, possano migliorare ancora tantissimo. Già in questi otto mesi in cui le ho allenate ho visto dei grandi progressi, alcune ragazze che uno o due anni fa non vedevano il campo in A1 adesso hanno fatto molto bene, sia in A1 che in A2, senza parlare poi dell’U20. Ci sono ancora grandi margini di miglioramento soprattutto a livello singolo; come gruppo squadra invece sono già fantastiche, sono molto unite, ci tengono una all’altra, sono una squadra fenomenale”.

Parliamo appunto dei singoli, perché oltre a delle ottime prestazioni di squadra avete vinto tre premi individuali, questo la rende orgoglioso?
“Sono molto contento, magari mi aspettavo anche qualche premio in più. Scherzi a parte, devo dire che questo aspetto preoccupa molto gli allenatori, queste finali sono un modo per mettersi in mostra per queste ragazze, per me era più importante vincere come squadra. L’ho detto anche alle ragazze, anche se non doveste vincere nemmeno un premio, se vinciamo le finali qualcuno vedrà che giocatrici siete. Sono molto contento, Nina Bortolino è un portiere fenomenale e una ragazza d’oro, che si impegna tanto e si mette sempre a disposizione e in futuro potrà dare tanto. Gloria Montoli che era il nostro capitano e il nostro Pivot, è un difensore fenomenale, in A1 non aveva tantissimo spazio, ma ha dimostrato con noi che è una giocatrice molto forte. Eva Brogi invece è una giocatrice completissima, può giocare in più ruoli, ed anche lei è veramente fenomenale in difesa, con lei ho fatto un ottimo lavoro, e penso sia la giocatrice più migliorata da inizio stagione”.

Come ha detto lei avevate già giocato contro Malo ai gironi, avevate pareggiato, cos’è cambiato tra le due partite?
“È cambiato tanto, non è facile giocare queste partite. Dopo la gara con Malo in cui ci hanno segnato all’ultimo secondo, c’erano le ragazze dell’altra squadra contentissime, mentre le nostre giocatrici erano distrutte. Alcune piangevano, io in quel momento ho detto che era giusto che si sfogassero, perché nel pomeriggio c’era un match più importante da giocare per qualificarsi alla semifinale. Avevamo giocato molto bene, avevamo fatto tutto nel modo giusto, solo che abbiamo sbagliato tanto in fase realizzativa, in più, il portiere di Malo era stato superlativo. Abbiamo fatto una riunione dopo la partita e ho detto alle ragazze che una partita così era meglio che arrivasse ai gironi piuttosto che in semifinale o in finale, le ho provate a tranquillizzare e ho detto che credevo molto in loro. Secondo me ha fatto tanto la voglia di riscatto dopo una partita dal risultato ingiusto”.

Ora un po’ di vacanza o inizia a preparare la prossima stagione?
“Questo non so dirtelo nemmeno io, ora sicuramente c’è un po’ di vacanza, anche se devo andare a Chieti per fare un altro corso da allenatore. La mia intenzione sarebbe quella di tornare a giocare con la A1 l’anno prossimo, dopo l’infortunio ho voglia di scendere in campo, e non so se posso sia giocare che allenare. Dovrò anche parlare con la società per capire cos’hanno intenzione di fare, però come idea generale davvero ho molta voglia di tornare sul terreno di gioco per confrontarmi con gli avversari come giocatore più che come allenatore”.

Per concludere vuole dire qualcosa alle sue ragazze?
“Assolutamente sì, volevo ringraziarle veramente con il cuore, tutte, dalla prima all’ultima. Questo è stato veramente un anno difficile, sia a livello sportivo ma anche a livello personale perché purtroppo ho perso il padre a febbraio per il covid. Lui era la ragione per cui io mi sono avvicinato alla pallamano e ho sofferto molto. Le ragazze sono state fantastiche, mi sono state molto vicine, e penso che in quel periodo mi hanno dimostrato di essere una squadra, quasi una famiglia. Per questo parlo molto di squadra, perché davvero sono un gruppo meraviglioso e in una stagione così particolare per me mi hanno reso davvero molto orgoglioso, sia a livello sportivo che personale”.

                                                                                                                                                            Andrea Vincenzi

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