Gentile 6: Ha il merito di mettersi al servizio della squadra, come gli 8 assist finali mettono in mostra. In una serata da giocatore normale, riesce comunque a gestire la manovra biancorossa, senza arrivare a forzare più di tanto al tiro e dando prova di una buona prova da play occulto.
Beane 6.5: La condizione cresce partita dopo partita e si vede. Vertemati gli chiede molto sacrificio in difesa e AB lo ripaga con sostanza ed intensità soprattutto su Poeta, mattatore della sfida dell’andata e oggi limitato grandemente. In attacco cerca spesso di velocizzare il gioco e prova le sue solite penetrazioni centrali, difficili da contenere per la difesa cremonese, anche se l’arma con cui fa più male è quel tiro da tre che sta diventando sempre più una dolce abitudine per l’ex Roma.
Sorokas 5.5: Prova abbastanza anonima del 9 in maglia biancorossa, che deve ancora trovare la giusta collocazione all’interno dei meccanismi di gioco soprattutto per quanto riguarda la fase offensiva, dove, nel cambio tipico con Jones, si nota la differenza d’impatto e non poco. Cerca di dare sempre ordine, tanto in attacco quanto in difesa, dove spesso e volentieri si ritrova a raddoppiare. Può e deve fare di più, ma la sua intelligenza tattica lo aiuterà a crescere anche a livello statistico.

De Nicolao 6: Ritrova impatto, corsa ed intensità, tornando ad assomigliare a quel giocatore tanto apprezzato lo scorso anno e che sembrava smarrito nelle prime due gare proprio contro Cremona e Sassari. Gli manca ancora un pò di confidenza con i nuovi dettami tattici portati da Vertemati, ma la chiamata in quintetto titolare e una condizione fisica in crescita lo aiutano nel corso del match a trovare maggior continuità nel corso dei 40′.
Wilson 7: Finalmente mette in mostra quella caratteristica micidiale di giocatore catch and shoot per cui Varese lo ha comprato. Vertemati nella conferenza stampa post Sassari aveva speso per lui ottime parole, confermandogli piena fiducia e Wilson la ripaga in campo con una prestazione di tanta sostanza, ma soprattutto di alta qualità. E’ indubbio che la Openjobmetis abbia bisogno come il pane della sua capacità di cambiare un piano tattico che spesso e volentieri riempie densamente l’area.
Egbunu 6.5: E’ il baluardo centrale della squadra. Comanda sia in attacco che in difesa la lotta sotto il ferro, dominando il pitturato con l’atleticità che lo contraddistingue. Gli viene chiesto un compito supplementare, visto che il suo cambio Caruso, non ancora pronto, rimane in panchina per praticamente tutto il match, ma il centro nigeriano è agevolato nella sua partita dall’assenza di Sanogo e McNeace nelle file gialloblu. Nota stonata un gioco in post che richiede ancora molto lavoro.

Ferrero 6.5: Risorsa preziosissima ancora una volta il capitano che, pur alternando lunghi momenti in panchina a pochi minuti in campo, riesce a non uscire mentalmente mai dal match ed anzi, dimostrarsi determinante quando viene gettato nella mischia da coach Vertemati. Nel quarto periodo si prende la scena con due triple e una penetrazione che lanciano l’allungo di Varese, dimostrando tutta la sua utilità.
Jones 7.5: Indubbiamente il migliore dei suoi e non solo da oggi. Continua a stupire la condizione fisica con la quale scende in campo anche con impegni così ravvicinati, per un giocatore che viene da 18 mesi da incubo. Miglior marcatore della Openjobmetis con 19 punti, offre sempre una linea di passaggio per un gioco spalle a canestro al play, liberando pressione e spazio anche per Egbunu. Si mostra bravo non solo nel pitturato, ma anche dalla linea da tre punti. Un quadro di gioco a cui aggiunge tanta intensità, energia e sacrificio in difesa.
Caruso 5: Forse il voto più giusto sarebbe un non giudicabile, visti i soli 02:25 minuti in campo, dove non riesce ad incidere nè a rimbalzo nè in difesa, mostrandosi ancora troppo molle per il livello fisico del campionato. Vertemati, così come fatto con Sassari lo toglie dalla mischia e non lo rimetterà più, mandandogli un chiaro e forte segnale di come la strada da fare per conquistarsi minuti e credibilità sia ancora molta.

Alessandro Burin

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