Il suo addio è stato tanto rapido quanto inaspettato per buona parte dei tifosi di Varese che, dopo la salvezza raggiunta, vedevano Massimo Bulleri saldo più che mai sulla panchina biancorossa anche per il prossimo anno. La società invece, nonostante avesse dato l’idea di voler confermare il coach di Cecina, ha preso strade diverse, decidendo di virare in maniera forte su Adriano Vertemati per dare un’impostazione ed un imprinting ben preciso al nuovo corso biancorosso.

In tutto questo la figura di Massimo Bulleri è uscito di scena in silenzio, con molta classe, senza fare dichiarazioni o polemiche, perché non è nel suo stile, non è nella figura di un uomo di basket prima ancora che di allenatore che, comunque, rimane legatissimo a Varese nonostante la scottante e bruciante separazione dal club che non ha esercitato l’opzione di rinnovo del contratto in essere.
Oggi Massimo Bulleri non vuole più parlare di quello che è stato a Varese ma è solo concentrato sul proprio futuro e sulle opportunità e le sfide che il destino gli potrà porre davanti. Una di queste certamente non sarà il ruolo di vice allenatore del grande mentore ed amico Ettore Messina a Milano, in un posto che verrà occupato da un altro grande ex biancorosso, Gianmarco Pozzecco, situazione che rende ancora più intrigante scoprire dove andrà l’allenatore toscano. Tra un pensiero sulla Nazionale, uno sui playoff appena passati ed uno sul futuro, racconta tutto quello che è il Massimo Bulleri pensiero di questi tempi.

Cos’ha in cantiere per il futuro?
“Sono in cerca di una nuova avventura professionale. Non ho alcun tipo di preclusione verso niente o nessuno. C’è grande desiderio da parte mia di continuare. Vedremo chi avrà voglia di puntare su di me”.

Lei si vede di più ancora come capo allenatore o potrebbe anche pensare di vivere una nuova avventura da vice?
“Non ho preclusioni verso niente. Nel momento in cui qualcuno busserà alla mia porta con una proposta cercherò di capire se quello potrà essere lo scenario giusto per me o meno. Non dico di no a niente nella maniera più assoluta”.

Guardiamo al presente ed al futuro prossimo parlando di Nazionale. In maglia azzurra ha vissuto tantissime emozioni e giocato molte partite. Come vede questo gruppo azzurro scarno di campioni ma fatto di giovani ed affamati in previsione del Pre Olimpico?
“Sicuramente non siamo i favoriti, ma questo può essere un’arma in più. Abbiamo visto in passato cosa è successo quando avevamo lo scettro dei favoriti in mano e giocare con i favori del pronostico porta ad avere un extra carico di pressioni che può giocare brutti scherzi. Partendo magari invece più in sordina si possono fare grandi cose, puntando sulla grande leggerezza, sul coraggio e sul talento da mettere in campo. Spero e sono convinto che possiamo fare una bella figura, non so se basterà per andare all’Olimpiade, mi auguro di sì, ma al momento è difficile fare un pronostico sul risultato finale. Penso che abbiamo delle chance e mi auguro che potremo giocarle al meglio”.

In questo mese di giugno tra i tanti giocatori che sono passati sotto le mani del CT Meo Sacchetti c’è stato anche Michele Ruzzier, che lei ben conosce ed ha allenato nell’ultimo anno. Il CT lo ha ”tagliato” solo all’ultimo giro di posta con grande rammarico come espresso su Twitter dallo stesso Sacchetti visti i grandi progressi mostrati da Ruzzier in ritiro. Pensa che abbia raggiunto l’apice di crescita o che abbia ancora margini di miglioramento?
“Il ragazzo è in una fase di carriera dove può crescere ancora. La seconda parte dello scorso campionato è stata eccellente. Era a tutti gli effetti il playmaker della squadra, ruolo che porta ad un upgrade in termini di autostima, di fiducia in se stessi ma allo stesso tempo porta con sé grande responsabilità nei confronti dei compagni. Il risultato raggiunto è sicuramente passato moltissimo dalle sue mani, dalla sua gestione settimanale e della partita. Sono molto contento per lui per questo percorso estivo che ha fatto con la Nazionale, penso che sia stata la sua migliore estate, testimoniata dal rammarico di Sacchetti nell’averlo tagliato sul finire. Fa piacere, è un ragazzo che ha sempre dato grande disponibilità, che ha sempre messo tanto sacrificio ed impegno in campo dal martedì alla domenica. Gli avrei augurato di poter soddisfare se stesso andando al Pre Olimpico, ma sono certo che avrà nel futuro altre occasioni”.

Facendo un passo indietro e parlando dei playoff appena terminati, le chiedo se si sarebbe aspettato questo risultato e questo exploit della Virtus Bologna, mai così continua durante l’anno come nella post-season?
“No, francamente il risultato mi ha sorpreso e credo di non essere l’unico. Non mi aspettavo assolutamente un finale del genere. Avrei puntato su Milano come vincitrice finale, anche se la vittoria della Virtus ci poteva stare, ma un risultato ottenuto in questa misura e dimensioni da parte di Bologna non l’avrei mai detto. La Virtus è sicuramente una buona squadra, però penso che tutti ci aspettassimo una vittoria di Milano, ma il bello di questi sport è questo, l’imprevedibilità del risultato, un qualcosa che attrae tante persone e le avvicina anche a questa disciplina ed al mondo della palla a spicchi”.

Se dico che Pajola è stata la più bella sorpresa di questa fine di stagione cosa mi risponde?
“Lui ha avuto una crescita culminata nei playoff, ma Pajola era nelle rotazioni fisse di Djordjevic già dallo scorso anno e lo è stato per tutta l’annata e anche nelle fasi importanti di EuroCup lui era in campo. Non so se ci potessimo aspettare una tale crescita esponenziale, però sicuramente mi aspettavo un miglioramento costante e sono certo che non si fermerà ai playoff ma continuerà al Pre Olimpico”.

Il ritorno di Scariolo, la conferma di Messina, il rientro di tanti grandi giocatori nel nostro campionato sono un segno di rinascita nonostante le tante difficoltà che ci sono?
“Il ritorno di Scariolo è senza dubbio un segno importantissimo. La Virtus continua ad attrarre a Bologna personaggi di spessore mondiale, continua una rincorsa verso l’alto, verso l’olimpo nel nostro campionato ed in Europa e lo fa in maniera forte ed importante. Questo fa bene a tutto il movimento, perché i nomi importanti sono aria fresca, sono la benzina che spinge il nostro movimento più avanti e lo fa più velocemente”.

Alessandro Burin

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui