La linea più breve tra due punti è la retta. Sì, ma solo in geometria. Certamente non nel calcio. Ancor meno nel caso della panchina della Pro Patria. In giornata (domani mattina alle 11 la presentazione ufficiale), il club biancoblu ha annunciato l’accordo con Luca Prina facendo così compiere al casting di via Cà Bianca un discreto rewind.
Il biellese 2 (in ossequio al biellese 1 che resta Turotti che l’ha selezionato) non è infatti la prima scelta tigrotta. Paradossalmente (ma fino ad un certo punto), è invece la primissima. Essendo ormai da anni nei radar dello “Speroni” ed avendo cognizione e confidenza con l’ambiente ben superiori alla semplice frequentazione. Ciò premesso, quello preso da molti (sicuramente da chi scrive), non può essere derubricato ad abbaglio. Perché nella sceneggiatura originale del post Javorcic il protagonista avrebbe potuto/dovuto essere un altro.         

Madonna che silenzio c’è stasera. “Come per i giocatori stiamo valutando due o tre profili. Il punto è sempre cercare di portare a casa quello che per me e per la società sia ritenuto il migliore. Tempi? Entro la settimana. Il fatto che la stagione della Primavera sia ancora in corso potrebbe e non potrebbe incidere. Ma le caratteristiche dovrebbero proprio essere quelle di un allenatore che arriva da un settore giovanile. Per quanto riguarda Madonna sono stato il Direttore che l’ha fatto esordire sulla panchina di una prima squadra ai tempi dell’AlbinoLeffe. Diciamo che lo conosco bene”. Queste le parole spese da Turotti lunedì 14 giugno. Superfluo tenere il conteggio degli indizi utili a formare la prova (al netto dell’abilità del DS nello sfoderare la Mossa Kansas City, s’intende). Per banale processo logico/deduttivo la strada davvero sembrava tracciata. Poi qualcosa è successo (più all’Inter che alla Pro Patria) e la soluzione Zanchetta (per quanto forte delle comuni radici laniere) ha solo assunto i connotati del chiaro spin off. Riavvolgendo il nastro alla traccia numero uno.  

Prina o poi. Secondo un proverbio arabo “Il destino ti aspetta sulla strada che hai scelto per evitarlo”. Cioè, tradotto nello slang tigrotto, da qualche parte stava scritto che Prina dovesse accomodarsi sulla panca della Pro Patria. Tra l’altro (e per inciso), il suo curriculum è spiccatamente il più solido di quelli presi in considerazione. Nato sotto il segno del Toro, classe ’65, attaccante sino ai 25 anni nel dilettantismo piemontese prima di spendere un decennio nelle giovanili della Biellese (dove tornerà da capo allenatore nel 2008/09). In mezzo Biella Villaggio Lamarmora e Pro Belvedere, a seguire Canavese e il quadriennio (straordinario) alla Virtus Entella avviato con una salvezza in Seconda Divisione e concluso con la prima promozione ligure in cadetteria. Poi ancora il Mantova (dove per osmosi prende il posto proprio di Javorcic), la Primavera del Chievo e l’esperienza multitasking al Rezzato dove la sua parabola si incrocia nuovamente con quella di Gilardino (già lanciato più di 20 anni prima a Biella nei Giovanissimi). Per soprammercato, ci mette anche il ruolo di color commentator su Sportitalia. A riprova di una capacità di analisi della materia calcistica attraverso differenti chiavi di lettura. Insomma, si potrà discutere sul fatto che quella di Prina possa (o meno) essere considerata la scelta originaria. Ma (sia come sia), per la Pro Patria rischia di essere la migliore.                     

Giovanni Castiglioni

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