E’ stato un anno così strano partito col classico raduno, poi lo stop, poi la nuova ripartenza a gennaio e questo campionato così concentrato fino all’epilogo di sabato scorso con la sconfitta in semifinale per la Pallacanestro Femminile Varese. Altrettanto velocemente e in maniera inattesa per l’ambiente sono giunte le dimissioni di coach Alessandro Ferri che ha lasciato la panchina biancorossa subito al termine della sfida contro Milano. Insieme a lui abbiamo ripercorso le tappe di una stagione straordinaria sotto tutti i punti di vista:
“E’ stata un’annata molto bella. In questa stagione abbiamo proprio capito più di ogni altra cosa che ciò che è più importante è il viaggio che non la meta. E’ stato un anno troppo anomalo: vi cito le tensioni del venerdì sera per il tampone ed il suo esito, non sai mai come affronterai gli avversari, nella prima parte di stagione bisognava avere anche i documenti a posto per poterti allenare. Poi ci siamo fermati, siamo ripartiti ad allenarci e già solo poter fare allenamento era un privilegio rispetto alle altre persone: facevamo ciò che ci piaceva potendo stare insieme. E’ stato un viaggio bellissimo”.
Il quadro dipinto è favoloso, illustraci i dettagli, ovvero sul livello tecnico.
“Qui va detto subito che per colpa del Covid abbiamo perso tre giocatrici ovvero Salzillo, Sciutti e Polato che è potuta tornare solo nel finale di stagione quando, invece, abbiamo perso Visconti per infortunio. Non vorrei essere irrispettoso, ma col recupero di Sara e a ranghi completi penso potevamo dare fastidio a Costa Masnaga (che ha vinto 64-41 la finale lombarda e sfiderà Capri per il salto in A2). Al termine della semifinale ho visto le ragazze serene: hanno vissuto la sconfitta con dispiacere, ma con la coscienza di chi sapeva di avere dato tutto in campo”.

Tornando a quell’ultima partita cambieresti qualcosa?
“C’è stata una grande anomalia che è stata la box and one su Cassani che stava giocando da ala forte che è stata troppo complicata da gestire. Probabilmente potevo gestire in maniera diversa i minuti in campo delle ragazze, ma quando arrivi a queste gare te le giochi con i tuoi punti di riferimento di una intera annata. Abbiamo pagato a caro prezzo quegli 8′ minuti dell’ultimo quarto dove non abbiamo mai fatto canestro. Fosse stata una serie sulle tre gare avremmo trovato delle contromisure, purtroppo è stata una gara secca ed è andata così”.

Il tuo futuro dopo l’annuncio di lasciare la panchina della Fraccarolo?
“Vado a pescare! – sorride coach Ferri – L’unica cosa che posso dire è che non allenerò più nel femminile. Sono troppo legato a queste ragazze: non pensavo di subire così tanto a livello emotivo il bene che mi hanno voluto tutte loro. Allenare un’altra squadra nel settore donne sarebbe come tradirle. Vediamo l’estate che offerte mi porterà per il prossimo anno”.

Matteo Gallo

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