E’ il giocatore faro della squadra, il simbolo tecnico al quale i compagni si aggrappano nel momento del bisogno ed il leader su cui si basa e si baserà buona parte delle fortune della Pallacanestro Varese quest’anno. Stiamo parlando di Alessandro Gentile, il colpo da 90 della campagna acquisti della società biancorossa quest’estate, arrivato nella Città Giardino dopo un’annata complicata giocata all’Estudiantes, voglioso di rilanciarsi sia a livello personale che di squadra tornando su quei livelli che qualche anno fa lo portarono ad un passo dall’entrare in NBA con la maglia degli Houston Rockets.

Giocatore dal talento indiscusso, Gentile nella sua carriera ha sempre convissuto con un carattere particolare. Inviso alle tifoserie nemiche, per via della sua faccia tosta e della sua bravura in campo, e poco amato a volte anche dai suoi stessi tifosi che spesso gli hanno contestato atteggiamenti poco professionali. Una sorte di bad boy incompreso, capace di fare qualsiasi cosa con la palla tra le mani ma che necessitava di un periodo di crescita per maturare anche a livello umano. E questa condizione lo ha portato a perdersi nel corso degli anni.

L’ultima esperienza in Spagna non è stata delle migliori, anzi ed il contagio da covid-19 che lo ha colpito pesantemente, ha portato Alessandro Gentile a vivere momenti molto difficili sia a livello fisico che psicologico, che il ragazzo non ha mai nascosto. L’avventura a Varese arriva forse nel momento migliore, sotto le ali del suo allenatore-amico, Adriano Vertemati, che lo conosce fin da ragazzo e sa che corde toccare per farlo esprimere al meglio, e in un ambiente che lo vede come stella polare.

Un insieme di concause in cui si vede un Gentile molto concentrato, che ha assunto il ruolo da leader della squadra in campo (dove il suo apporto si sta rivelando vitale) e fuori, conscio della sua importanza in un gruppo bisognoso di un punto di riferimento e centro di gravità intorno al quale ruotare. Una grossa responsabilità quella che gli ha affidato la società, che è musica per le orecchie di un ragazzo troppo spesso messo in discussione, o messosi da solo, che forse ha trovato finalmente la giusta maturità anche grazie ad una salute fisica e mentale ottimale.

Mens sana in corpore sano dicevano i latini e pare che per Gentile si stia verificando la stessa cosa, come il messaggio lasciato sul suo profilo Instagram oggi fa percepire. Ci sono parole forti legate al suo periodo più duro, contrassegnato dall’ansia, dal quale sta uscendo piano piano: “Vivere con l’ansia è come essere seguiti da una voce. Conosce tutte le tue insicurezze e debolezze e le usa contro di te. Arrivi al punto in cui è la voce più forte nella stanza. L’unica che si può sentire. Non sei pazzo se senti quella voce. La malattia mentale non è un fallimento o qualcosa di cui vergognarsi. La salute mentale non è una destinazione, è un processo. Chiedere aiuto non è un segno di debolezza. A tutte le persone che soffrono di ansia, depressione, attacchi di panico o qualsiasi tipo di malattia mentale, dico che non siete pazzi, non siete soli, non siete deboli. Auguro a tutti voi un sacco di forza e salute. C’è luce alla fine del tunnel, anche se ora non la vedete. Siate gentili con la gente, poiché non conoscete cosa le altre persone stanno attraversando e che battaglie stanno combattendo. Spero che le mie parole possano dare un po’ di forza e sicurezza a tutti voi che state vivendo tempi difficili. Non siete soli, noi siamo più forti”.

Quello di Gentile è un messaggio che trasmette l’immagine di un carattere fragile nascosto dietro la corazza della faccia tosta, che è solo un modo di nascondere sensibilità e umanità. A Varese tutti si augurano che il ragazzo possa trovare il suo ambiente ideale di vita, dentro e fuori dal campo, perché alla fine siamo tutti umani e nessuno può sapere i mostri che ci portiamo dentro.

Alessandro Burin

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui