Nella storia dello sport varesino il calcio è sempre stato secondo al basket, soprattutto per quanto riguarda i club e i collettivi. A livello individuale, tuttavia, c’è stato un calciatore originario di Castellanza che ha fatto vedere il meglio di sé in una delle squadre più importanti di sempre del calcio italiano. Stiamo parlando di Marco Simone, in questo momento sulla panchina dello Chateauroux, squadra che milita in terza serie francese. Il classe 1969, cresciuto nel settore giovanile del Legnano prima di approdare al Como, dove avrebbe debuttato come professionista nel campionato di Serie A nel gennaio del 1987, ha vissuto però una splendida carriera da comprimario nel grande Milan che ha vissuto epoche diverse di gloria tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90.
Attaccante dal gran dribbling e dotato di una buona tecnica individuale, Simone è stato fin da subito uno dei più forti del quartiere nel quale ha vissuto la sua infanzia, facendo capire subito di poter fare grandi cose. Nonostante non fosse altissimo la sua abilità palla al piede e anche nell’andare in goal lo aiutarono a ricavarsi uno spazio importante nelle fila del Como, e fu lì che lo notò il Milan allora allenato da Arrigo Sacchi. La squadra rossonera, oggi una delle principali candidate alla vittoria del campionato dando uno sguardo alle scommesse sul calcio più aggiornate, puntò su di lui da giovanissimo. Nell’estate del 1989 il suo passaggio dal Como al Milan, ufficializzato dopo l’esborso di ben sei miliardi di lire da parte dell’allora presidente Silvio Berlusconi, fu inizialmente visto come una scommessa da parte di una squadra che aveva in attacco fenomeni come Ruud Gullit e Marco Van Basten. E in effetti, soprattutto durante i primi anni, l’attaccante di Castellanza visse parecchi mesi all’ombra di questi fenomeni, riuscendo però a ritagliarsi uno spazio importante in alcune occasioni. Nella prima stagione, nonostante le 21 presenze, il varesino riuscì a segnare solamente una rete.
Dalla stagione 1990-91 in poi, tuttavia, prese sempre più fiducia in sé stesso e grazie anche a un certo movimento di transizione nella squadra rossonera che previde il cambio di guida tecnica le sue chance di giocare titolare iniziarono ad aumentare.
L’arrivo di un tecnico giovane come Fabio Capello nell’estate del 1991 fu il detonatore definitivo per Simone, il quale, complice anche l’infortunio alla caviglia di Van Basten, il quale giocò da quel momento pochissime partite, rappresentò una vera e propria alternativa di lusso per l’attacco rossonero. Facente parte anche della storica squadra che nella stagione 1992-93 non solo vinse lo Scudetto ma lo fece anche senza subire una sola sconfitta, Simone visse tuttavia la sua miglior stagione in rossonero nell’andata 1994-95, quando realizzò ben 17 reti in 30 partite, ottenendo così il suo record storico di goal in Serie A, record poi battuto in Ligue 1, quando nella stagione 1999-2000 mise a referto ben 21 reti vestendo la maglia del Monaco, squadra con la quale vinse il campionato francese e realizzò con ogni probabilità la sua miglior stagione in quanto a statistiche e rendimento.
Redazione